di Guido Di Stefano
Sarà che ci sbagliamo ma le mitiche sirene di Ulisse “cantavano” a occidente della sua meta finale, nell’ipotesi che la sua Itaca coincida con una delle isole dell’arcipelago greco.
La precisazione geografica per noi è d’obbligo perché noi “popoli meridionali del Mediterraneo” veniamo continuamente denigrati e offesi dai superuomini (per presunzione) stanziati al di sopra del 41° parallelo-N e a ovest del 8° meridiano-E: come dovremo considerarli noi? Forse dovremmo ricordare che il loro “trionfalistico” atteggiamento richiama alla mente il “miles gloriosus” di Plauto? Oppure che se ci venisse restituita l’indipendenza (nostra di diritto) non potrebbero spadroneggiare sul “mare nostrum”?
Torniamo al nostro eroe mitologico. Ulisse, istruito dalla “inclita Circe”, potè affrontare la malia delle sirene. Tappò con cera le orecchie dei suoi compagni, cui ordinò di legarlo all’albero della nave, di rinforzare le corde a ogni suo cenno manifestante il desiderio di libertà e di non mutare la rotta fino al cessare del pericolo. Così potè ascoltare l’ammaliante voce delle sirene e conoscere il loro messaggio, fatto di mendaci promesse. Già: le sirene leggevano nell’intimo delle vittime e assicuravano l’immediata realizzazione di ogni desiderio e sogno, per quanto “celati” nel più profondo dell’io.
Ulisse, l’essere umano intrepido e ansioso di conoscere, con l’aiuto di Circe (la maga “umana” perché parteggiò per l’uomo) umiliò le sirene.
Forse qualche essere o entità “assimilabile” alla inclita maga Circe esiste in questo nostro mondo (tanto a oriente quanto a occidente).
Finora però ogni eventuale maga Circe ha “istruito e parteggiato” invano perché troppi “vascelli” occidentali (o nazioni) non hanno un Ulisse a dirigere e/o non hanno un sufficiente numero di marinai disposti a farsi tappare le orecchie contro il suadente canto delle sirene e attenti perché Ulisse non si stacchi o venga liberato dall’albero (e imponga quindi una rotta verso il naufragio e la morte).
I venti d’occidente intanto trasportano senza sosta la “malia” delle moderne sirene, opportunamente amplificata e assecondata da troppi odierni nocchieri e marinai.
Le sirene odierne sono sirene senza distinzione di età, razza, sesso, estrazione culturale. Accarezzano le orecchie degli ascoltatori e ne addormentano gradualmente l’intelletto sì da convincere i popoli (traditi dai nocchieri e altri) della immediata attuazione di mirabolanti ma mendaci promesse.
Promettono (o minacciano) un nuovo ordine mondiale che forse segnerebbe il trionfo assoluto della disumana plutocrazia; promettono l’eterna giovinezza o in subordine la lunga vita e la vittoria su ogni malattia con l’automatismo (elettronico) delle diagnosi e la tempestività delle cure; promettono ancora il benessere economico (forse il loro?) e la serena e pacifica convivenza (magari come le bestie aggiogate allo stesso carro); e per non essere considerati rinunciatari promettono l’ulteriore dono del dominio assoluto (da esercitarsi a loro discrezione è sottinteso) sulla natura, sul mondo, sul sistema solare, sulle galassie, sull’universo (o universi) con annessi connessi e pertinenze comprese le eventuali vie di comunicazione spazio-temporali.
E al culmine parossistico del canto promettono, con sempre maggiore insistenza, quello che con i fatti continuamente negano alle genti: verità, giustizia, dignità.
Ovviamente il perfezionamento del tutto è possibile “affidando” gli esseri umani alle macchine “cibernetiche” tramite un semplice ed economici microchip! Fantascienza? Boh! I vantaggi di questo articolo elettronico (attualmente obbligatorio per gli animali di compagnia) viene citato con sempre maggiore insistenza per le “protezioni” finanziarie e sanitarie, in attesa che venga suggerito “espressamente” anche per l’ordine pubblico.
Non riscontriamo comunque tanta differenza tra il mito di allora e la realtà di oggi: Circe la maga (oggi avrebbe diversi epiteti negativi usati e abusati dagli attuali incantatori) conservava dei barlumi di umanità che pose al servizio dell’uomo Ulisse; le bellissime sirene, dalle loro voci vellutate e menzognere, annichilivano e annichiliscono gli umani dilettandosi a spingerli alla distruzione; però non sappiamo se in qualche posto si trovano assieme l’Ulisse giusto e l’equipaggio giusto per tenere il vascello lontano dai pericoli degli scogli e di altri vascelli impazziti.
Dove sta la salvezza? Nella verità, nella giustizia e nella scintilla divina che innalza l’umanità libera e “rispettosa”.