C’è chi si accorge che lo Statuto Siciliano viene violato

Stefania Prestigiacomo
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di Carlo Barbagallo

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Le decisioni probabilmente non cambieranno mai perché vengono prese lontano (chissà dove?), ma quantomeno c’è qualcuno che denuncia qualche violazione dello Statuto Speciale Autonomistico della Sicilia. A scendere in campo è la parlamentare Stefania Prestigiacomo, parlamentare maturata nella non dimenticata scuola politica dell’ex ministro Salvo Andò, che contesta l’accordo Stato/Regione che recentemente ha “sbloccato” 500 milioni per la Sicilia.

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sicilia-affondaAfferma Stefania Prestigiacomo in una sua nota: Ignoranza costituzionale. Solo a questo si può addurre l’accordo siglato tra Stato e Regione Sicilia, riportato nell’articolo 11 del Dl enti locali, che di fatto svende l’Autonomia della Regione. Se l’articolo 11 venisse approvato così come è stato redatto e presentato, la Sicilia sarebbe di fatto commissariata ed il suo Statuto modificato.

La parlamentare di Forza Italia continua: I professori Gaetano Armao e Andrea Piraino, auditi (4 luglio, n.d.r.) in Commissione Bilancio della Camera – prosegue -, hanno demolito l’accordo firmato dal Governatore Crocetta, sia nel merito che nelle modalità. L’articolo va necessariamente cambiato, non possiamo accettare così tacitamente, che lo Stato intervenga così a gamba tese su una Regione a Statuto Speciale. Crocetta. si assuma le sue responsabilità e non scarichi su tutta la regione la sua inettitudine.

E mentre la Prestigiacomo spara ad alzo zero, ecco la relazione presentata ieri (5 luglio) dal presidente delle sezioni riunite della Corte dei conti, Maurizio Graffeo sul bilancio della Regione nel 2015, che sottolinea un “buco “da 6,9 miliardi di euro da residui attivi e passivi cancellati”. E così si esprime la relazione: Nel rinviare la discussione sulle modalità di copertura di tale disavanzo tecnico, la Corte ritiene di dover richiamare la responsabile attenzione del governo regionale e dell’Assemblea su una prospettiva che si presenta di considerevole rilievo in quanto collegata alla tenuta di fondo del rinnovato assetto contabile”. Questo buco nero potrà essere coperto nell’arco di trent’anni attraverso il fondo ad hoc per la cancellazione dei residui attivi e passivi, ma la Corte dei conti fa rimarcare che questo peso trentennale potrebbe vincolare le future politiche  della Regione, che potrebbero mettere a rischio il concreto esercizio delle funzioni fondamentali e la destinazione delle risorse verso i necessari investimenti.

regUn altro rilievo importante viene da Diana Calaciura Traina, procuratore generale d’Appello della Corte dei Conti, nel corso della requisitoria nel giudizio di Parificazione del rendiconto generale della Regione Siciliana: I continui episodi di corruzione fanno fuggire gli investitori internazionali. L’ho detto lo scorso anno e lo ribadisco quest’anno, ma nulla è cambiato. È evidente che la crisi economica e la corruzione procedono assieme. La corruzione è una malattia sociale. I fatti di cronaca settimanali ci dicono che è una malattia inguaribile, una vera anestesia della morale. Come si combatte la corruzione? Con la trasparenza e la semplificazione delle procedure. Servono queste cure preventive.

Sono parole che non hanno bisogno di commento, ma, è risaputo, non c’è più sordo di chi non vuol sentire.

 

 

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