di Guido Di Stefano
E tra i detti che dovrebbero esprimere “saggezza” comparve un giorno anche il ricorrente ritornello (variamente riadattato a circostanze e luoghi): “ogni popolo ha i governanti che si merita”.
Forse anche molti di noi abbiamo abusato della suddetta espressione che suona “condanna” per i popoli presi di mira e “alibi assolutorio” per i governanti, i cui limiti vengono semplicisticamente attribuiti al popolo che li ha generati.
Trattandosi di un detto quasi proverbiale dovrebbe trovare giustificazione e conforto nella storia prima che nella quotidianità.
Così tanto per orientarci percorriamo velocemente la storia e evidenziare gli interrogativi che i fatti impongono.
La caduta dell’impero romano di occidente non è certamente attribuibile ai “meriti” del popolo come tale, bensì ai vertici politico-militare-religiosi sulle cui nomine (o scalate di potere) nulla era all’epoca l’influenza della gente comune ma determinante nelle mani di chi un qualsiasi potere esibiva fosse vesso do origine terrena o divina.
Le conseguenti e successive invasioni (dette barbariche) non furono sponsorizzate dalle genti; però su esse cominciarono a speculare tanti “vertici” su cui i popoli non potevano influire, dovendone però portare i pesi “comandati”.
Le alterne vicende con gli Arabi non consentirono ai popoli di scegliere i governanti né le reazioni da adottare, anche se a tratti furono premiati dalla presenza e “illuminazione” di qualche regnante.
Non sembra che i popoli bramassero andare a combattere le crociate ma dovettero subire (e con essi anche i loro sovrani) la “pia” imposizione da chi il potere esercitava coercitivamente per auto-proclamazione universale.
I popoli non hanno chiesto il genocidio dei Catari, decretato da una commistione di poteri religiosi e politici dove imperavano non eletti come rappresentanti ma comunque dominatori (oppressori) dei popoli.
Gli ideatori ed esecutori della grande inquisizione governavano e tiranneggiavano mescolando sacro e profano, ma non erano proprio stati scelti dai popoli che ne avevano dovuto soffrire le follie e le crudeltà: meritavano i popoli quella blasfema commistione di sacro e profano, finalizzata all’appropriazione indebita di ricchezze e all’esibizione di ingiusto potere?
E la strage degli Ugonotti?
E le guerre di successione?
E le guerre di conquista per inventare imperi?
Chi rappresentavano i “governanti” se non se stessi, violenti, viziosi, insaziabili di denaro e potere.
Qualcuno dirà che con l’era moderna i popoli cominciarono a scegliere i propri capi e quindi diventarono partecipi delle malefatte governative: ma ne siamo certi? Basta un particolare per smontare questo assioma: il famigerato (perché abusato ad arbitrio) segreto di stato.
Sono stati i popoli a volere e decretare le guerre coloniali, le guerre mondiali, i massacri, gli stermini , i genocidi, l’impiego delle armi di distruzione di massa?
Dove sono i carteggi e le comunicazioni varie (anche telefoniche) tra i principali attori delle follie che hanno devastato il pianeta? Segreto di stato!
Forse le guerre mondiali non si sono mai chiuse. Di chi è la colpa? Non certo dei popoli che sognarono, sognano e sogneranno la pace in un mondo di fratelli.
Sogni, sempre sogni vanificati da un coacervo di poteri visibili e occulti che nelle genti vedono solo dei numeri.
Quanti considerano il “potere” come un servizio da rendere con giustizia agli umani sottoposti e non uno strumento di imperio e arbitrio? Pochi, molto pochi, a tratti forse nessuno.
Eppure non sono mancate le esortazioni di servizio: “chi vuol essere il primo sia il servo di tutti”; “merita il potere chi ogni giorno lo rende più giusto”. Vi lasciamo il piacere di riscoprire le relative menti generatrici. Indichiamo solo che separano i due detti diciannove secoli passati invano e alcune migliaia di chilometri da sud a nord.
