di Vittorio Spada
Si trascina da mesi una situazione che ha del paradossale: tra commissari ed esposti alla magistratura, l’unione (o accorpamento, chiamatelo come volete) delle Camere di Commercio di Catania, Siracusa e Ragusa non si riesce a determinare, e un punto fermo non viene posto. Ora i deputati Cinquestelle del Catanese denunciano: “Un evidente eccesso di zelo del presidente, al limite dell’ingerenza”. Apprendiamo dalla stampa che il presidente Crocetta sarebbe pronto ad attribuirsi poteri ad egli non afferiti, in materia di accorpamento delle Camere di Commercio decidendo, di fatto, di bloccare i procedimenti previsti dal decreto 156 del 2011 al quale i commissari individuati dal Ministero si sono attenuti e ritardando, così, ulteriormente, la razionalizzazione già avviata nel resto del Paese, secondo cui le Camere di commercio da nove diventeranno quattro.
I deputati all’Ars e alla Camera M5S continuano: L’eccesso di zelo del presidente, che “vuole vederci chiaro sulla distribuzione dei seggi”, più che da fatti oggettivi, appare provenire da una maldestra imbeccata dalla “buca da suggeritore” che tira in ballo scenografiche, quanto strumentali, inchieste giudiziarie. Il presidente Crocetta dovrebbe sapere, ad esempio, che nel processo di accorpamento delle Camere di Catania Siracusa e Ragusa, a seguito della direttiva cautelativa del 6 aprile, pervenuta ai commissari nominati dal MISE da parte dell’assessore alle Attività produttive, che estendeva dal 5 al 30% le verifiche a campione sulla regolarità associativa e contributiva di tutte le organizzazioni interessate, e del 100% delle associazioni protagoniste di presunte iscrizioni anomale, già dall’ 8 aprile gli esiti di tali controlli sono stati depositati, nel pieno rispetto delle regole impartite dall’Organo competente Per quanto riguarda i ripetuti riferimenti a FAPI ed Euromed al protocollo dell’assessore regionale sono presenti le rinunce formali delle due organizzazioni. Tra l’altro, pare che FAPI ed Euromed fossero già state escluse dall’attribuzione di seggi sin dai primi controlli”.
I deputati M5S concludono: Tale presa di posizione in contrasto con i decreti ministeriali che hanno individuato già dei commissari che hanno svolto per tempo tutti gli adempimenti propedeutici ai decreti che giacciono nella borsetta dell’assessore Mariella Lo Bello (la stessa che il 20 marzo dichiarava il proprio impegno a non rallentare l’accorpamento), rischia di inficiare ad esempio le imminenti strategiche nomine del Cda della SAC che nei prossimi anni gestirà ingentissime risorse economiche e il processo di quotazione in borsa. Non vorremmo che tale “eccesso di zelo”, al limite dell’ingerenza, fornisse un assist alle mire del già noto Ivan Lo Bello, allora si che l’Anac dovrebbe intervenire”.
Il nodo della questione appare chiaro: riguarda la “gestione” degli aeroporti di Catania e Comiso. Sul tappeto non solo le nuove nomine del Consiglio d’amministrazione della SAC, ma anche (e forse soprattutto) tutto ciò che concerne e ruota attorno alla tanto preannunciata quotazione in Borsa della stessa SAC. Per oggi è stata programmata l’assemblea della società di gestione dei due scali, ma con molta probabilità la riunione salterà a seguito di una richiesta di rinvio da parte di uno dei soci, l’Irsap ex Asi.
Giovedì della settimana scorsa (26 maggio) Emanuele Lauria ha scritto sul quotidiano La Repubblica: (…) la Camera di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa è finita al centro di un’inchiesta giudiziaria. Quasi cento titolari di aziende, a Siracusa, hanno messo nero su bianco di non avere aderito ad associazioni che li avevano inseriti fra i propri iscritti. Le associazioni sotto accusa sono Fapi ed Euromed, che hanno fatto registrare un boom di iscrizioni fra il 2013 e il 2014. Numeri che non tornano al cartello di associazioni che ruota attorno a Confindustria nelle tre province orientali e che sono pronte a sostenere la candidatura alla guida della Camera di commercio di Ivan Lo Bello, oggi leader di Unioncamere. Sull’altro fronte c’è la Confcommercio di Pietro Agen, rivale di Lo Bello ma in ottimi rapporti con un altro esponente di spicco di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Fra gli indagati il segretario generale della Camera di Catania, Alfio Pagliaro.
E sempre su La Repubblica il giorno dopo (27 maggio): (…) la mossa di Crocetta consente alla SAC di proseguire nel percorso che la porterà all’ingresso in Borsa, caro a Lo Bello (…).
Un disegno che appare chiaro e che viene contrastato da Piero Agen e da Confcommercio che per oggi (30 maggio) hanno convocato una conferenza stampa a Catania “per rendere noto, chiarire e denunciare fatti di estrema gravità relativi al rinnovo camerale e conseguentemente alla gestione degli aeroporti di Catania e Comiso”.