Il Tribunale di Catania dispone il dissequestro del MUOS

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di Salvo Barbagallo

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MUOS di Niscemi, una vicenda che se non fosse grave dovremmo definire scontata e ridicola per come le tappe che ne scandiscono la storia si susseguono in maniera prevedibili e…previste.

La quinta sezione del Tribunale del riesame di Catania ha disposto il dissequestro del Muos, Stazione Satellitare della US Navy: i giudici hanno accolto la tesi dell’avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Difesa, che aveva presentato ricorso alla decisione del 6 giugno scorso del Tribunale di Caltagirone di mantenere i sigilli alla struttura. Per il Tribunale del riesame le autorizzazioni per realizzare l’opera sono legittime e il Muos non è più abusivo e quindi ha disposto la revoca del decreto di sequestro emesso il 31 marzo del 2015 dal Gip di Caltagirone e la restituzione del Muos al ministero della Difesa.

Non ci prende di sorpresa la decisione del Tribunale del riesame di Catania, e c’è poco da aggiungere a tutti gli articoli che La Voce dell’Isola ha scritto sul Muos, nel corso dei mesi e degli anni, non ultimo quello puublicato qualche settimana addietro, il 14 luglio scorso, che riproponiamo senza togliere una virgola, unitamente a quello pubblicato in precedenza, il 6 giugno! Affermare “lo avevamo previsto” purtroppo serve a poco. E come detto ogni volta abbiamo toccato l’argomento “militarizzazione della Sicilia”, a farne le spese è solo la collettività isolana: l’Italia, non occorre ricordarlo, sta al di là dello Stretto di Messina!


…E non diteci che il MUOS di Niscemi non è in funzione!

14 luglio 2016

di Salvo Barbagallo

Le “notizie” si apprendono spesso dai giornali specializzati in quanto (altrettanto spesso) sfuggono ai grandi mezzi d’informazione. Così, grazie al magazine Difesa Online apprendiamo che il quinto satellite della rete mondiale MUOS è stato posto in orbita il mese scorso ed è già operativo.

Franco Iacch (appunto su Difesa Online) scrive: La costellazione MUOS è adesso completa e pienamente operativa. Lo Space and Naval Warfare Systems Command comunica che anche il satellite MUOS-5 della Marina, unità di riserva, è pienamente operativo in orbita geostazionaria a 22.000 miglia sopra le Hawaii. Il MUOS-5 è stato lanciato il 24 giugno scorso (…).Ogni satellite si interfaccia costantemente con due delle quattro stazioni di terra, così da ridurre un’improvvisa interruzione di trasmissione causata dalla possibile perdita del segnale da e verso lo spazio. La prima stazione sorge presso l’Australian Defence Satellite Communications Station, a Kojarena, circa 30 km a est di Geraldto. La seconda nella SATCOM Facility, Northwest, Chesapeake nel Sud-Est della Virginia, mentre la terza è nelle Hawaii. Il quarto sito che ospita il sistema di comunicazione più sofisticato al mondo, si trova a Niscemi, in Sicilia, a circa 60 km dalla Naval Air Station di Sigonella. Costruita nella riserva della Sughereta, l’impianto sorge nella stessa zona dove sono attive le 46 antenne del Naval Radio Transmitter, costruite nel 1991 (…).La costellazione MUOS è pienamente operativa e già interfacciata con i sottomarini sottomarini nucleari in pattugliamento deterrente /…).

Su questo giornale ci siamo occupati spesso del “Caso MUOS”, sostenendo che nessun intervento “esterno” agli USA, magistratura italiana compresa, sarà in grado di bloccarne l’attività. Non è soltanto per una questione “economica” nel senso di “investimento” da parte statunitense su strutture belliche poste in territorio “straniero”, se pure “alleato” (decine di miliardi di dollari spesi dalla US Navy), ma in quanto la “stazione” di Niscemi è indispensabile per il perfetto e sincronizzato funzionamento dell’intero complesso MUOS. Quindi, im poche parole “povere”, Niscemi non può scomparire dalla scena come se nulla fosse. Poi, cosa fondamentale, i Trattati bilaterali USA-Italia non consentono al nostro governo nazionale di sottrarsi agli obblighi sottoscritti. La magistratura italiana, è solo questione di “tempi”, sarà posta nelle condizioni di “fermo stabile e definitivo” per “ragion di Stato”. È inevitabile.

Noi rimandiamo a quanto scritto poco più di un mese addietro… ma anche prima. Negli anni…

E restiamo convinti che il MUOS di Niscemi sia già perfettamente in azione… Fosse anche e solo da quando è stato posto in orbita l’ultimo satellite della “costellazione” made in USA!

MUOS: i magistrati vanno avanti. Ma l’apparato satellitare è già in funzione?

