La mostra di costumi e abiti teatrali dedicati a Sant’Agata
è motivo di orgoglio non solo per l’Accademia di Belle Arti ma per tutti i catanesi
di Giuseppe Stefano Proiti
“La mostra di costumi e abiti teatrali dedicati a Sant’Agata è motivo di orgoglio non solo per l’Accademia di Belle Arti ma per tutti i catanesi, in quanto simbolo dell’operosità e della creatività delle talentuose menti che ogni anno rendono grande quest’evento”. Con queste parole Virgilio Piccari, dall’eloquente bellezza della pinacoteca del Museo Diocesano di Catania, dopo i ringraziamenti a tutti i presenti e ai suoi studenti, la scorso 30 gennaio ha annunciato alla stampa e alla città la “XVI Mostra di Costumi e Abiti Teatrali” dedicati alla nostra Patrona Agata, che sarà inaugurata questa sera, alle ore 21.00, nei locali dello stesso Museo, e visitabile fino al 6 febbraio.
“Ho deciso di intitolare la mostra di quest’anno “Nessun Dorma” – spiega la titolare della cattedre di Storia e Tecnica del Costume e Teatro della Festa Liliana Nigro – curatrice e ideatrice dell’esposizione organizzata dalla casa di moda e costumi teatrali “Maison Du Cochon” nelle persone di Amelia Casablanca, Fabio Palella, Giovanni Palella, e con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Catania e del Comune di Catania – per ricordare ai giovani artisti come sia necessario non affogare nel torpore del sonno culturale, e tenere sempre viva la speranza, la positività, nella difficile condizione odierna di crisi e negazione di importanti valori sociali.
Solo l’Etna con il suo magma – continua la professoressa – può tradurre il sacro tumulto e l’eccitamento della preparazione di quest’omaggio per Sant’Agata, grande donna, grande santa. Abbiamo messo insieme una bella squadra, e sono felice che il 4 febbraio alle ore 12.00, farò un’altra mostra di abiti e costumi, dal titolo “Agata Vergine Guerriera”. Ma non mi basta: lo stesso giorno sarò anche a Piazza Armerina, in onore della Santa, con la mostra “Agata Fuoco Sacro”. Sicuramente, avere tre mostre contemporaneamente nel territorio del panorama “agatino”, ed essere entrata, dopo 16 anni, nel calendario ufficiale delle manifestazioni per Agata, è per me motivo di particolare soddisfazione”.
Hanno dato vita alla conferenza, coordinata dalla giornalista Elisa Guccione, tante anime della sicilianità tout court come il comico e showman del noto talk “AllaKatalla” Giuseppe Castiglia, e l’attore Enrico Guarneri.
Presenti all’incontro anche Luana Chiarenza, consulente filosofico e socio delegato Unicef di Catania, Agata Caruso, presidente Fidapa di Piazza Armerina, Santi Consoli, Socio Fita, Federazione Italiana Teatro Amatori, e padre di Agata nel musical dedicato alla storia della nostra Santuzza “Agata Amor Omnia Vincit”, che andrà in scena dal 3 al 5 febbraio al Teatro Ambasciatori, il M° Francesco Costa del Coro Lirico Siciliano, il quale dirigerà le pregiate voci dei cantori siciliani durante questa serata inaugurale, e il sindaco di Tremestieri Santi Ranno.
Prende poi la parola Paolo Giansiracusa, docente di Storia dell’Arte presso l’Accademia:
“Ci sarebbe tantissimo da dire, mi limito solo ad attenzionare gli aspetti fondamentali della storia della nostra religiosità. Dico “religiosità” e non “spiritualità cristiana”, perché io mi sento ebreo, musulmano, cristiano, buddista, induista, cioè dire: noi esseri umani siamo tutto, siamo ogni cosa, perché è uno solo il Dio che sta in alto, l’energia che muove tutto.
E allora mi son detto: prima dello statuto dei lavoratori, e prima che questo venisse calpestato da una politica becera, la festa era riconosciuta dalle comunità religiose. La domenica il contadino non lavorava, così come gli ebrei il sabato non lavoravano, e avevano il loro giorno “sabatico” di festa. Era un momento di riposo, di riflessione, di preghiera, ma anche un momento di socializzazione: ci si riconosceva parte della comunità e all’interno di questa ci si divertiva. Durante la festa nessuno doveva dormire, bisognava rimanere svegli. La festa si esprimeva attraverso i suoni, i rumori dei mortaretti, i gesti, le espressioni, ma si faceva anche sfoggio dell’energia cromatica nelle sue massime saturazioni, dei colori più vivaci dei costumi, perché uscivano da una stagione funerea e da un periodo di duro lavoro.
E allora Liliana Nigro è un’antesignana in questo: è chiamata a prolungare tutto ciò all’insegna di Agata, non ripetendo con minimalismo, bensì accrescendo con entusiasmo e novità, tutti quegli elementi che fanno parte di questa tradizione”.
