Alcuni lavori di ristrutturazione mi costringono, no! non è vero mi danno l’opportunità, di trascorrere alcuni giorni nella casa al mare. Amo fare i piccoli lavori di casa, non potrei rinunciare a quel particolare stato d’animo che nasce dalla consapevolezza di riuscire a realizzare qualcosa da solo. Ma non è solo questo, c’è anche la impagabile sensazione di riuscire a ristabilire un contatto con una parte di me che, nel caos della vita quotidiana sembra sfuggirmi. Sono sensazioni che richiamano alla mente epoche trascorse, ma mai totalmente dimenticate, archetipi di una vita fondata su ritmi e consuetudini più vicini alla reale natura umana.
Questo mio forzato isolamento mi costringe a rivalutare il mio rapporto con la natura della terra in cui vivo, semplici elementi di opportunità come le condizioni meteorologiche, diventano fattori determinanti per stabilire i miei ritmi quotidiani e le mie attività operative. Il brutto tempo, il forte vento o, anche, il caldo eccessivo diventano elementi qualificanti che scandiscono i ritmi della mia quotidianità. In queste condizioni diventa stranamente facile riappropriarsi di ritmi che sembravano perduti per sempre, dormire con la finestra aperta, svegliarsi alle prime luci dell’alba, iniziare una attività, che è anche fisica, guardando il mare o la montagna e cogliendo quelle sensazioni che solo la quiete può dare. Indubbiamente sono fortunato, perché dalla finestra della mia camera da letto la prima cosa che vedo è il mare, e quando facendo colazione guardo fuori dalla cucina il mio sguardo cade sulla maestosità dell’Etna.
Avete provato a guardare L’Etna illuminata dalle prime luci dell’alba, il sole radente che rende nitidi anche i dettali più minuti, gli stessi dettagli che da li a poco scompariranno nella leggera velatura creata dal calore del sole. Si tratta di un momento magico. Sembra di osservare il quadro di un impressionista, dove ogni dettaglio è a fuoco e sembra essere a portata di mano. E che dire del mare illuminato dal sorgere del sole, non so voi ma io ogni volta che lo vedo ricordo uno stupendo paesaggio di Claude Monet intitolato il «Impressione, levar del sole». Poco importano le condizioni del mare, calmo o agitato il suo fascino resta immutato, e ogni giorno mi sembra di scoprire qualcosa di nuovo, qualcosa di inaspettato: il senso di vertigine che accompagna la mia anima scossa da tanta bellezza.
Sono eccessivamente romantico: non lo so! Decisamente sono innamorato di questa terra stupenda, capace di suscitarmi emozioni infinite, belle e brutte, piacevoli e dolorose. Perché in questa terra convivono la bellezza della natura, anche nei suoi aspetti più duri e dolorosi, e il siciliano, uomo profondamente legato alla sua terra, il siciliano che sfrutta incoscientemente il territorio ma dichiara al contempo di amarlo e di non poterne fare a meno. Si tratta dello stesso uomo che se lontano dalla sua terra natale non vede l’ora di farvi ritorno, e se costretto ad emigrare lontano, vivrà con un’unico desiderio tornare a morire nella terra dei suoi avi.
In questi ultimi due o tre giorni, la mia Sicilia è riuscita a darmi emozioni che molti uomini probabilmente non vivranno mai nella loro vita. Lo spettacolo dell’Etna in eruzione, spettacolo pirotecnico ineguagliabile preannunziato da tremori ed esplosioni che hanno portato all’evento eruttivo. Il parossismo raggiunge il suo apice quando le esplosioni dai crateri sommatali si susseguono a ritmo infernale, non è facile spiegare la sensazione che si vive quando si viene svegliati dalle esplosioni che fanno tremare i vetri di casa, e, anche se diciamo di esserci abituati, in realtà è sempre come se fosse la prima volta. Svegliarsi dopo una notte di boati e vedere un’alta colonna di fumo e cenere levarsi in cielo, colonna che può essere alta anche diversi chilometri, e prosaicamente augurarsi che la cenere non cada sulla nostra testa. Al tramonto volgere nuovamente lo sguardo verso la montagna, come noi affettuosamente chiamiamo l’Etna, e notare dei bagliori rossastri che la illuminano in lontananza; la nottata, nuvole permettendo, promette uno spettacolo unico.
Il giorno dopo mi sono svegliato con una strana sensazione di oppressione, il tempo era uggioso, le nuvole scure avevano ritardato la mia naturale sveglia quotidiana, ed ora la mia attenzione era richiamata da una pioggerella fitta che cadeva fuori dalla finestra. Ma come capita spesso da noi, la spiaggia portava con se qualcos’altro, la sabbia del deserto. Il mondo fuori si stava colorando di giallo. E poi nel giro di poche ore il tempo cambiava nuovamente, le nuvole venivano spazzate via da un forte vento di grecale, il vento predominante della Sicilia orientale, che soffiando sempre più forte, aveva allontanato le nuvole e aveva gonfiato il mare. Lo spettacolo che ammiravo dalla mia finestra era quello di un mare in burrasca, con alte onde che correvano parallele alla costa e creste di schiuma che si rincorrevano attorcigliandosi, facendomi sentire piccolo e indifeso.
Lo spettacolo della natura è sempre grandioso quale che sia la sensazione che ispira, calma placida o violenza incontrollabile. E tutto questo io ho il privilegio di viverlo in diretta, in una terra meravigliosa che non vorrei lasciare per nulla al mondo. Esistono infiniti posti meravigliosi in cui vivere, ma, per me e credo per tutti i siciliani, almeno per quelli orgogliosi di esserlo, nessun altro posto è più bello della nostra terra.
Francesco Calì