di Salvo Barbagallo
Blocco del flusso dei migranti: in Unione Europea sono tutti felici e contenti dell’accordo raggiunto fra Italia e Libia, sottoscritto dai premier Paolo Gentiloni e Fayez Al Sarraj, e “sancito” positivamente nel vertice euopeo tenuto a Malta due giorni addietro (2 febbraio) anche dalla Merkel. Ma sarà così, e in che cosa consiste “realmente” questo accordo Italia/Libia? C’è un doppio “progetto” mirato a “chiudere” la rotta dei barconi nel Mediterraneo, attraversato già lo scorso anno da 181.436 fuggitivi con lo spaventoso bilancio di 4.576 vittime finite nelle profondità del mare. Dunque l’Ue accoglie con favore il memorandum di intesa firmato tra Roma e Tripoli «ed è pronta a sostenere l’Italia nella sua attuazione…
L’Italia sarà presente nel Paese dell’altra sponda mediterranea L’Italia sarà con i suoi uomini, tre motovedette che saranno consegnate ai libici, con uno stanziamento di 200 milioni di euro prelevati dal Fondo per l’Africa, interverrà direttamente anche nei centri per migranti e porterà avanti programmi di sviluppo nelle regioni libiche colpite dai fenomeni dell’immigrazione, mentre l’Unione Europea provvederà alla formazione della Guardia Costiera libica, che avrà il compito di riportare a terra i migranti intercettati nelle acque territoriali. La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha, comunque, messo le mani avanti e, a conclusione del summit di Malta ha affermato chiaramente che ci potrebbe essere un’Europa a differenti velocità e che non tutti parteciperanno ai vari passi dell’integrazione europea.
Mentre si svolgeva la riunione del Consiglio UE a La Valletta venivano salvati nelle acque del Canale di Sicilia 700 migranti stipati in sei imbarcazioni in difficoltà dalla nave dell’organizzazione umanitaria Aquarius e trasportati in Sicilia. I profughi hanno dichiarato di aver subito in Libia trattamenti disumani, mentre i soccorritori hanno lanciato un appello ai Capi di governo europei affinché adoperino “tutti gli strumenti a loro disposizione per porre fine a questa tragedia”.
Analisi Difesa giorni addietro ha presentato un libro con argomento l’immigrazione: “Immigrazione: tutto quello che dovremmo sapere”- Autori: G. Valditara – G. C. Blangiardo – G. Gaiani, editore: Aracne -. Vale di certo la pena leggerlo per avere le idee più chiare su quello che, impropriamente, viene definito un “fenomeno” epocale. Gli autori del libro si chiedono: Si può parlare di immigrazione senza cadere nel linguaggio paludato e mieloso imposto dal politically correct affrontando la questione non solo sul piano umanitario ma su quello della legalità, della difesa e sicurezza e degli interessi nazionali? Fra le risposte: Sul modello dell’antica Roma viene proposta una distinzione fra un’immigrazione utile e quella illegale che rischia di disintegrare le nostre società. Il volume sgombera il campo da luoghi comuni tesi a giustificare come inevitabile una “invasione” subita in modo totalmente passivo dall’Italia e dall’Europa, affrontando il problema con uno sguardo alla storia, un’attenzione alla demografia e una prospettiva politico-strategica inevitabile se si considera che oltre mezzo milione di immigrati clandestini sono sbarcati in Italia solo negli ultimi tre anni arricchendo trafficanti di esseri umani ma anche il business dell’accoglienza gestito in Italia da enti e associazioni molto vicine ad alcuni ambienti politici. Si tratta di clandestini per la stragrande maggioranza di religione islamica e provenienti da Paesi africani dove non ci sono guerre (meno di mille i siriani giunti in Italia nel 2016 si oltre 181 mila clandestini) che costituiscono un costo sociale e in termini di sicurezza inaccettabile per l’Italia e per l’Europa, specie in un’epoca economicamente recessiva (…).
In merito al tanto elogiato accordo Italia/libia sull’immigrazione occorre sottolineare che la Libia non è tutta rappresentata dal governo di Fayez al Serraj, voluto dall’Onu e “appoggiato” in prima linea dal nostro Paese. Esistono altre Libia incontrollate e incontrollabili (al momento), tanto che la stessa Angela Merkel ha evidenziato quella che è l’attuale e principale incognita per il futuro di questo Paese: Il governo Sarraj non ha la stabilità di cui abbiamo bisogno per lavorare insieme». E inoltre: quanti migranti sono partiti dalla Libia verso la Sicilia da quando si è insediato il Governo di Tripoli, senza che Fayez al Sarraj abbia mai mosso un dito? La cronaca quotidiana darà presto le risposte senza veli agli accordi cartacei…