di Luigi Asero
Si vociferava che a Nizza anche l’Italia avrebbe pagato il suo tributo di sangue, come già a Dacca in Bangladesh. E il conto è arrivato: sei le vittime italiane della follia terroristica di Nizza, dove un camion è stato lanciato contro la folla la sera del 14 luglio uccidendo 84 persone e ferendone oltre 200.
Era ampiamente ipotizzabile che in mezzo a tante persone ci fossero anche tanti italiani e ieri si contavano le vittime per nazionalità, si inizia la solita manfrina di cordoglio e di frasi fatte. Ci si interroga, ancora, sul terrorismo che insanguina le strade d’Europa e a bassa voce – quasi per scaramanzia – ci si chiede dove colpiranno la prossima volta, dove la follia jihadista scatenerà la sua furia in nome di un Dio (Allah) che se c’è, certo non approva l’operato di certi suoi seguaci. Follia che non risparmia gli stessi musulmani (almeno un terzo delle vittime della strage di Nizza era infatti di fede islamica).
Ci si interroga sul perché gli estremisti abbiano questo odio nei confronti del mondo intero, o per “chi” starebbero agendo usando il pretesto di un dio che non risparmia fra le vittime i suoi stessi fedeli. Qualcosa non torna quando si parla di fatti del genere, non torna mai quando qualcuno fa ciò che è stato fatto a Nizza, o a Parigi, o a Dacca, o a Baghdad, o a Aden, o a Orlando. Qualcosa non torna quando da troppo tempo si discute di “poteri” che vorrebbero un nuovo governo unico mondiale. Affidato a chi? Affidato come? Affidato per quale motivo?
Ridurre la diatriba ai classici “blocchi” est-ovest, Usa-Russia, Usa-Cina, Intelligence contro Intelligence e via di seguito appare riduttivo. L’impressione è che le “forze in campo” siano molteplici e che ognuno stia effettuando le sue mosse, delle volte usando gli stessi soggetti attivi (jihadisti, Borse mondiali, movimenti politici) altre usando mezzi meno convenzionali. Non sfugga al lettore il tentato golpe turco (quale che sia la verità che lo circonda) e il quasi contemporaneo tentativo di golpe in Armenia (passato nel più completo silenzio della stampa forse a causa della minore valenza politica internazionale armena). Non appare strano che due Paesi legati da un filo conduttore antico e tragico vivano la stessa esperienza in meno di 48 ore? E perché in Turchia la politica internazionale balbetta di fronte a un contro-golpe che appare piuttosto come il tentativo di insediare alle porte d’Europa il peggior estremismo islamista?
Troppe domande restano senza risposta, troppi i contendenti al tavolo del Nuovo Ordine Mondiale caldeggiato, anche in un famoso discorso dal presidente emerito Giorgio Napolitano. Mentre trenta e quarantenni si trastullano con la stupida (e pericolosa) App “Pokemon Go”, il mondo avanza a grandi passi verso uno sconosciuto abisso. Che non promette nulla di buono…