INTERVISTA A JO SQUILLO
di Giuseppe Stefano Proiti
Lei ormai gira il mondo, ma non dimentica quelle speciali emozioni che il sud le ha sempre donato. Parliamo di Giovanna Coletti – in arte Jo Squillo – che in una serata di alta moda incontra in Sicilia Giuseppe Proiti. Lei: “dirò in tutte le radio quanto sei simpatico, originale, e di questa tua camicia che ti fa brillare come una star…“. Lui: “scriverò in tutti i giornali di questo nostro piacevole primo incontro pubblico“. Dopo il gioco degli sguardi e i complimenti sfavillanti, l’eclettica donna si abbandona alle dolci note del passato, ripercorrendo i momenti salienti della sua carriera artistica …
– Sin dagli esordi musicali lei manifesta un talento ribelle e uno spirito anarchico, suscitando scalpore, scandalo, censura. Mi vengono in mente alcune immagini forti e graffianti di una sua esibizione live a Milano nel 1980, durante la quale assieme al suo gruppo di femministe “Kandeggina Gang”, lanciò dei Tampax macchiati di rosso su uno scioccato pubblico di Piazza Duomo. Che “Orrore” …
– Credo che non si è ribelli soltanto per essere ribelli, per uno sfizio, ma per rompere gli schemi e soprattutto le ingiustizie. Sai benissimo che ci sono dei motivi per quanto riguarda il sociale che noi donne abbiamo nel tempo rimesso in discussione. Partendo dalla situazione lavorativa, ovvero dal poter essere imprenditori di se stessi, fino ad arrivare alla situazione sentimentale, che non vuol dire essere un oggetto nelle mani di un uomo, come spesso accade, purtroppo con esiti spiacevoli. Io sono una “Girl senza paura”, e su questo tema sono particolarmente sensibile, tanto che in occasione della giornata internazionale della donna, l’8 marzo del 2015 ho pubblicato una canzone contro la violenza sulle donne dal titolo “La gabbia dell’amore”, nuova sigla di chiusura del programma “ModaMania” che conduco sulla rete Mediaset.
“Siamo donne, oltre le gambe c’è di più” … cosa?
C’è la libertà di scegliere, di governare autonomamente la nostra vita, e soprattutto di avere dignità pari a quella dell’uomo.
1983: anno cruciale, in cui si condensa tutto il senso della sua vita “all’avventura”. So che c’è un ricordo unico che la lega fortemente alla Sicilia …
Tu richiami il mio singolo “Avventurieri”, con cui ho partecipato al Festivalbar. E’ stato uno dei ricordi più belli della mia carriera artistica passata. Quello di esser riuscita a prendere la natura che parla, che grida, e a renderla così visibile a tutto il mondo in un linguaggio veramente musicale. E’ stato bellissimo, io cantavo sul vulcano Etna quando era in eruzione, e non soltanto; ho fatto un grande servizio giornalistico per “Mixer” su Rai2, che raccontava la storia di questa eruzione. E’ una terra meravigliosa quella in cui abiti, e il vulcano è la massima rappresentazione della forza sensazionale della Sicilia e di voi siciliani.
Dalle urla di “Skizzo skizzo” e “Violentami” del periodo punk, al “Kaos” del periodo rock. Dal tormentone pop del Sanremo ’91, al genere “deep house” del nuovo millennio. Mi sembra di capire che la musica è donna … non sta mai ferma … si trasforma …
L’essenza delle arti in genere, in particolare della musica, non risiede nell’immobilismo bensì nel movimento, come un’onda in riva al mare che inaspettatamente c’investe e crea “nuove forme”. Siamo come delle sagome fatte di sabbia, e veniamo continuamente plasmati dall’azione del tempo. “Spinball” è la versione club, molto sensuale, di quello che è la mia musica oggi: moderna, dinamica, che riassume appieno la mia voglia insaziabile di viaggiare e di esplorare il mondo. Ho aperto a Miami una trasmissione televisiva sul canale 5, “Miami Channel”. Seguitemi …