di Salvo Barbagallo
Lo abbiamo scritto quasi una settimana addietro, all’indomani del risultato della votazione sul Referendum Costituzionale voluto dal governo Renzi: il NO a chiare lettere, espressione della volontà della gente d’Italia, non cambierà nulla nel nostro Paese. Abbiamo scritto anche che le “lacrimucce” del premier mentre annunciava le sue dimissioni non riuscivano a commuovere, e le giudicavamo come un’opportuna sceneggiata. Suonavano “false” quelle parole (…) Questa riforma è stata quella che abbiamo portato al voto, non siamo stati convincenti, mi dispiace, ma andiamo via senza rimorsi. Come era chiaro sin dall’inizio l’esperienza del mio governo finisce qui… Renzi mollava tutto? Solo qualche ingenuo ha potuto credere (sul momento) che, una volta tanto, le parole teoriche potessero corrispondere alla realtà. Ma, in fondo, ci siamo sbagliati anche noi quando abbiamo scritto In Sicilia in questa consultazione popolare i Siciliani hanno avuto la forza di non lasciarsi convincere dai soliti noti che li “rappresentano” nel Governo nazionale. Non si tratta, quindi, di uno schiaffo a Matteo Renzi, ma a tutto un modo di governare il Paese. Probabilmente da questa risultato referendario lo stesso Presidente della Repubblica, il Siciliano Sergio Mattarella, dovrà trarre le sue dovute conclusioni. In Sicilia non è cambiato nulla, il presidente della Regione Rosario Crocetta (con molta nonchalance) quasi quasi si è attribuita la vittoria del NO, e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (il Siciliano) non ha tratto le sue dovute conclusioni avendo affidato al ministro degli Esteri uscente Paolo Gentiloni il mandato per formare un nuovo governo nazionale.
Certo, non c’è (apparentemente) il Renzi/bis, ma gli Italiani si ritrovano subito l’alter ego dell’occasione, appunto Gentiloni, voluto dall’ex premier. E si ritroveranno Maria Elena Boschi (magari con altro incarico, il suo fallimento personale non conta), Padoan e tanti altri della vecchia squadra, con (forse) qualche aggiustamento/inserimento/di/comodo di nomi “nuovi”.
Il 23 febbraio del 2014, scrivevamo: L’attuale Governo del Paese – è una realtà inconfutabile – non è scaturito dalla volontà del cosiddetto popolo italiano, ma è nato dalle beghe interne di un partito, il PD. Ebbene, anche questo “nuovo” Governo che Gentiloni sta mettendo insieme non nascerà dalla volontà popolare italiana, ma dalla determinazione di pochi. La “volontà” popolare si è espressa con un significativo NO appena una manciata di giorni addietro, e questa “volontà”, come si può notare, non viene tenuta in conto. Gli Italiani hanno dato una risposta concreta (appena ne hanno avuto la possibilità!) all’arroganza e alle prese in giro, ma a quanto pare tanto non è bastato. E’ un passato che ritorna, un passato che in molti si riteneva definitivamente tramontato, da dimenticare, con personaggi che potrebbero far rimpiangere quelli da Prima Repubblica o giù di lì, dei quali si sono dimenticati pure i nomi e i cognomi.
In questa ennesima vicenda politica tutto si sta giocando fra pochi intimi, una percentuale irrilevante del “Paese, che il Paese condiziona. Tutto per la buona pace di chi credeva che Renzi se ne tornasse a casa a giocare con la PlayStation di ultima generazione. Renzi è ancora qui, camuffato sotto altro nome. Che fa da “prestanome”. L’epoca dei Renzi di turno non si è conclusa.