di Salvo Barbagallo
Lucia Annunziata giorni addietro scriveva sul quotidiano online Huffington Post: “Il 2015 ci ha consegnato alla paura. Ci ha consegnato a un nuovo mondo che toglie il sonno, aumenta l’insicurezza, cambia le carte alla ripresa economica, impatta sul nostro portafoglio, e sul futuro dei nostri figli. Cosa ci dobbiamo aspettare? Come dovremmo reagire, regolarci? Ci aspettano sacrifici, aggiustamenti – ci viene detto – ma quali? Ai nostri governanti forse non possiamo chiedere soluzioni a problemi così grandi, ma hanno almeno una strategia per navigare in queste nuove acque?” Un interrogativo non di poco conto, vista la situazione internazionale che sembra correre su un sottile filo di lana, che per spezzarlo basta una “semplice” mossa azzardata dei tanti protagonisti che stanno animando la scena attuale.
In un certo senso bisognerebbe ammirare l’ottimismo con il quale il premier italiano Matteo Renzi sta affrontando il percorso del nuovo anno: è “fresco” delle vacanze a Courmayeur, infatti. E in merito a queste vacanze targate 2015 c’è già una differenza sostanziale con quelle dell’inverno precedente: nel 2014 era arrivato all’aeroporto di Aosta con un Falcon 900 dell’Aeronautica Militare, e con lo stesso aereo era ripartito, scatenando polemiche sull’utilizzo di un volo di Stato, ora per le sue ferie ha raggiunto la località climatica in auto. Un notevole passo avanti, forse un’autocritica alla sua innata grandeur? Non lo sappiamo, ma apparentemente il tono di visibilità è calato. Forse a dare un duro colpo alla grandeur di Matteo Renzi è stato il mancato utilizzo dell’Airbus 340-500 acquistato in leasing dalla compagnia Etihad rimasto a terra inutilizzato?
L’Airbus 340-500?, Già, quel velivolo mastodontico del quale non si parla più e che il premier aveva scelto come “aereo di Stato”. Le ultime notizie su questa grandeur tutta italiana l’aveva fornita Claudio Cartaldo sul quotidiano Il Giornale il 9 dicembre dello scorso anno, riprendendo un’informazione data da “Striscia la notizia”: Aereo di Stato. Nuovo, bello, ma ancora a terra. Dopo l’annuncio dell’acquisto in leasing del nuovo “Air Force One” da parte di Matteo Renzi, il gigante dei cieli è ancora chiuso in un hangar (…) L’aereo è a terra perché l’Aeronautica sta mandando i piloti ad ottenere l’abilitazione al pilotaggio di questa macchina. Nessun pilota dell’Aeronautica, che sono quelli che dovranno pilotare quell’aereo ha al momento l’abilitazione necessaria (…) Ci sono problemi anche per quanto riguarda l’aeroporto. Di solito, infatti, i voli di Stato partono e atterrano a Ciampino. Con quel tipo di velivolo non sarà possibile: avrebbe problemi di rullaggio, perché ha le ali molto larghe e potrebbero esserci problemi di ostacoli…”.
L’ottimismo di Matteo Renzi però non è contagioso. Non tutti, infatti, prendono per oro colato quanto ha affermato il premier italiano: la verità è che l’Italia non è più incagliata nelle secche, che la svolta in questo 2015 c’è stata. E che c’è tanta fame di Italia nel mondo…? Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo: è probabile che nel mondo ci sia tanta fame d’Italia, ma la “fame” che c’è in Italia come si soddisfa? E poi: la “fame” che c’è in Sicilia? In Sicilia non hanno cambiato nulla gli anni che hanno preceduto questo 2016, anzi a onor del vero le cose sono peggiorate. Quanti e quanti problemi non risolti sono ancora sul tappeto? Troppi. Uno dei problemi principali il lavoro, o meglio la “mancanza” di lavoro, soprattutto per i giovani che hanno atteso invano che le situazioni potessero mutare. Inutile riportare ancora una volta i dati della disoccupazione: i dati sono solo numeri che non esprimono neanche lontanamente la sofferenza di chi ha la certezza di non avere alcuna prospettiva.
Matteo Renzi declama ancora: L’Italia è ripartita, siamo fuori dal pantano del 2013. Dopo anni di grigiume, il clima è decisamente cambiato. Vorremmo prendere per buone, queste affermazioni del premier, lasciandoci contagiare dall’ottimismo, ma a quell’Italia ripartita (sempre che fosse vero) si deve contrapporre una Sicilia che retrocede e che non vede all’orizzonte possibilità di cambiamento di clima: in Sicilia non c’è la Ferrari, ma Termini Imerese…