Libia e Italia controlleranno flussi migranti e terroristi

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di Carlo Barbagallo

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A seguito di un accordo fra il governo italiano e il governo libico a Tripoli è stata attivata ieri (30 settembre) una “sala operativa” italo-libica per un controllo delle coste e dei confini meridionali della Libia.libb Esperti italiani dell’intelligence, del Dipartimento della pubblica sicurezza e del ministero della Difesa (che risponderanno direttamente al governo) collaboreranno con il personale di Tripoli, utilizzando droni (velivoli a pilotaggio remoto) e squadre speciali italo-libiche di guardie di frontiera appositamente addestrate. Scopo della “sala operativa” comune è quello di monitorare il flusso dei migranti contrastando il traffico di essere umani da parte della criminalità e monitorare l’Isis per prevenire possibili infiltrazioni di terroristi jihadisti tra i profughi che cercano di raggiungere le coste italiane (soprattutto quelle Siciliane) attraversando il Mediterraneo sui barconi gestiti proprio dalle bande legate all’Isis. Come fa notare Grazia Longo sul quotidiano La Stampa “Il 90 per cento dei migranti che sbarca in Italia arriva dalla Libia, dove si raccolgono migliaia di persone provenienti dall’Africa: la sala operativa ha il compito di «sigillare» le frontiere di Stati come il Niger, il Mali, il Ciad, per contenere i flussi migratori (…) La situazione nel Sud della Libia è quanto mai complessa e articolata. Le formazioni armate attive nella zona sono molteplici. Ci sono i guerriglieri di Al Qaeda nel Maghreb Islamico e del gruppo Katibat al Mourabitoun, creato dal noto terrorista algerino Mokhtar Belmokhtar. Mentre a Est di Ghat, nell’area di Ubari, sono attivi i gruppi armati del popolo Tebu. Nella zona, infine, ci sono anche le milizie dei nomadi Tuareg.   Grazie alla sala operativa italo-libica si indagherà maggiormente sul legame tra i violenti e cinici trafficanti di uomini e i terroristi (…).

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libBene illustrata la situazione, con una sola considerazione: che questo stato di cose è noto da mesi e mesi, se non da anni. Quindi, spontaneo, un interrogativo: cosa si è fatto sino ad oggi? Per meglio dire, cosa hanno fatto sino ad oggi il governo italiano e quello libico “ufficialmente” riconosciuto e voluto dalle grandi Potenze per “monitorare” e “arginare” i flussi dei migranti/profughi e per neutralizzare le “possibile” infiltrazioni dei terroristi jihadisti? Indubbiamente sarà utile questa “sala operativa” comune italo-libica, ma quando potrà dare risultati concreti?

Altro, spontaneo, interrogativo. Saranno utilizzati anche i droni: ben programmato! Ma i droni USA che risiedono da anni a Sigonella in quel di Sicilia allora non sono mai stati utilizzati (magari dagli stessi americani) per dare la caccia ai terroristi? Se non sono mai stati utilizzati a questo fine, a cosa sono serviti e a cosa servono dal momento che i loro voli sono continui e a… vista di quanti si trovano a transitare nei pressi della base in territorio siciliano?

lib2E poi: l’intelligence antiterrorismo entrerà in funzione in Libia soltanto ora che si è deciso una “sala operativa” comune? E in precedenza gli 007 di casa nostra e quelli libici sono stati con le mano in mano? Noi non lo crediamo, ma gli interrogativi, purtroppo, restano soprattutto considerando che uno degli obiettivi primari dichiarati è quello di “arginare il flusso dei migranti”…

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