E spesso ci chiediamo a cosa servono le votazioni democratiche:
- se poi gli eletti disattendono le promesse elettorali?
- se poi gli eletti cambiano casacca?
- se poi i governi decidono d’imperio variazioni anche oppressive e liberticide nelle impenetrabili stanze del potere, imponendo “sic e simpliciter” gli oneri derivanti ai popoli?
- se nei fatti spesso viene meno la separazione dei tre poteri democratici (legislativo, esecutivo, giudiziario) in virtù di procedimenti e usanze discutibili (voti di fiducia, governi “designati”, nomine politiche …)?
- se molti organi di informazione (cartacea e/o cibernetica) non esercitano (a dovere) il loro ruolo di quarto potere a difesa dei popoli, i loro datori di lavoro?
- se influenti vertici religiosi “parzializzano” problemi e necessità, privilegiando alcune correnti di pensiero, quindi dimenticando grande parte dell’universo dei miseri e degli oppressi, e per di più con interventi pubblicizzati che “calcisticamente” sembrano interventi a gamba tesa??
- se gli stati gradualmente stanno abdicando al “potere” di garantire gli stessi diritti e imporre gli stessi doveri a tutti i cittadini, senza distinzione di censo, cultura, religione, sesso, razza, provenienza …?
- Se i governi tendono a procedere con trattati bilaterali (dai contorni indefiniti) e accordi secretati fino alla loro “esplosiva esposizione”?
- se è stato “allentato” il controllo e di converso è stata consentita l’abnorme e totalitaria crescita di altri poteri (di tipo economico – finanziario) per i quali gli uomini sono sacrificabili per i loro profitti e la loro potenza “globale”:
- se per una sorta di indottrinamento (con lavaggio del cervello o meno) si impongono alle genti “veritiere” menzogne (amici se “servi”, nemici se “liberi”, ricchezza-successo-potere sinonimi di intelligenza-fenicità-onestà) quasi fossero dogmi di vita e sopravvivenza?
- se per un misterioso contagio tutti i gestori di un qualsiasi potere si stanno allineando nello schieramento dei “cultori” del nuovo ordine mondiale unipolare con l’ausilio di “macchine elettroniche” controllate che consentiranno a poche divinità di manovrare i piccoli “cursori” umani e i loro beni (specie la moneta virtuale)?
Certo il controllo dal mondo virtuale pone in discussione un ricorrente allarme: l’effetto devastante di una qualsiasi enorme tempesta magnetica che dovesse investire la terra! Questa eventualità, se vera, già all’origine toglie ogni credibile validità alla creatura virtuale del nuovo ordine mondiale.
Per quanto sopra sembrerebbe che ben poche colpe (alias de-meriti) sono attribuibili ai popoli (specie per i loro sogni) per le inettitudini o peggio le nefandezze conseguenti all’arroganza dei governanti preposti.
Chi salverà i popoli dagli errori dei governanti?
Pacificamente ragionando diciamo che tutti i cittadini che compongono un popolo sono determinanti e ancora di più lo sono i fedeli servitori dello stato (o meglio del popolo) se presenti negli organi di ogni nazione:
- “liberi” e umani parlamentari a legiferare;
- “giusti” e dignitosi giudici a giudicare;
- “fedeli” e accorti tutori della legge a vigilare e indagare;
- etica e cultura non di parte a formare..
Diversamente se ci andrà bene saremo obbligati ad assistere a un assurdo teatrino di governanti che a giorni alterni loderanno il bianco e il nero, mentre l’umanità scivola verso la tragedia. A meno i registi e i manovratori di scena cercano di distrarci perché magari temono o hanno “scienza” di qualche sconvolgimento o qualche , “choc” cognitivo perché (tanto per dire) sta per succedere qualcosa che è accaduta ai tempi di Giosuè.