Italia in ripresa economica. Istat: crollo degli ordini

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di Luigi Asero

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La ripresa economica mille e mille volte annunciata continua a tardare il suo trionfale ingresso. L’ultima batosta per i proclami del governo nazionale arriva dall’Istat che, come ormai tutti sapranno, ha reso noti i dati relativi alla produzione industriale del mese di marzo. E per la ripresa è un tracollo, la contrazione registrata (il calo cioè) è pari al 3,6% rispetto al mese di marzo 2015 e registra una discesa dell’1,6% rispetto al mese di febbraio. 

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Scesi anche gli ordinativi del 3,3% e il freno più forte (mai espressione fu più azzeccata) viene dal settore dell’auto che è sceso del 6,5%. Il dato più grave dal 2013. Cala sia la richiesta interna che gli ordinativi esteri. Calano ordini relativi sia a beni strumentali che intermedi e soprattutto beni di consumo i quali, sebbene subiscono una contrazione “solo” dello 0,6% sono indice di sempre minore “agiatezza” delle famiglie. O, se preferite, di maggior povertà.

L’unico settore che segna un incremento è quello relativo a computer e tecnologia.

Potremmo leggere e provare a interpretare questi dati in mille modi. Spiegare che le famiglie non possono acquistare sempre nuovi beni, forse leggere anche in positivo il dato che si è sempre più oculati nell’affrontare le spese e più attenti sui prodotti da acquistare o da sostituire. Purtroppo però ai dati Istat affianchiamo una nostra personalissima percezione: la crisi continua a esserci e impaurisce sempre più gli italiani.

Se da un lato è vero che sono arrivati provvedimenti tesi a migliorare la situazione occupazionale (come il job act) dall’altro è pur vero che il cittadino medio non riesce a percepirne l’efficacia. E non a torto forse se è vero che i dati reali (non quelli forniti dal governo negli spot da talk show) segnano un incremento della disoccupazione.

La distanza fra il mondo politico-istituzionale e il mondo reale è sempre più ampia, la percezione è che i posti in più che sulla carta sarebbero disponibili sono come il miraggio di un disperso nel deserto. Pura chimera.

Da qui il calo della domanda interna. Per gli stessi motivi (con l’apporto della concorrenza straniera) registriamo anche un calo della domanda esterna. Di fronte  a questi dati non rimane molto da dire. Nemmeno val la pena accusare dei continui vagheggiamenti in politichese in merito alla “uscita dal tunnel”, se fossimo in un’aula di Giustizia non resterebbe altro che “rimettersi alla clemenza della Corte”.

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2 Thoughts to “Italia in ripresa economica. Istat: crollo degli ordini”

  1. Giovanni

    Il titolo non rende bene il contenuto credo. “Italia in ripresa economica” è la prima cosa che si legge…. seguita da un punto.
    Consideriamo che in molti leggono solo i titoli 🙂

  2. Redazione

    Giusta osservazione. La prima parte è un proclama del Governo nazionale, la seconda sono purtroppo ennesimi dati di fatto.
    Verissimo che molti purtroppo leggono soltanto i titoli (quando li leggono), ma così facendo si disinformano da soli. E su questo nessuno può far nulla. (Luigi Asero)

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