Salviamo gli Statuti, le Costituzioni, le Istituzioni

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di Guido Di Stefano

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Salviamo gli statuti, le costituzioni, le istituzioni

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     Salvare l’ordine significa salvare gli statuti, le costituzioni, le istituzioni al servizio dell’essere umano, l’autodeterminazione  dei popoli e le loro dignità-cultura-identità: se ci riusciamo avremo costruito la salvezza del mondo e il bene comune.

     Purtroppo la deriva corrente non è di aiuto e neppure di buon auspicio.

     Iniziamo l’analisi dall’alto: l’ONU!

     Leggiamo insieme le meraviglie del “preambolo”  e  dell’articolo 1, redatti a S. Francisco negli USA.

Noi, popoli delle nazioni unite, decisi

-a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità,

– a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole,
– a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e alle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,
– a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà,

E per tali fini

-a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l’uno con l’altro in rapporti di buon vicinato,
– ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale,
– ad assicurare, mediante l’accettazione di principi e l’istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sarà usata, salvo che nell’interesse comune,
– ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli,

abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini

Di conseguenza, i nostri rispettivi Governi, per mezzo dei loro rappresentanti riuniti nella città di San Francisco e muniti di pieni poteri riconosciuti in buona e debita forma, hanno concordato il presente Statuto delle Nazioni Unite ed istituiscono con ciò un’organizzazione internazionale che sarà denominata le Nazioni Unite.

Capitolo I

FINI E PRINCIPI

Articolo 1

I fini delle Nazioni Unite sono:

1)      Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;

2)      Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto del principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’autodeterminazione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale;

3)      Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale, culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;

4)      Costituire un centro per il coordinamento dell’attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni.

Poi fu  consacrato  all’ONU un grandioso palazzo di vetro a New York, nell’isola di Manhattan. Strane coincidenze: l’isola di Manhattan  fu acquistata nel 1626 da Peter  Minuit dietro pagamento agli indigeni Lenape di appena 60 fiorini in merci varie (qualcuno parla di poche armi da fuoco); il vetro poi indica senz’altro trasparenza: ma anche una prigione supercontrollata può essere  trasparente.  Sarà pure vero che dentro non c’è niente da nascondere: forse si decide fuori? Restano i fatti, per nulla confortanti:  se alle suddette nobili manifestazioni di intenti  teorie fosse seguita la pratica non vivremo l’attuale guerra ibrida e asimmetrica. E, tanto per aggiungere sconforto allo sconforto, è sufficiente considerare  come sono stati “accantonati” i segretari generali più decisionisti per il bene universale  (e magari per questo più sgraditi ai soliti): il diplomatico svedese  Dag  Hammarskjold  (definito da J.K. Kennedy il più grande statista del 20° secolo) deceduto in Rhodesia sett. ( Zambia) per un incidente aereo (eliminato ebbe a dire con amarezza Harry Truman); l’austriaco Kurt Waldheim, travolto dalle calunniose  accuse di complicità con i crimini di guerra del nazismo; il diplomatico ghanese Kofi Annan, infangato con  le mai provate accuse  di coinvolgimento nello scandalo Oil-for-Food .  Si potrebbe pensare che, come sempre, gli uomini liberi e giusti  vengono spazzati via dalla morte o dal fango.

     Passiamo ora a un altro “totem” dei nostri tempi: gli USA.

     Nella dichiarazione di indipendenza di Filadelfia del 4 luglio 1776 le 13 colonie “ribelli” in risposta alle vessazione della esosa e schiavizzante madre-patria risposero con un appassionato documento che, nella sua perfezione e giustizia, non lasciava spazio a dubbi e tentennamenti:la dichiarazione d’indipendenza  (Thomas Jefferson, John Adams, Benjamin Franklin, Robert R. Livingston e Roger Sherman).

    In Congresso, 4 luglio 1776

Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro popolo e assuma tra le potenze della terra lo stato di potenza separata e uguale a cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto, un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione.

Noi riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità; che per garantire questi diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.

Certamente, prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l’esperienza di sempre ha dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d’un malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo, allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l’avvenire.

Tale è stata la paziente sopportazione delle Colonie e tale è ora la necessità che le costringe a mutare quello che è stato finora il loro ordinamento di governo. Quella dell’attuale re di Gran Bretagna è storia di ripetuti torti e usurpazioni, tutti diretti a fondare un’assoluta tirannia su questi Stati. Per dimostrarlo ecco i fatti che si sottopongono all’esame di tutti gli uomini imparziali e in buona fede.

1). Egli ha rifiutato di approvare leggi sanissime e necessarie al pubblico bene.

