di Carlo Barbagallo
Fra i tanti simboli che possono mostrare quale sia il vero rapporto Roma/Sud, uno in particolare li assembla tutti, o quasi: l’autostrada A3, meglio nota come la Salerno – Reggio Calabria. Giorni addietro (11 maggio, a poco più di una settimana dalle trionfalistiche dichiarazioni del premier Matteo Renzi con le quali ha dato per certo la conclusione dei lavori per il prossimo dicembre) su mandato della Procura di Vibo Valentia, la Guardia di Finanza ha sequestrato 8 chilometri dell’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, compresi tra gli svincoli di Mileto e Rosarno. Sono 21 le persone indagate: dipendenti e dirigenti dell’Anas, i progettisti dell’opera, il direttore dei lavori, e il legale rappresentante della società che ha realizzato i lavori. I reati ipotizzati sono di disastro doloso, falso ideologico e materiale in relazione alla concessione di lavori in sub appalto senza la prescritta autorizzazione da parte della Stazione appaltante e truffa ai danni di ente pubblico circa l’indebita percezione di pagamenti per smaltimento di rifiuti di lavorazione. Il motivo principale che ha indotto la Procura di Vibo Valentia al sequestro del tratto di autostrada è che i piloni che sostengono i quattro viadotti realizzati sul fiume Mesima, nel tratto tra gli svincoli di Mileto e Rosarno, presenterebbero un profilo di tangibile rischio idraulico-idrogeologico e sono a rischio di crollo molto elevato. I piloni sprofondati nel letto del Mesima risulterebbero usurati nelle fondamenta e, in parte, scalzati dalla sede su cui poggiano. Nel corso degli anni, infatti, l’acqua del Mesima avrebbe eroso parte della struttura dei piloni, tanto che i tecnici indicati dalla procura hanno constatato infiltrazioni d’acqua molto significative all’interno dei piloni. La costruzione delle strutture lungo il letto del Mesima, secondo i tecnici, inoltre, potrebbe determinare fenomeni di esondazione. Il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, ha affermato che le indagini proseguono sul fronte della sicurezza dell’opera e su quello delle somme in più percepite.
Come può notarsi, non hanno ancora la parola “fine” le vicende “negative” legate alla realizzazione dell’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria: è un filo di lana (leggasi “asfalto”) lungo 443 chilometri, tirato per la prima volta nel 1962 per raggiungere dal centro/nord lo Stretto di Messina nel migliore dei modi: un’arteria di collegamento indispensabile per fare uscire dall’isolamento il Sud e la Sicilia. Certo una “favola” più concreta di quella del Ponte, ma nonostante che sia trascorso oltre mezzo secolo, non conclusa ai giorni nostri.
Paolo Foschi, Alessandro Fulloni e Carlo Macri giorni addietro su Il Corriere della Sera hanno raccontato pezzi della storia infinita della Salerno – Reggio Calabria, ricordando, per esempio, come Tutto cominciò con una legge del 1961. Voluta dall’allora leader socialista Giacomo Mancini. E centrata sulla convinzione che quella strada rappresentava un secolo dopo «il compimento dell’Unità d’Italia (…). E poi come l’allora presidente del Consiglio Amintore Fanfani nel 1962 prevedeva la pratica risolta in due anni (…). E poi come nel 1987 Craxi, allora premier, assicurò: la Salerno-Reggio Calabria sarebbe stata sistemata con 1.000 miliardi, ovvero 983 milioni di euro di oggi. Cinque anni più tardi i miliardi erano diventati già 5 mila. Altri cinque anni e il preventivo salì a 6 mila. E ancora: 4 miliardi nel 1997, a 6,9 nel 2004, a 9 nel 2008, a 9 miliardi 698 milioni nel 2010 (…). E poi “Sistemata in cinque anni”, puntualizza nel 2000 il ministro Nerio Nesi (governo Prodi). “Finiremo nel 2004-2005”, conferma l’anno dopo il berlusconiano Pietro Lunardi. “Nel 2008”, rettifica l’Anas rispondendo alle accuse (“di questo passo finiranno nel 2040”) della Cgil. “Sì, nel 2008”, si adegua Lunardi. “Ce la faremo per il 2009”, assicura Berlusconi nel 2006. A febbraio 2009 Altero Matteoli profetizza: “Per fine 2011 o inizio 2012”. Finché il 29 settembre 2010, in parlamento, il Cavaliere decreta: “Sarà completata nel 2013”. Risate in aula. In quelle ore, Matteoli dichiara alle agenzie: “Sarà pronta per il 90% entro il 2014” (…). Un cantiere lungo cinquant’anni. Da riassumere così: mazzette, pizzo, sprechi, errori incredibili di progettazione, correzioni di rotta ancora più assurde e pericolose, sabbia al posto del cemento, morti ammazzati per accaparrarsi gli appalti, morti bianche nei cantieri, morti ammazzati nel corso di rapine ai danni di famiglie in viaggio, morti seppelliti da frane perché il percorso si snoda su aree geologicamente a rischio (…).
L’Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria? Come detto, rappresenta bene il rapporto Roma/Sud: un continuum che fa comodo un po’ a tutti mantenere come è stato, come è, e come sarà: un filo di lana che si spezza continuamente… per essere riannodato a vantaggio degli ultimi arrivati nella Capitale.