La ladra di ricordi

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di Salvo Zappulla

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La ladra di ricordi” è un bel romanzo, scritto bene, curato nei particolari e nella documentazione storica. I personaggi sono accattivanti, entrano nel cuore del lettore, soprattutto il professor Nardi e la ricercatrice Isabella De Clio. Barbara Bellomo ha costruito una storia frizzante, ricca di movimento, che si snoda parallelamente tra i  nostri tempi e quelli degli antichi romani. L’omicidio di una gentile signora e la sparizione di un prezioso cammeo danno inizio alla vicenda. Il commissario Caccia, che indaga sull’omicidio, ha sguardo penetrante, cervello sopraffino e una buona dose di fascino. Fa presa sul cuore delle lettrici. Arricchisce il patrimonio di commissari amati  che troneggiano dalle librerie italiane: il commissario Ricciardi del mio amico Maurizio de Giovanni, il caro Bonanno di Roberto Mistretta, il celeberrimo Montalbano di Camilleri. Pare che da qualche tempo i poliziotti strabici, apparentemente tonti, alla Colombo, siano caduti in disgrazia.

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“La ladra di ricordi” è una storia scritta con maestria, particolarmente intrecciata, che ha i connotati del giallo, del romanzo storico, arricchita da una trama brillante che si snoda tra Todi e la Sicilia. Barbara fa risaltare la vita cinica e spietata di grandi protagonisti del passato nella Roma del I secolo a. C. (Marco Antonio e la crudele moglie Fulvia). Un tuffo nel passato che ci fa conoscere un mondo fintamente scintillante, il suo splendore, ma anche gli intrighi sotterranei, i giochi di potere. Allo stesso tempo, l’autrice del romanzo, apre squarci di miserie sui protagonisti del mondo accademico contemporaneo lasciando emergere meschinità, piccole invidie, scorrettezze, lotte intestine per assicurarsi brandelli di potere. La protagonista del romanzo (la giovane ricercatrice Isabella De Clio) piace, è fresca, esuberante, con una spiccata personalità; la cleptomania da cui è affetta la rende  particolare  nel suo genere. La bravura di questa autrice risiede nel fatto di saper assemblare personaggi realmente esistiti ad altri scaturiti dalla sua fantasia in maniera perfetta, senza che il lettore possa accorgersene, in quanto verosimili,  dotati di una loro caratteristica peculiare  ma  anche tessere preziose di un mosaico che si compone a incastro con lo scorrere delle pagine. E nonostante la figura  di Isabella De Clio si imponga nell’economia della storia, è la coralità la forza dominante dell’intero romanzo, tutti i personaggi sono destinati a lasciare il segno, anche quelli che dovrebbero all’apparenza mantenere un ruolo di contorno.

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Barbara Bellomo, dopo aver esordito con un piccolo editore siciliano, questo terzo romanzo pubblicato da  Salani. So che le hanno fatto un grande lancio, il suo libro sta riscontrando il gradimento dei lettori. C’è un segreto? Ci dica tre motivi per cui, a suo parere, merita di essere letto. 

Il passaggio da un editore piccolo, se pure serissimo come era il mio, a Salani è per me una grande opportunità. E riscontrare il gradimento di tanti lettori è certo la cosa più bella. Non credo però di potere svelare alcun un segreto, perché per me scrivere è atto spontaneo e quasi necessario. Forse l’unica accortezza che ho avuto, ma non si può certo parlare di un segreto, perché è prassi di tutti gli autori, è stata quella di tagliare, dopo che avere concluso la prima stesura del libro, tutte le parti che pensavo potessero appesantire o rallentare il ritmo della lettura. Frasi e immagini spesso a me care, ma che forse non avrebbero suscitato l’interesse di cui mi avrebbe letto.

Tre motivi per cui La ladra di ricordi merita di essere letto? Temo di non sapere rispondere con le mie parole. Posso però riportare quello che mi dicono molti miei lettori. È un libro che si legge tutto di un fiato. Nei capitoli dedicati al mondo antico sembra di rivivere la storia del I secolo a.C. e della piccola sposa bambina, Clodia. È un giallo che affronta questioni spinose con apparente leggerezza.

2 Scrivere un romanzo che contiene dati storici, raccontare in parallelo  la storia romana e la contemporaneità, qual è il fascino e quale il rischio più insidioso.

 Il fascino è quello di riportare in vita chi ci ha preceduto. Rischi non ne vedo. Forse c’è, quando si scrive, la difficoltà di legare bene antico e moderno. Quanto e se io sia riuscita a farlo spetta ai lettori dirlo.

3 Il mondo accademico è davvero così mal ridotto come lo ha descritto lei?

 Oggi ogni ambiente lavorativo è specchio della nostra società, del nostro modo di pensare, dei nostri valori. Il mio non è certo un libro denuncia sul mondo accademico, in cui esistono moltissime eccellenze, quanto più in generale della nostra società.

Nel raccontare l’avventura della mia giovane protagonista, Isabella De Clio, che segue una specializzazione postlaurea, mi sono limitata a descrivere l’ambiente in cui lei si muove, mettendo in luce aspetti positivi (e nel romanzo ce ne sono moltissimi e non è un caso che uno dei personaggi di maggiore spessore sia proprio il professore Nardi) e aspetti meno belli. Quelli forse che spiegano la questione della fuga dei cervelli. Purtroppo il quadro che ne esce è spesso desolante.

4 La Sicilia: il sole, il mare, i cannoli, le bellezze naturali, bastano per renderne piacevole la vita? Cosa farebbe lei, se ne avesse i poteri, per migliorare questa terra?

Non ho alcun dubbio. Investirei sui giovani, il nostro futuro. E offrirei loro l’opportunità, dopo essere stati fuori a confrontarsi con il mondo, di potere tornare in Sicilia per farne una terra di eccellenza. Questo. Se avessi i poteri.

“La ladra di ricordi”

Barbara Bellomo

Salani | 310 pagine

ebook €9,99 | cartaceo €15,90

Anno 2016

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