2). Egli ha proibito ai suoi governatori di approvare leggi di immediata e urgente importanza, se non a condizione di sospenderne l’esecuzione finché non si ottenesse l’assentimento di lui, mentre egli trascurava del tutto di prenderle in considerazione.

3), Egli ha rifiutato di approvare altre leggi per la sistemazione di vaste zone popolate, a meno che quei coloni rinunziassero al diritto di essere rappresentati nell’assemblea legislativa – diritto di inestimabile valore per essi e temibile solo da un tiranno.

… omissis …

 8).  Egli ha fatto ostruzionismo all’amministrazione della giustizia rifiutando l’assentimento a l       leggi intese a rinsaldare il potere giudiziario.

9)  Egli ha reso i giudici dipendenti solo dal suo arbitrio per il conseguimento e la conservazione della carica, e per l’ammontare e il pagamento degli stipendi.

10). Egli ha istituito una quantità di uffici nuovi, e mandato qui sciami di impiegati per vessare il popolo e divorarne gli averi.

11), Egli ha mantenuto tra noi, in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dell’autorità legislativa.

12). Egli ha cercato di rendere il potere militare indipendente dal potere civile, e a questo superiore.

13). Egli si è accordato con altri per assoggettarci a una giurisdizione aliena dalla nostra costituzione e non riconosciuta dalle nostre leggi, dando il suo assentimento alle loro pretese disposizioni legislative miranti a:

acquartierare tra noi grandi corpi di truppe armate;

– proteggerle, con processi da burla, dalle pene in cui incorressero per assassinii commessi contro gli abitanti di questi Stati;

– interrompere il nostro commercio con tutte le parti del mondo;- imporci tasse senza il nostro consenso;..omissis…

Noi pertanto, Rappresentanti degli Stati Uniti d’America, riuniti in Congresso generale, appellandoci al Supremo Giudice dell’Universo per la rettitudine delle nostre intenzioni, nel nome e per l’autorità del buon popolo di queste Colonie, solennemente rendiamo di pubblica ragione e dichiariamo: che queste Colonie Unite sono, e per diritto devono essere, stati liberi e indipendenti; che esse sono sciolte da ogni sudditanza alla Corona britannica, e che ogni legame politico tra esse e lo Stato di Gran Bretagna è, e deve essere, del tutto sciolto; e che, come Stati liberi e indipendenti, essi hanno pieno potere di far guerra, concludere pace, contrarre alleanze, stabilire commercio e compilare tutti gli altri atti e le cose che gli stati indipendenti possono a buon diritto fare. E in appoggio a questa dichiarazione, con salda fede nella protezione della Divina Provvidenza, reciprocamente impegniamo le nostre vite, i nostri beni e il nostro sacro onore.

      Con ciò vogliamo invitare gli yankee a rivisitare la loro breve storia, perché ci sembra proprio che lo spirito coloniale del loro re sono ora loro as applicarlo verso il mondo intero, verso l’Europa, verso tutti i popoli che non accettano l’ordine unitario imposto da loro stessi e dai loro amici (o meglio fedeli colonizzati) e cosa più grave nei confronti di noi Siciliani raggirati, beffati, truffati, umiliati,  emarginati, mai trattati con stile “politicamente corretto). E si ricordino i nipotini dello zio Sam che la Sicilia in millenni di storia mai ha subito una così pesante e proditoria occupazione militare: Fu “provincia pubblica” (nazione smilitarizzata) la Sicilia e tale doveva restare se il trattato di Parigi non fosse stato infarcito di bizantinismi interpretabili nel senso voluto dal più prepotente.

     Comunque gli stessi principi “banditi” nella dichiarazione d’indipendenza furono reiterati nel preambolo della Costituzione del 15 settembre 1787.

      Però gli ultimi 50 anni di storia sembrerebbero indicare  che i governanti USA ricordano e praticano con insistenza la “memoria storica” delle guerre indiane (cioè quando è stata cancellata la nazione “indiana”) con operazioni belliche (qualcuno parla di massacri) precedute da opportune provocazioni e disinformazioni. Pertanto ci permettiamo di suggerire la lettura e lo studio degli atti e dei documenti prodotti dai grandi che li hanno preceduti.

       Così forse apprenderanno che i grandi rispettano i piccoli; che non si combattono le guerre per procura;   che “armiamoci e partite” è un atteggiamento dittatoriale; che non si deve vanificare l’autodeterminazione dei popoli; che la bontà dei governi non si quantifica con ul numero degli inchini servili, o con i lingotti d’oro e barili di petrolio che offrono a lor signori e ai plutocrati di turno; che i tecnocrati, per quanto specialistici (o meglio appunto perché specialistici e di visioni parcellizzate) sono un fallimento totale nel governo dei popoli.

