di Carlo Barbagallo
Era calato il silenzio sull’Air Force One di Matteo Renzi, ma ora è ripresa la polemica sui “costi” di mantenimento e d’uso di questo velivolo di “rappresentanza” di cui (con i tempi che corrono) l’Italia e gli Italiani avrebbero fatto veramente a meno. E ciò tenuto nel debito conto le “riluttanze” riscontrate in sede parlamentare sul ddl riguardante la riduzione dei compensi per i signori onorevoli.
Ci siamo già occupati in altri articoli precedenti del “nuovo” aereo voluto dal premier, ora i mass media nazionali tornano sull’argomento. Leonard Berberi sul Corriere della Sera ha scritto 24 ore fa (26 ottobre) : Molti giri di addestramento. Poco o per nulla trasporto istituzionale. Grande esposizione mediatica. Più sui costi che sulle performance. Otto mesi e tre settimane dopo essere stato consegnato alle autorità italiane l’Airbus A340-500, il gioiello non fortunatissimo del colosso europeo dell’aviazione — quattro motori potenti, in grado di coprire lunghe rotte — è il vero assente dei viaggi istituzionali del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il premier continua a usare un Airbus A319, più piccolo e più vecchio. Eppure l’aereo di Stato con la livrea bianca e la scritta «Repubblica italiana» continua a volare come segnalano, con tanto di foto, gli appassionati di forum come Aviazionecivile.org. Un giorno è a Milano Malpensa. Quello successivo si fa vedere allo scalo di Torino. L’ultima traccia risale al 24 ottobre all’aeroporto di Pisa. Il jet è stato preso in leasing — a noleggio — da Etihad, compagnia degli Emirati Arabi Uniti e proprietaria del 49% di Alitalia. Per una cifra che ufficialmente non è dato sapere. Per questo più passa il tempo più monta la polemica sulla sua «bolletta» (…).
Il 2 febbraio scorso su La Voce dell’Isola scrivevamo: “Finalmente è arrivato in Italia il superaereo del premier Matteo Renzi: la lunga telenovela dell’Airbus A340 preso in leasing dall’attuale governo del Paese è giunta a conclusione. Non certo i viaggi del premier che adesso, grazie a questo eccezionale velivolo potrà raggiungere distanze prima impensabili, fino a 16.700 chilometri. L’Airbus della Presidenza del Consiglio avrebbe dovuto toccare la pista di Fiumicino venerdì 1° gennaio alle ore 16.55: per la prima volta in Italia proveniente dell’aeroporto di Abu Dhabi. Ne impedirono l’arrivo imprevisti pare collegati a questioni da definire fra il vero proprietario dell’aeromobile e il Governo Italiano per la situazione di leasing: un aereo gestito attraverso questa procedura, non poteva diventare “militare”, come sono tutti gli aerei da trasporto vip del Governo Italiano. L’Airbus doveva essere comprato, non noleggiato: un pastrocchio burocratico che sarebbe stato risolto nelle ultime settimane, anche se non sarebbe stato messo in luce in modo definitivo chi piloterà il quadrimotore, se piloti militari, o dell’Alitalia o dell’Etihad. Alla fine a portare in Italia l’A340, dopo 4.340 chilometri, sono stati due piloti di Etihad (…)”.
E il 7 luglio scorso aggiornavamo: “Lo scoop del giorno lo abbiamo trovato ieri (6 luglio) sulle pagine online del quotidiano Il Corriere della Sera. Anche se si tratta “solo” di una notizia, anche se a fronte di tanti problemi la “notizia” è da considerare di seconda/terza o quarta fila, vale la pena e riteniamo opportuno riprenderla: il “super aereo” di Matteo Renzi (finalmente!) è in fase di “addestramento (…) Probabilmente in questa particolare fase della sua vita politica per il premier il costoso Air Force One italiano è l’ultimo dei suoi pensieri: Matteo Renzi, infatti, da tempo ha perduto il suo momento magico, ed ora si barcamena fra difficoltà di varia natura. Per il premier i giorni che si ritrova davanti prima dell’annunciato Referendum non saranno di certo facili e le tegole gli arrivano addosso direttamente o indirettamente e portano l’etichetta di scandali (più o meno provati) che coinvolgono persone a lui vicine (vedi le ultime questioni che toccano il ministro Angelino Alfano), o persone a lui estranee che appannano i successi dichiarati (vedi gli ultimi arresti per mafia nella realizzazione dell’Expo di Milano, ritenuta un fiore all’occhiello). Ma ora, e intanto, c’è il “super aereo” che sta incominciando a volare e non resta fermo negli hangar.
Ora è sempre Il Corriere della Sera a rilevare Ma quanto costa, oggi, un velivolo del genere? «Partiamo da una considerazione: se davvero al governo italiano fanno pagare 40 mila euro al giorno allora a Roma hanno dei pessimi consulenti per non dire di peggio», ragionano due esperti del settore consultati dal Corriere della Sera. Si tratta di analisti che lavorano per società occidentali di leasing. Secondo loro un Airbus A340-500 usato — perché oggi è fuori produzione — «si può comprare con non più di 18 milioni di euro». Se consideriamo valide le cifre riportate, vorrebbe dire che a Palazzo Chigi conveniva acquistarlo il velivolo, non noleggiarlo. «Tenendo conto delle transazioni registrate nel mondo, al 30 settembre 2016, un aereo come quello scelto da Roma viene venduto in media a 14,6 milioni di euro (…).
E Chiara Giannini su Il Giornale di sabato scorso (22 ottobre) sottolinea Quanto è costato (e quanto costa) l’Air Force Renzi agli italiani? Circa 76.440 euro al giorno. Ecco i documenti, che il governo avrebbe voluto tenere segreti, che mostrano quanto l’Italia ha pagato per l’Airbus A 340-500, il grande jet che Palazzo Chigi ha preso in leasing da Alitalia (…) I conti (parecchio onerosi) sono presto fatti. Dal contratto, della durata di otto anni, risulta che l’aereo costerà nel periodo di leasing 168 milioni e 205mila euro. Per il 2016 è previsto un costo di 39 milioni, di cui fa parte, solo per quell’annualità, la spesa per l’assicurazione cui, dice il documento visionato dal Giornale, si aggiungerà una spesa ulteriore per gli anni successivi. Per il 2017 si pagheranno 23 milioni 505mila euro, per gli anni compresi tra il 2018 e il 2022, invece, 17 milioni 800mila euro, mentre per il 2023, 16 milioni 700mila euro. Il costo complessivo per il carburante per 8 anni è stimato dal governo in 55 milioni di euro, così ripartiti: 6 milioni per l’anno corrente e 7 milioni per ciascuno degli anni successivi. La dotazione attuale sullo stato di previsione del ministero della Difesa è pari a 15 milioni di euro, per ciascuno degli anni che vanno dal 2016 al 2018 a cui si devono sommare, per l’anno corrente, 5 milioni quali residui per il 2015 (…).
Cosa dovremmo aggiungere noi su quanto scritto da altri autorevoli colleghi?
A volte (non sempre) i fatti, come in questo “caso” si commentano da sé…