Libia/Sicilia: Jihadisti in fuga travestiti da migranti?

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di Vittorio Spada

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SIRT1Da mesi si ipotizza da più parti che jihadisti possano infiltrarsi nell’incontrollato flusso di migranti/profughi che dalla Libia cercano di raggiungere le coste della Sicilia. Le competenti autorità italiane hanno costantemente rassicurato che nessun “segnale” confermava questa ipotesi, tenuto conto che i controlli effettuati regolarmente escludevano la presenza di presunti terroristi tra i fuggitivi diretti in Italia. L’offensiva delle forze militari del nuovo governo libico in Sirte che stanno costringendo il Califfato jihadista ad abbandonare le posizioni conquistate, sta provocando la fuga di molti militanti dell’Isis. Ed ecco che da alcuni giorni la stampa britannica ha rilanciato l’allarme: “Centinaia di terroristi dello Stato islamico potrebbero imbarcarsi per l’Italia ‘travestiti’ da migranti dopo la sconfitta del gruppo estremista a Sirte, ormai ex feudo del sedicente ‘califfato’ in Libia”. Secondo il Daily Mail, i combattenti dell’Isis si sarebbero tagliati barba e baffi per confondersi tra i migranti in viaggio verso l’isola di Lampedusa e le coste della Sicilia. La notizia sarebbe confermata anche dalle pattuglie della Guardia costiera libica che – sempre secondo il quotidiano britannico – avrebbero visto alcuni miliziani dell’Isis dirigersi ad ovest, nell’area di Sabrata e Zuara, dove partono le carrette del mare dirette in Italia.

Augusta, in atto le operazioni di sbarco di migranti giunti a bordo della SirioLorenzo Cremonesi due giorni addietro su “Il Corriere della Sera” tracciava un chiaro quadro della situazione che la Libia sta vivendo in questi giorni: “A due anni esatti dalla presa di Mosul in Iraq, Isis appare sempre più prossimo al collasso. Nel giugno 2014 sembrava destinato a imporre un nuovo ordine sul Medio Oriente in nome del jihadismo wahhabita, tanto da poter ridisegnare i confini definiti cento anni fa da Francia e Inghilterra sulle rovine dell’Impero Ottomano sconfitto nella Grande guerra. Ma negli ultimi mesi ha perso quasi il 50 per cento delle terre sotto suo controllo in Iraq. In Siria le perdite ammontano a oltre il 20 per cento e la sua roccaforte a Raqqa potrebbe cadere presto sotto la pressione «a tenaglia» delle forze leali alla dittatura di Bashar al Assad, con il sostegno determinante di Russia, Iran e delle milizie sciite libanesi, e da nord delle milizie curde siriane aiutate soprattutto dagli Stati Uniti. In Libia la disfatta totale a Sirte, suo centro principale, è imminente. Però Isis resta un mostro a più teste, caratterizzato da dinamiche diverse nelle situazioni in cui opera. I suoi rovesci militari hanno dunque valenze e conseguenze differenti a seconda dei contesti. E non è affatto detto che, una volta persa la sua dimensione di «Califfato» caratterizzato dal controllo territoriale quasi-statuale, non torni a quella della guerriglia terroristica-qaedista”.

SIRT3È proprio quest’ultimo aspetto segnalato da Cremonesi che dovrebbe mettere in guardia sulla minaccia Isis/Daesh: “non è affatto detto che, una volta persa la sua dimensione di «Califfato» caratterizzato dal controllo territoriale quasi-statuale, non torni a quella della guerriglia terroristica-qaedista”. È pertanto consequenziale e di primaria importanza il controllo dell’identità dei rifugiati sin dal loro momento di accoglienza sulle navi che li hanno soccorsi e, quindi, una volta su terra italiana, uno “smistamento” regolamentato nei centri di assistenza. Un lavoro non facile da parte dei competenti organismi nazionali, tenuto conto che molti (moltissimi) migranti/profughi fanno perdere le loro tracce una volta sbarcati. Una situazione delicata, visto il continuo e crescente flusso di migranti che cercano di raggiungere la Sicilia (2.500 disperati salvati negli ultimi giorni), e considerato che i centri di accoglienza nell’isola sono già in situazione di sovraffollamento già, dunque, in condizione di collasso.

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