6 giugno 2016

 

di Salvo Barbagallo

MUOS di Niscemi, i magistrati vanno avanti. Il Tribunale di Caltagirone ha infatti rigettato una richiesta di dissequestro presentata dall’Avvocatura dello Stato avanzata dal ministero della Difesa italiano. Il giudice Cristina Lo Bue ha accolto l’istanza di mantenimento dei sigilli chiesta invece dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, e dell’avvocato Goffredo D’Antona in rappresentanza dell’associazione antimafia Rita Atria. Come ricorda l’agenzia Ansa, la richiesta del ministero della Difesa era stata depositata dopo che il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo il 6 maggio scorso ha di fatto chiuso la vicenda sulle autorizzazioni rilasciate dalla Regione, ritenendole legittime. Il Tribunale di Caltagirone ha ritenuto ininfluente la decisione del Cga sul piano penale e invece ancora valide le motivazioni per il sequestro disposto perché il Muos è in un’area ambientale a inedificabilità assoluta.

Gli avvocati Paola Ottaviano e Nello Papandrea dopo la deliberazione del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo avevano dichiarato Ci sembra che il CGA abbia adottato due pesi e due misure: ha ritenuto il difetto di istruttoria vizio determinante allorché ha annullato gli annullamenti d’ufficio (revoche) delle autorizzazioni emessi il 29 marzo 2013 da parte dell’Assessorato al Territorio ed Ambiente, mentre ritiene il vizio di istruttoria ininfluente rispetto alle autorizzazioni stesse che non vengono annullate pur se ne viene accertato il difetto istruttorio (…) La sentenza definitiva, che non ci ha lasciato per nulla stupiti, non apparirebbe altro che il corollario di un’equazione costruita ad arte per ottenere un risultato già predeterminato. Sentenza che probabilmente non reggerebbe al giudizio di un giudice superiore che, purtroppo, non c’è (…) Il giudizio amministrativo, infatti, ha avuto il pregio di mettere a nudo le mille contraddizioni che stanno dietro la realizzazione del MUOS, a dare consapevolezza della sua illegittimità, a far conoscere le violazioni anche di norme Costituzionali e Pattizie che sono state commesse per la sua realizzazione e, infine, a consentire, costituendo quel fatto nuovo che permette il superamento del giudicato cautelare, il nuovo sequestro penale tuttora vigente.

I due legali hanno sottolineato anche che il Ministro non è un organismo tecnico come richiesto dal Codice ma il vertice del ministero con la funzione politica di far rispettare gli indirizzi politici del consiglio dei ministri (del quale fa parte il Ministro della Difesa parte in causa), il  CGA l’ha mantenuta sostenendo che i Ministri avrebbero comunque nominato dei tecnici, come se sia la stessa cosa essere un tecnico indipendente nominato da un organismo pubblico o un tecnico delegato diretto del Ministro (…).

Non sappiamo cosa “realmente” e “concretamente”significhi che l’impianto satellitare resti “sotto sequestro”: non sappiamo se il personale militare e tecnico della base possa o non possa operare all’interno e se gli apparati siano sostanzialmente bloccati e non operativi. A quanto riferiscono diverse testimonianze (corredate anche con foto) le antenne paraboliche non sono ferme, ma spesso in movimento. E quindi l’interrogativo è: il MUOS è o non è in funzione?

Rammentiamo cosa è il MUOS: è un sistema radar satellitare di ultima generazione formato da tre antenne paraboliche, dal diametro di 18 metri e alte all’incirca 50 metri, che avranno una potenza simile a quella degli impianti di telefonia cellulare, che operano tra i 900 Mhz e i 2 GHz, e da un’antenna elicoidale, alta 148 metri usata per le comunicazioni dei sottomarini. Nel mondo ci sono altre tre ground station del genere (una in Virginia, una alle Hawaii e l’altra in Australia) che saranno collegate tra loro grazie all’ausilio di cinque satelliti. Il Muos dovrà sostituire la NRTF, il parco di 41 antenne già esistenti nella base militare americana in questa zona della Sicilia dal 1991 che viene ancor oggi utilizzato per le comunicazioni in superficie e sott’acqua. Il terminale terrestre di Niscemi è oggi una delle quattro infrastrutture sparse per il mondo che devono assicurare il funzionamento dell’ultima generazione della rete satellitare in UHF (altissima frequenza) che collegherà tra loro i Centri di Comando e Controllo delle forze armate Usa, i centri logistici e gli oltre 18.000 terminali militari radio esistenti, i gruppi operativi in combattimento, i missili Cruise e i Global Hawks (UAV-velivoli senza pilota). Per il progetto siciliano, la Us Navy ha investito oltre 43 milioni di dollari, 13 dei quali per la predisposizione dell’area riservata alla stazione terrestre, del centro di controllo, dei mega generatori elettrici e di un deposito di gasolio; 30 milioni di dollari per gli shelter e l’acquisto delle attrezzature tecnologiche del sistema MUOS.

Al di là dei danni ai quali può essere sottoposta la popolazione del territorio di Niscemi per le radiazioni provocate dagli impianti, e l’uso “militare e bellico “ che del MUOS si farà, o si sta già facendo.

Può un sequestro bloccare l’attività del MUOS di Niscemi, rendendo inutili (o quasi) gli altri tre impianti funzionanti?

 

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