di Carlo Barbagallo
Concluso il 2015 fortunatamente senza i traumatici eventi terroristici messi in conto e probabilmente sventati per la massiccia sicurezza messa in campo in tutta Europa, ecco i rituali consuntivi dell’anno da parte delle personalità che contano.
In Italia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto a ricordare che “Il lavoro manca soprattutto nel Mezzogiorno. Si tratta di una questione nazionale. Senza una crescita del Meridione, l’intero Paese resterà indietro..”. Basterà questo richiamo a determinare un cambiamento di rotta nella politica dell’attuale governo nazionale e nella politica dei “vari” governi regionali? L’interrogativo rimarrà fino a quando non accadrà qualcosa di concreto e allora la risposta la potranno dare i giovani perché, oggi come oggi, e come afferma lo stesso Capo dello Stato “Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani (…) Sono giovani che si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese. Ma non possono programmare il proprio futuro con la serenità necessaria…”. Il premier Matteo Renzi, commentando il messaggio di fine anno, ha detto: “Discorso bello e diretto al cuore degli italiani. Grazie Presidente…”. E che altro avrebbe potuto dire? Non certo le parole pronunciate da Sergio Mattarella… Dall’altra parte della barricata Beppe Grillo afferma: “Sono Beppe Grillo, anzi: sono l’ologramma di Beppe Grillo. Sono un fantasma. Io non esisto come non esistono questo Paese, il Parlamento e il governo (…) Abbiamo un Presidente della Repubblica che è l’ologramma di un ologramma, deputati e senatori non esistono (…) Da lontano sembra di vedere l’Italia, ma da vicino è tutto finto…” . C’è da chiedersi: se è tutta una finzione, che ci sta a fare Beppe Grillo in questa pseudo realtà?
Solo da Papa Francesco il richiamo forte, necessario nel momento che si vive: “…è la misericordia che può rigenerare l’uomo per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione (…) L’atteggiamento dell’indifferente di chi chiude il cuore per non prendere in considerazione gli altri, di chi chiude gli occhi per non vedere ciò che lo circonda o si scansa per non essere toccato dai problemi altrui, caratterizza una tipologia umana piuttosto diffusa e presente in ogni epoca della storia. Tuttavia, ai nostri giorni esso ha superato decisamente l’ambito individuale per assumere una dimensione globale e produrre il fenomeno della ‘globalizzazione dell’indifferenza (…) Molteplici forme di ingiustizia e di violenza feriscono quotidianamente l’umanità (…) Dove non può arrivare la ragione dei filosofi né la trattativa della politica, là può giungere la forza della fede che può aprire sempre nuove vie alla ragione e alle trattative…”.
Anche la “misericordia” deve essere difesa?