di Vittorio Spada
Lo stanno denunciando un po’ da tutte le parti: il “pasticcio” delle Camere di Commercio c’è, si vede e si capisce anche. Ieri una denuncia precisa e dettagliata da parte dei responsabili di Confcommercio Catania nel corso di una conferenza stampa con tema le ultime iniziative prese dal presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e dall’assessore regionale alle Attività produttive Mariella Lo Bello sul rinnovo dei vertici delle nuove Camere, cioè di affidare a un “super” commissario la verifica dell’operato dei commissari in riferimento alle procedure adottate per l’insediamento degli organi camerali.
Presenti il presidente di Confcommercio Sicilia Piero Agen, il presidente di Confcommercio Catania Riccardo Galimberti, il presidente di Confcommercio Siracusa Sandro Romano, per Confesercenti Salvatore Politino, per la Fiarcom Salvatore Di Perna, una voce comune per mettere in luce i paradossi che emergono dalla situazione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa.
Riccardo Galimberti parla chiaro: La Regione, senza avere eccepito nulla di concreto, decide di violare la legge nominando un commissario per verificare il lavoro dei commissari nominati dal ministero Sviluppo Economico! Nella realtà non solo non vi è una contestazione concreta, ma al contrario ci sono documenti ufficiali che confermano la piena correttezza di tutte le procedure, documenti che dimostrano che si è artatamente continuato a giocare su voci, in particolare su Euromed e Fapi, ben sapendo che proprio a Catania queste associazioni erano ormai escluse dal procedimento. Sorprende che con nota ufficiale la Regione (rimangiandosi quanto in precedenza affermato e contrariamente a quanto affermato dall’assessore Lo Bello) abbia imposto alla Camera di Commercio di Catania di bloccare le procedure e di consegnare i risultati proprio quando si erano evidenziate gravissime irregolarità a carico di tre associazioni dell’altro schieramento.
Il riferimento di Riccardo Galimberti è a Confindustria: Quando parlano di fatti gravissimi alludono a loro apparentati che non hanno fornito alla Camera di Commercio le documentazioni obbligatorie in sede di controllo, o a chi ha fornito dati clamorosamente falsi in materia di di personale dipendente? La storia è sempre la stessa: se Confindustria non vince dichiara che vi sono irregolarità, vedasi il caso di Cosenza, dove è ancora in essere il controllo più che legittimo da parte della magistratura, ma dove il presidente è stato da mesi eletto nella persona di Klaus Algeri, e siede nella giunta di Unioncamere nazionale presieduta dall’avvocato Ivan Lo Bello!
Ma quale è, alla fine, il vero “nodo” della questione? Con parole semplici e significative lo illustra lo stesso Riccardo Galimberti: Il vero problema è il controllo degli aeroporti di Catania e Comiso, dove quella che è ormai evidentemente una minoranza non rinuncia a voler mantenere il controllo, addirittura con un crono programma che si allunga sino a novembre mentre le cariche del Consiglio scadano a giugno, sempre che non siano già scadute da un anno. Si parla di assemblee straordinarie, di riforme statutarie, di aumenti di capitale, di scelte determinanti per il futuro senza che i soci della Società di gestione, la Sac, possano esprimersi.
Riccardo Galimberti conclude: Ci sono interessi? Fate voi. Non vorremmo trovarci davanti a un nuovo scandalo: il fatto che ormai ci si riunisca nei parcheggi non può non preoccupare….
Ed ecco cosa dichiarano Crocetta e Maria Lo Bello
Nel pomeriggio di ieri (29 maggio) in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta afferma: “La verità trionfa sempre ed il tempo è galantuomo. La scelta del silenzio, portando fatti, è spesso l’unico modo per condurre un’azione amministrativa corretta. I rappresentanti della Regione Asi – Irsap, Camere di Commercio, i commissari dei comuni, hanno bocciato il tentativo di vendere le azioni dell’aeroporto di Catania ai privati, senza procedere come è più giusto e trasparente, ad una asta pubblica per la gestione dello scalo. Qualcuno aveva voluto ipotizzare che la Regione non procedesse addirittura all’insediamento degli organi di rappresentanza delle Camere di Commercio e all’accorpamento delle stesse, per favorire un’”OPA” sull’aeroporto.
I fatti – aggiunge il presidente – smentiscono coloro che non capiscono che l’azione di moralizzazione e trasparenza avviata da questo governo, ha pochi precedenti in Sicilia e forse anche nel Paese. Sulla legalità, sulla trasparenza, sulla lotta alla mafia, non facciamo sconti a nessuno. Per questo abbiamo revocato decine di appalti e stiamo controllando ogni settore della pubblica amministrazione, con risultati ogni giorno importanti. Dopo un punto di chiarezza e persino di onore su questa battaglia, adesso è possibile – dato che si sono concluse le verifiche necessarie sulle quote di rappresentanza delle categorie – unificare le Camere di commercio e legittimamente avviare la costituzione degli organi. In tanti dovrebbero chiedere scusa, non lo faranno. Si sa che l’umiltà non è di questo mondo. In ogni caso, io – conclude Crocetta – continuo a servire la Sicilia difendendo gli interessi dei siciliani e dei catanesi, con orgoglio”.
A sua volta l’assessore regionale Maria Lo Bello (sempre ieri) dichiara: Continua l’azione del Governo, caratterizzata da trasparenza e imparzialità. Nell’Assemblea della SAC svoltasi in data odierna, finalizzata all’avvio della quotazione in borsa, il Governo, infatti, per il tramite dei suoi commissari, ha detto NO a qualunque azione di quotazione in borsa, continuando in tal modo l’azione di tutela delle risorse pubbliche, che ha caratterizzato l’attuale legislatura. Nessuno pensi di tirarci la giacca, né da una parte, né dall’altra. L’agenda politica non ce la facciamo dettare da nessuno. Il nostro Vangelo è la correttezza delle procedure e l’assoluta trasparenza, legalità e imparzialità della nostra azione politico-amministrativa. Il mandato conferito oggi ai commissari di nomina del Governo regionale è stato chiaro ed inequivocabile: NO alla quotazione in borsa. La ragione di tale decisione è dipesa dalla necessità di effettuare la vendita del pacchetto azionario attraverso procedure ad evidenza pubblica, e ciò al duplice fine di massimizzare i profitti che deriverebbero dalla vendita e di verificare il possesso, da parte dei potenziali acquirenti, dei requisiti previsti dalle vigenti normative antimafia e dalle altre specifiche normative di settore sulla scelta del migliore contraente”.