di Guido Di Stefano
Si dice che l’uomo (il nostro antenato) partì dall’Africa per “colonizzare” il mondo intero e quindi l’occidente allora “vuoto”: si studiano tanto i “gradini” dell’evoluzione e si cerca con un certo affanno il così detto anello mancante, così sfuggente da sembrare un “fantasma”.
Limitiamoci quindi a un veloce excursus “storico”. Già migliaia di anni le genti si spostavano dall’Africa e dall’oriente verso quella che noi chiamiamo Europa occidentale. E portavano dietro anche bagagli di cultura e progresso, poiché quell’area che ora si vanta di avere inventato e costruito tutto era un poco lacunosa.
Sui nostri suoli sono avvenuti gli incontri (bellici, pacifici, di necessità) e le fusioni più impensabili e più proficui. I nostri avi sapevano imparare e tesaurizzare il meglio. Erano intelligenti, recettivi e per i loro tempi fieri della loro identità sempre più ricca di cultura matura (quella dei padri) e cultura giovane (quella dei nuovi arrivati). Non si cancellavano le memorie del passato: si univano alle presenti con saggezza e continuità.
Erano tempi d’oro? No erano tempi degli uomini e tutto seguiva nel bene e nel male i ritmi dell’uomo.
E con gli uomini mutavano ideali, forme di governo, visioni della vita, conoscenze artistiche, storiche, letteraria, scientifiche. Certo qualche esaltato era propenso a cancellare anche il passato: ma non poteva operare “toto orbe” e non aveva poi seguito ovunque.
Il bacino del Mediterraneo e l’Europa hanno conosciuto villaggi e “metropoli”, reami e repubbliche, dittatori e imperatori (vicini e lontani) nel faticoso cammino verso la civiltà e la luce e nell’incessante anelito di libertà e netta affermazione dei poteri dello “stato” svincolati da ogni condizionamento che chiamasse in causa il luminoso Misericordioso (il Creatore) o peggio ancora il tenebroso Mammone (il signore del denaro).
Citiamo a mente (e quindi non tutti) gli esempi “più positivi” di alcuni personaggi che hanno operato per il bene e “l’indipendenza” dei popoli, delle nazioni, degli stati .
Carlo Magno cercò di svincolare il “governo” dalla religione e voleva il suo popolo “alfabetizzato”: lui analfabeta “creò” la scuola pubblica, a differenza di troppi dotti contemporanei che stanno “imbarbarendo” l’istruzione e privilegiano il caos mentale; per inciso aggiungiamo che (così si dice) Carlo Magno “ci guadagnò” una congiura.
Ruggero II il Normanno, Federico II di Svevia e lo stesso Kubilai Khan lottarono per la centralità e la piena sovranità dello stato: i veri capi sono grandi in ogni parte del mondo, contrariamente a quanto proclamano i fedeli servitori di modesti leader e di idoli aurei.
Nell’era moderna, a seguito di lunghi periodi di commistione di profano e sacro, è riesploso il concetto della esatta attribuzione di poteri e competenze. “Ecclesia libera in libera patria” divulgò Charles de Montalembert. A seguire il pastore calvinista Alexandre Vinet lanciò come guida “libera chiesa in libero stato”. Il principio fu rilanciato dal conte di Cavour il 17 marzo 1861.
E da ricordare e celebrare è il grande Kemal Ataturk (Padre dei Turchi), illuminato statista.
Non sono i soli, in ogni caso.
Purtroppo però agli inizi del ventesimo secolo in quella nazione che era stata voluta perché fosse faro luminoso di libertà-democrazia-giustizia (come testimonia la statua a New York) fu commesso l’errore (tale è per noi) di “abdicazione” dello stato della sua più determinante prerogativa: battere moneta. Il 23 dicembre 1913 fu “creata” e consegnata ai privati la FED (Federal Reserve), il cui logo ci dà una certa inquietudine. A nostro avviso fu il trionfo degli adoratori del dio denaro, che ragionano più in termini di “capitali” piuttosto che di risorse umane. Detta tendenza all’abdicazione si è allargata nel civile occidente. E le “nazioni” svuotate di questa grande potestà vengono ora velocemente svuotate di ogni identità per fare posto al nuovo che preme.
Ha senso per gli esseri umani interessati? No, ma per gli idolatri del denaro e del profitto evidentemente sì.
Si sta ricreando il vuoto trovato dai primi uomini: ma il vuoto ancestrale era illuminato da una luce “bianca” che accompagnò la razza umana; mentre quello attuale viene avvolto dalla luce “nera”, che tutti gli uomini opprime e soffoca in quanto semplici numeri utili a produrre “reddito” per gli insaziabili “Moloch” del denaro.
Ma chissà: in ogni livello, in ogni categoria, in ogni casta può farsi strada la luce “bianca”. Sapete anche Einstein aveva una sua visione dei miracoli!