       E soprattutto è devastante  affossare bilanci e costituzioni  dei popoli.

       E’ lecito obbligare  i così detti amici a indebitarsi per comprare e/o costruire armi? E’ etico obbligare gli alleati a modificare o aggirare artificiosamente le carte costituzionali (e i trattati internazionali) per andare a guerreggiare all’estero?  Si appellano al Supremo Giudice dell’Universo : ma non sarà che ormai si credono essi stessi la personificazione del Supremo Giudice e quindi si sono elevati al suo rango per  demonizzare altri popoli onde  impunemente  mettere a rischio l’Europa intera con ordigni nucleari? Facilissimo ostentare i muscoli restando in “terza” fila mentre avanti ci sta la “carne” da cannoni.

      E poi cosa significa la terminologia “trattato bilaterale”? Sinceramente ci dà l’impressione di  operazioni occulte firmate da persone vanitose (o forse insipienti se non peggio) e assurdamente vincolanti  per i popoli ignari,  che mai avrebbero approvato i discendenti  gravosi e spesso mortali impegni .

       Grandiosa giustizia la loro: a noi le radiazioni a loro il potere; a noi la fame a loro gli sprechi; a noi silenzio e schiavitù a loro schiamazzi e sprechi.

      Vogliamo verificare se  tutte le generose offerte  missilistiche ai paesi NATO  siano utili (in termini politici, militari, finanziari) soltanto agli USA per  mostrare al mondo i loro  “denti atomici” e quindi intimidire tutti amici e nemici? Che avessero ragione in estremo oriente quando definirono la grande America  “una tigre di carta con i denti atomici”?

     Cosa stanno donando al mondo gli yankees e i loro supporters occidentali? E’ semplice l’elencazione: la teocrazia monetaria-finanziaria, la teocrazia tecnologica ossessivo-compulsiva, le armi di distruzione di massa (o più precisamente del mondo e di ogni forma di vita), gli oltraggi alle origini, alle identità, alle culture, alle istituzioni sociali, alle costituzioni, alle libertà, alla giustizia, alla dignità dell’essere, alla verità, alla luce.

      Loro fini ultimi sembrano essere : le tenebre, il caos, lo strapotere fondato sul terrore, la spoliazione di miliardi di umani per l’arricchimento spropositato di qualche migliaio di novelli “re Mida”: chissà perché non hanno appreso bene la parte del racconto che “illustra” la non commestibilità dell’oro.

     Guardando più nel piccolo scopriamo gli Statuti Speciali e le legittime aspettative di indipendenza di vari popoli e notiamo un’altra endemica aberrazione occidentale: ogni diritto  è negato e osteggiato per i popoli  minori (tanto per dire) “più titolati e antichi” mentre viene incentivata e donata quando serve a indebolire un “nemico”  (una nazione che non si piega alle nuove e insieme vecchie divinità).

     A tal proposito ricordiamo che ciò rientra tra le usanze medievali, quando pochi “potenti” decidevano le umane sorti; quando pochi scatenavano guerre per scalzare i “legittimi” detentori del potere per sostituirli con sovrani (o governanti) a loro utili. Vi ricordate come finivano tutte le guerre? Con un magnifico trattato finalizzato a rideterminare  gli equilibri fino alla guerra successiva!  Poche notizie ci sono state tramandate su genocidi , esili e “spostamenti  di massa” con obbligo per gli indigeni di accettare e subire o perire.

     Ed oggi cosa succede? Rivoluzioni a varia denominazione e di sospette origini, esportazioni armate e sanguinose di democrazia e quant’altro per arrivare a cambi di governanti (o regnanti) non necessariamente migliori dei predecessori ma in ogni caso più utili ad alcuni! Proprio come fu, è e sarà: nei secoli bui, in pieno illuminismo, in due grandi guerre, nell’attuale scontro tra le forze del caos e l’umanità sana:  quell’umanità che riconosce nell’uomo libero, giusto e intellettivo il centro dell’universo; nell’uomo vera immagine del Creatore e come tale portatore di luce e pace.

      Riteniamo utile richiamare un passo evangelico, a beneficio dei governanti  per primi e dei popoli a seguire.

Gesù disse ai suoi discepoli: «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e Mammona (la ricchezza incontrollata). Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano ,  non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
Osservate  i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neppure Salomone,  in tutta la sua gloria, vestì mai  al pari di essi. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?

     Non si possono servire due padroni; non si possono servire contemporaneamente  Dio e Mammona: il primo è ordine, libertà, luce, giustizia, amore; il secondo è caos, schiavitù, tenebre, odio.

     A noi il libero arbitrio di servire il “padrone” giusto e salvare tutto ciò che è “bene”.

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