Dopo i ringraziamenti per l’invito, è stata la volta dell’imprenditore dott. Gianni Filippini: “Quando incontro il direttore dell’Accademia, è tutto un convenire su quelle che sono le potenzialità di questa città. In questi ultimi 4 anni si sono fatti dei passi da gigante. Per quanto mi riguarda ho implementato, grazie a una sinergia tra pubblico e privato, un’azione al Castello Ursino che si concluderà con una strepitosa mostra nell’anno a venire, che ha portato una crescita esponenziale delle visite. Più volte mi sono dichiarato disponibile per dare delle concrete opportunità ai giovani dell’Accademia, come ha fatto Amelia Casablanca che ha finanziato con la sua maison tre borse di studio di 1000 euro e tre stage formativi per i più meritevoli. Sono queste per me le vere opportunità di crescita per i giovani: non degli slogan con cui riempirsi la bocca, ma degli atti operativi e pratici. Che poi la Sicilia e in particolare Catania, siano un giacimento culturale immenso questo è scontato. Il vero tema è: come riuscire a definire una strategia misurabile con degli obiettivi che siano misurabili. Su questo tema sono molto sensibile, e vorrei mettermi a disposizione dell’Accademia per poter giungere tutti assieme al dovuto trionfo dell’arte.
Concludo dicendo che “Nessun dorma” è stato anche l’appello goliardico e di entusiasmo culturale che ha contraddistinto in questi mesi la mia azione al Castello Ursino durante la mostra diurna e notturna della Follia, dove anche con iniziative folkloristiche non si è dormito veramente. Uno stimolo positivo per tutto il mondo della cultura, perché non possa affievolirsi, ma implementarsi, apportando cambiamenti sociali positivi”.
È poi entrato nel vivo della cultura “agatina” lo studioso di Storia Patria Catanese Santo Privitera: “Studiando la festa di Sant’Agata si trova sempre qualcosa di nuovo. Ancora c’è tantissimo da scoprire: pensate che sono 1800 anni di storia. Quindi è così vasto l’argomento che non si può mai esaurire. È una festa che rappresenta la città di Catania a livello universale, pensate che è la terza festa più importante al mondo. Sono fiero di essere ancora oggi qui con voi, perché ho tenuto giornalisticamente a battesimo questa manifestazione, allorquando si svolgeva alle Ciminiere. Questa festa si alimenta di innovazione, e mi sento ancora oggi di confermare quello stupore che mi colse 16 anni fa quando vidi tutta quell’innovazione e la particolarità di questa manifestazione.
Sono ad esempio contento che quest’anno si ritorni alla tunica di colore verde. Non che il sacco bianco penitenziale sia blasfemo e non sia per le donne indicato, però è più indicato il sacco verde perché c’è un fondamento storico: il fatto che sant’Agata venne adagiata all’interno del sepolcro con una tunica verde dai nastrini rossi. Ecco il motivo per il quale le donne quest’anno si sentono chiamate a rispettare questa tradizione storica.
Riallacciandomi alla titolazione dell’incontro “Nessun dorma”, volevo infine dire che durante la festa di sant’Agata non si dorme per tutti i giorni, a partire dal momento clou della religiosità che è rappresentato dalla “Messa dell’Aurora”, in cui Sant’Agata esce e va a braccetto con i catanesi, stringendoli al suo cuore. Questo è per me l’aspetto più bello che genera l’unione, che suscita tutta quell’armonia della città nella storica esultanza: ‘Cittadini evviva Sant’Agata, cittadini, cittadini, cittadini‘.”
Sotto la guida dei consulenti artistici Iolanda Manara, Giulia Riga, Veronica Maugeri e Stefania Giuffrida, i numerosi presenti hanno avuto la possibilità di poter assistere ad una piccola sfilata della collezione degli abiti partecipanti alla scorsa edizione.
Prima dei saluti finali, il testimonial della Festa Giuseppe Castiglia ed Enrico Guarneri, felici dell’incarico a cui sono stati chiamati, ricordano cosa sia per un catanese la festa di Sant’Agata. “La nostra festa è tra le più importanti del mondo per devozione, passione, cultura ed anche folklore. Sin da bambini è davvero bello vivere e pensare all’insegna di Agata”. Enrico Guarneri simpaticamente ricorda alcuni momenti teatrali della sua carriera legati alla festa: “Sant’Agata è presente anche nella nostra drammaturgia teatrale. Martoglio nell’ ”Altalena” racconta che il protagonista, nei giorni di festa, sceglierà di mangiare con le posate in segno di rispetto per la Santa”.
Liliana Nigro chiude l’incontro con un grido speranzoso: “Io non muoio”, che parte dal titolo del libro presentato dagli autori Antonella Cunsolo, Maria Muratore, Alessandro Musumeci, sul tema delle donne ammalate di carcinoma mammario, che grazie a Sant’Agata e al potere curativo della psicologia della fotografia, ce l’hanno fatta.
Dopo 16 anni la grande donna Liliana Nigro può gridare ad voce alta: “io non mollo, io continuerò ad essere protagonista, come la sacerdotessa di Sant’Agata, al fianco di tanti ragazzi, che mi vedono come insegnante, come madre; tutti miei “figli”, che hanno necessità di sognare, e quindi di non dormire, perché la vita è un sogno ad occhi aperti“.