di Salvo Barbagallo
Dovremmo prendere per profetiche le parole che la regina Elisabetta II d’Inghilterra ha pronunciato nel suo discorso di Natale: “È vero che il mondo ha dovuto affrontare momenti di tenebre quest’anno, ma il vangelo secondo Giovanni contiene un verso di grande speranza, spesso letto nelle messe di Natale: La luce splende nelle tenebre e le tenebre non prevalgono“. In Gran Bretagna tutto è possibile ed è probabile che in quel Paese la luce splenderà nelle tenebre. Ma in Sicilia?
E dobbiamo prendere per oro colato quanto afferma il premier italiano Matteo Renzi “la verità è che l’Italia non è più incagliata nelle secche, che la svolta in questo 2015 c’è stata. E che c’è tanta fame di Italia nel mondo…”? E’ probabile che nel mondo c’è tanta fame d’Italia, ma la “fame” che c’è in Italia come si soddisfa? E la “fame” che c’è in Sicilia?
In Sicilia non hanno cambiato nulla gli anni che hanno preceduto questo 2016 ormai alle porte, anzi a onor del vero le cose sono peggiorate. Quanti e quanti problemi non risolti sono ancora sul tappeto? Troppi. Uno dei problemi principali il lavoro, o meglio la “mancanza” di lavoro, soprattutto per i giovani che hanno atteso invano che le situazioni potessero mutare. Inutile riportare i dati della disoccupazione: i dati sono solo numeri che non esprimono neanche lontanamente la sofferenza di chi ha la certezza di non avere alcuna prospettiva.
La politica? La segue quasi esclusivamente chi è “interessato” alla gestione di un potere qualsiasi, o chi ritiene di poterne trarre profitto.
I migranti/profughi? Continuano ad arrivare (settecento solo nella giornata di Natale), ma non fanno notizia da prima pagina, così come sono scomparse le informazioni sugli scandali che hanno coinvolto i centri di accoglienza, o gli scandali d’altra natura, come il dissesto della rete autostradale o ferroviaria.
Sulle questioni di ben altro livello, come il MUOS, si sono poste pietre tombali, e non preoccupano le ipotesi che dalla Sicilia partiranno i raid aerei contro il Daesh/Isis che sta invadendo la Libia: fortunatamente c’è chi ricorda che la Libia continua ad essere una piattaforma dove si concentrano i migranti africani che vogliono superare il Canale di Sicilia.
La questione “militarizzazione straniera” della Sicilia? E’ lettera morta. Anche da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che “Siciliano” è, e nonostante ciò pare ignorare la gravità della situazione.
Certo, bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto: in Sicilia, infatti, si potrebbe stare peggio di come si è attualmente. Di conseguenza occorre pensare con ottimismo a questo 2016, con atteggiamente propositivi e non disfattisti. Non dobbiamo allarmarci se un milione di profughi hanno raggiunto l’Europa nel 2015 (secondo l’annuncio pre natalizio dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) perché lo stesso direttore dell’Oim William Lacy Swing ha invitato a ragionare a freddo, sostenendo: “Le cifre sono significative ma non ingestibili. In fondo si riversano su un’area di 550 milioni di abitanti…”.
C’è da dire, comunque, che in Sicilia un reale censimento delle presenze straniere non è mai stato effettuato. Non costituiscono un problema: l’integrazione dei profughi nell’Isola c’è sempre stata, fin dai tempi di Federico II di Svevia.
Allora? In ogni modo è preferibile affrontare l’imminente 2016 con ottimismo: a pensare al peggio c’è sempre tempo…