Strasburgo. Equilibrio tra rispetto dell’ambiente e occupazione

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Esigenze ambientali e competitività delle industrie: sul sistema di scambio delle quote di emissione di carbonio vince la linea equilibrata.

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La Via (AP/PPE):“Un buon compromesso che ci avvicina al raggiungimento degli obiettivi sul clima”

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Equilibrio tra rispetto dell’ambiente e occupazione. Su questo binario viaggia la riforma del sistema di scambio delle quote di emissioni di carbonio dell’UE (ETS) volta a rafforzare i limiti alle emissioni di gas serra. Oggi (mercoledì 15 febbraio) al voto finale in plenaria, il testo frutto di un complesso negoziato tra i diversi gruppi politici – con oltre 650 emendamenti in Commissione Ambiente –  al quale “Tutti hanno collaborato per dare una visione di lungo periodo, e migliorare la qualità dell’ambiente, contribuendo con uno sforzo complessivo alla riduzione delle emissioni di carbonio”, ha detto l’on. Giovanni La Via (AP/PPE) durante il suo intervento (martedì 13, ndr) in seduta plenaria, alla vigilia del voto che di fatto rappresenta un nuovo passo in avanti verso il raggiungimento dell’obiettivo definito con la conferenza ONU sul clima di Parigi. “Contenere la temperatura del pianeta ben al di sotto dei 2 gradi centigradi” entro la fine del secolo, è il must che impone scelte coraggiose ma definite con forte senso di responsabilità verso il tessuto economico dei Paesi dell’Ue.

“E’ fondamentale attuare l’accordo di Parigi senza compromettere la competitività delle nostre industrie”: questo in sintesi il commento di La Via dopo l’esito del voto. Una posizione conciliante e bilanciata, rimasta condizione imprescindibile, punto fermo tra esigenze ambientali e occupazionali, “assicurando il funzionamento del meccanismo di scambio delle quote e una sufficiente protezione per quei settori industriali che sono esposti a una serrata competizione internazionale”, spiega l’eurodeputato, facendosi portavoce del fitto lavoro di equilibrio svolto in commissione Ambiente, su cui si è costruito il voto della plenaria. Per dare l’idea dell’impatto sulla competitività del sistema industriale italiano, basti pensare che la Direttiva ETS si applica a circa il 40% delle emissioni europee di gas serra, riguarda 11.000 impianti in Europa e 1.200 solo in Italia, cioè circa il 71% del settore manifatturiero nazionale.

 

“Possiamo dire di avere raggiunto un buon compromesso, e durante il negoziato con il Consiglio potremmo ancora correggere qualche elemento, per far sì che determinati settori possano trovare in Europa spazio di crescita, ma di certo si tratta di un grande pacchetto legislativo, che ci porta sulla strada dell’accordo di Parigi, per raggiungere obiettivi di lungo periodo ambiziosi. Vorrei ringraziare il Commissario Arias Canete, il relatore Ian Duncan e tutti i colleghi che hanno lavorato per una forte posizione del Palamento, indicando una strada importante: quella della decarbonizzazione della nostra economia, e quindi di un ambiente migliore da lasciare ai nostri figli e alle generazioni future” ha concluso l’eurodeputato siciliano.

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