di Luigi Asero
Nessuno manderà a casa il governo, sostiene il premier Matteo Renzi. La bufera dentro la quale il governo si trova coinvolto non scalfisce (almeno apparentemente) l’ottimismo renziano. Sicuro, come sempre, del fatto suo il premier, che ha subito accettato le dimissioni del ministro Federica Guidi per la vicenda delle intercettazioni pubblicate che la coinvolgerebbero in un conflitto d’interesse.
Poco importa che le opposizioni abbiano disotterrato l’ascia di guerra. Da Forza Italia al Movimento Cinque Stelle.
La Procura della Repubblica di Potenza che sta indagando il compagno dell’ormai ex ministro Federica Guidi, Gianluca Gemelli, ne chiede anzi l’arresto e vuol sentire sia la stessa Guidi che il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. Anzi per il Gemelli chiede l’arresto. I magistrati potentini si recheranno a Roma nei prossimi giorni proprio per sentire i due esponenti del Governo. L’affondo principale di Matteo Renzi è contro il Movimento Cinque Stelle e il suo leader Beppe Grillo:
Il Pd ha deciso di querelare in sede civile e penale Beppe Grillo che pure alle condanne penale, a differenza nostra, è abituato. Accusare la comunità del Pd di essere complice e collusa, con le mani sporche di denaro e petrolio, significa insultare donne e uomini che non lo meritano. Andremo in tribunale e chiederemo i danni a Beppe Grillo
Ma la parte più grave sta nell’implicita minaccia lanciata alle forze di opposizione che hanno promosso contro il Governo una mozione di sfiducia. Renzi infatti scrive nella sua Enews settimanale:
Sanno perfettamente che l’unico modo per molti di loro di restare aggrappati ad una poltrona comoda e ben pagata è che questa legislatura vada avanti: con la nuova legge elettorale con le preferenze molti di loro non rientrerebbero in Parlamento nemmeno con le gite scolastiche. Dunque faranno ancora qualche piccolo show in Aula e poi torneranno alle loro cene romane a fantasticare su nuovi complotti: del resto i capi popolo sono persone che pensano che l’uomo non sia mai andato sulla luna, che le sirene esistano, che la mafia non ha mai ucciso nessuno. Noi del governo invece non raccogliamo le polemiche, continueremo a lavorare per l’Italia e per gli italiani
Un invito bello e buono a tutti quei parlamentari che possono temere la non rielezione a tenersi “caro” ciò che hanno conquistato, la “poltrona”. Forse, già in queste parole (scritte e non più smentibili pertanto) si ravvisa la vera anomalia di un premier che della democrazia sta facendo coriandoli. L’invito cioè a votare contro la mozione di sfiducia “al fine di mantenere la poltrona” è infatti contrario all’articolo 67 della Costituzione Italiana che testualmente recita:
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato
mentre all’articolo 94 si precisa che
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Nessuno manderà a casa il governo Renzi, forse. Non fino a quando chi lo ha voluto e sostenuto non avrà ritenuto compiuto il suo compito. Poi, forse, andrà a casa. In silenzio. Ma il danno sarà definitivamente compiuto.