Gioca coi fanti e lascia stare i Santi

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di Salvo Barbagallo

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Non abbiamo mai espresso la nostra opinione su Papa Francesco e sul suo modo di dialogare con la gente. Non lo facciamo neanche ora mentre esprimiamo alcune “impressioni” strettamente personali. Fra l’altro, abbiamo in “simpatia” Papa Francesco. Ma.

Abbiamo l’impressione (che, ovviamente, può essere errata o distorta per l’assenza di riscontri diretti), abbiamo l’impressione che Papa Francesco stia adottando, nella sua vivace ed effervescente operatività, il vecchio detto “Gioca coi fanti e lascia stare i Santi”. Questa impressione ci deriva dalla circostanza che vediamo in Papa Francesco più “interessamento” a ciò che fanno gli uomini nella loro vita profana e meno “interessamento” al rapporto che gli uomini possono (o dovrebbero) avere con il Trascendente. Comprendiamo perfettamente che i tempi che tutti viviamo sono particolari, e che parlare dell’anima o della coscienza possa sembrare anacronistico, ma c’è sembrato quantomeno curioso vedere scendere nel complesso campo dell’agone terreno il rappresentante della Religione Cristiana che afferma – come riferiscono quasi tutti i mass media – la Chiesa non deve mettersi in politica ma deve mettersi nella grande politica, perché, come diceva Paolo VI la politica è una delle più alte forme dell’amore e della carità.

vatNoi innanzitutto, da umili individui di strada, oggi come oggi più che mai, non riusciamo a comprendere la differenza fra “alta politica” e “politica”, così come, oggi come oggi più che mai, non riusciamo a identificare la politica come una delle più alte forme dell’amore e della carità. Forse sarà perché noi siamo umili individui di strada e non sediamo nelle splendide sale del Vaticano, e da umili individui di strada “credenti” non riusciamo a comprendere la frase La Chiesa è chiamata a compromettersi. Certo, le frasi “staccate” dal loro insieme possono mutare il loro significato, ma sono comunque (contesto o non contesto) frasi dette che vengono “captate” in maniera diversa da individuo a individuo e possono “anche” apparire come “messaggi”, anche quando non lo sono oggettivamente.

Quel che non ci appare chiaro è se Papa Francesco parla da Capo di Stato (Stato della città del Vaticano) o come Capo spirituale della Religione Cristiana (che risiede nella Santa Sede, cioè in Vaticano). Nel primo caso le sue continue (e spesso “opportune”) trasferte nel mondo profano (altri le definiscono “intromissioni”) possono avere una specifica valenza; nel secondo caso possono avere un’altra specifica valenza. Si tratta sempre di “interpretare “ un verbo. Non è facile. Ecco perché ci è tornato in mente il vecchio detto Gioca coi fanti e lascia stare i Santi…

 

 

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