Concluso una settimana addietro il
summit del Club Bilderberg
a Dresda al Kempinski-Hotel Taschenbergpalais.
Nessuna notizia su quanto deciso è trapelata
di Salvo Barbagallo
Si è concluso una settimana addietro (domenica 12 giugno) il summit del Club Bilderberg tenutosi a Dresda nell’accogliente e riservato Kempinski-Hotel Taschenbergpalais, ma sulle conclusioni alle quali sono giunti i 150 partecipanti nessuna notizia concreta è trapelata.
In questo caso e vista la caratura dei partecipanti il silenzio equivale a riservatezza e non certo può essere paragonato all’omertà di siciliana memoria, caratteristica principale dei mafiosi d’altri tempi. Eppure in quello che i partecipanti amano chiamare “meeting” sono stati discussi argomenti importanti che riguardano un po’ tutti i cittadini del mondo, argomenti fissati e resi pubblici nel programma degli incontri, quali Attualità, Cina, Europa: migrazione, la crescita, la riforma, la visione, l’unità, Medio Oriente, Russia, Stati Uniti panorama politico, economia: la crescita, il debito, la riforma, Sicurezza informatica, Geo-politica dei prezzi dell’energia e delle materie prime, Precariato e della classe media, Innovazione tecnologica. Argomenti enunciati e discussi le cui risultanze non sono state rese note. Come è nella tradizione del Club Bilderberg. Inutile e retorico chiedersi il perché.
Come osservatori, studiosi e analisti hanno fatto rimarcare, gli interessi del “Club” ruotano attorno ad un’unica prospettiva: l’eliminazione degli Stati nazionali e dei diritti sociali, la creazione di un’immensa classe umana precarizzata, nomade e vagante disposta a tutto pur di sopravvivere, la distruzione delle costituzioni e dei confini nazionali, la creazione di nuovi Trattati internazionali vincolanti mediante il primato economico e bancario, l’offensiva integrale al mondo del lavoro e delle garanzie sociali.
“Una storia d’amore col silenzio”, così il Guardian definisce la segretezza intorno al summit Bilderberg, un meeting annuale del quale un tempo si parlava assai poco sui media, ma il cui interesse tende a crescere, anno dopo anno. La ragione è semplice, vi partecipano alcuni fra i più potenti capi di Stato, vertici delle multinazionali, alcuni giornalisti, e ciascuno rigorosamente vincolato a tacere sui contenuti dell’incontro. Questo garantirebbe la libertà di espressione dei partecipanti. Tanta “riservatezza” appare ingiustificata e suscita inevitabilmente sospetti.
L’inviato del quotidiano The Guardian a Dresda ha cercato di avvicinare qualcuno dei partecipanti, con scarso risultato. Fra coloro che ha tentato di intervistare anche un esponente dell’alta finanza italiana, Franco Bernabé, al quale ha chiesto se si sarebbe tenuta una conferenza stampa. La sua risposta, dopo una risata: “Ci sono un po’ di vostri colleghi nella conferenza, membri della stampa. Giornalisti”. Significativo il commento dell’inviato del The Guardian: Vero, ma vincolati dall’omertà del Bilderberg; che farsene, del resto, di giornalisti che non possono esercitare il loro obbligo d’informare?
E per tutelare la “privacy” del summit sono stati impiegati mille poliziotti che hanno fatto cordoni progressivi attorno al Kempinski-Hotel Taschenbergpalais. Da ricordare che uno dei punti all’ordine del giorno nel summit Bilderberg del 2014 è stato: “La privacy esiste” Al presidente del comitato direttivo del Bilderberg, Henri de Castries, è stato chiesto di recente se la privacy era morta, e lui ha risposto semplicemente: “Sì.” Potrebbe essere morta per la maggior parte della gente, ma la privacy sembra essere viva e vegeta al Bilderberg.
Ma forse non si tratta di semplice “privacy”. E infatti nulla è trapelato sulle questioni di vitale importanza, quali il Trattato transatlantico di libero scambio tra USA e UE, che dovrebbe essere definitivo entro la fine dell’anno in corso, l’annullamento del rischio Brexit sulla permanenza della Gran Bretagna all’interno dell’Unione Europea, il “problema Russia” per la crescente influenza che esercita Putin, le elezioni negli Stati Uniti, la globalizzazione nelle sue svariate sfaccettature, tutte, ovviamente, riferite all’economia. Nulla di nuovo o particolarmente “scandaloso” o “allarmante”, insomma, tenuto conto che il Club Bilderberg rappresenta una rete di interessi interdipendenti di tipo finanziario e politico, economico e industriale. C’è da stupirsi se il Club Bilderberg è paragonato a un “governo occulto” che opera nell’ombra pur presentandosi apertamente? Un “governo occulto” che determina le linee generali di una politica mondiale dell’economia?
è molto importante che i media comincino finalmente a parlare del Bilderberg, ma attenzione a farlo con esattezza.
L’ultima foto, del cordone di polizia, è dell’anno scorso: quello era il checkpoint sud per accedere all’Interalpen hotel di Telfs.
Di cordoni di polizia, per l’appunto, quest’anno non ce ne sono stati!
Lei ha perfettamente ragione e chiediamo scusa per l’errore in didascalia fotografica. Purtroppo una piccola testata senza fondi non ha possibilità di reporter “sul campo”. Provvediamo a correggere le didascalie augurandoci che sia gradito quanto sostenuto nell’articolo. Grazie (L.A.)
i loro obbiettivi sono pura illusione, oramai la gente si è svegliata e basta guardare alle varie nazioni che stanno mettendo in discussione il concetto di europa unita così com’è, basta guardale alla gran bretagna e alla brexit, l’austria ecc…sono in decadenza oramai da qualche anno, cinesi e russi stanno oramai avanzando semprè più…fra qualche decennio non gli rimarrà neanche il ponte sopra la testa…