di Nello Cristaudo
Nei giorni scorsi è stato presentato a Caltanissetta dal Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta e dall’Assessore alla Salute Baldo Gucciardi il nuovo piano della rete sanitaria ai manager di Asp e ospedali.
La nuova rete, organizzata sul modello ‘hub’ e ‘spoke’ tra Dea, ospedali di base, ospedali di zona disagiata e di comunità, inscindibilmente legata al sistema dell’emergenza territoriale del 118, garantirà un costante presidio medico per i cittadini, anche attraverso il corretto trasporto dei pazienti con codice rosso o giallo indicativi di patologie complesse come ad esempio l’ictus, l’infarto, i politraumi e altro.
La nuova rete dovrebbe ridurre “eccessi di unità operative” relative a discipline a bassa intensità di cura e attiverebbe e riorganizzerebbe unità operative di discipline ad alta complessità. L’entrata in vigore del D.M. 70/2015 ha imposto alla Regione la riprogettazione della rete ospedaliera sull’emergenza-urgenza, individuando i dipartimenti di emergenza e accettazione (Dea) e gli ospedali di base quali assi portanti dell’organizzazione dell’emergenza.
“La nuova rete non nasce dall’esigenza di risparmiare o tagliare risorse finanziarie, ma da quella ben più importante di assicurare a tutti i cittadini, ovunque si trovino, una tempestiva ed efficace assistenza, specie nelle ipotesi di patologie acute gravi, a tutela della loro vita e della loro salute”. Lo afferma l’assessore regionale alla Sanità, Baldo Gucciardi nel presentare il nuovo piano della rete ospedaliera. Ma agli intenti dell’Assessore non corrispondono, però, i fatti, almeno in provincia di Messina, dove tra declassamenti di alcuni reparti ospedalieri (Milazzo), unità di pronto soccorso in meno con tagli lineari (Barcellona P.G.), carenza di personale medico ed infermieristico (PS. Taormina anche se sulla carta sembrerebbe al contrario, poi nei fatti non è così) si aggiungono anche i tagli sul fronte del 118, primo presidio di soccorso per i malcapitati cittadini. Infatti, in tutta la provincia di Messina che territorialmente è la più grande dell’isola, solo 14 mezzi avranno a bordo un sanitario, sugli altri saranno presenti un conducente e un soccorritore. Il tutto in barba ai roboanti annunci fatti dall’Assessore regionale alla Salute, per poi constatare che proprio nel 118 si va a tagliare, ovvero il primo intervento d’emergenza dove la presenza del medico è preziosa per salvare le vite. In un momento storico, in cui nella provincia di Messina le reti tempo – dipendenti relativi all’infarto e all’ictus, hanno raggiunto alti livelli assistenziali, tanto da essere il fiore all’occhiello della sanità siciliana, di contro, così tout court , vengono a mancare le ambulanze medicalizzate che sono il fulcro del soccorso del 118, facendo cadere tutto il “fantomatico” sistema di pronto intervento d’emergenza, mandandolo a “puttane” . E dire che non meno di un paio di giorni fa, a Cesarò (ME) sui Nebrodi, una donna è stata salvata grazie all’intervento del medico dell’ambulanza del 118 che l’ha rianimata ed ha attivato la rete dell’elisoccorso per farla giungere subito al centro hub di competenza .
Viene messo in discussione un diritto fondamentale come quello di essere assistiti in caso di bisogno soprattutto in relazione ai cittadini delle aree più disagiate della provincia di Messina come quelle nebroidee e peloritane ad esempio di San Piero Patti o Montalbano Elicona, Roccella Valdemone, Malvagna, Casalvecchio e Mongiuffi Melia che distano troppi chilometri da un presidio ospedaliero e con una rete stradale dissestata e tortuosa. Il risparmio per le casse pubbliche verrà attuato penalizzando un’area sanitaria già messa a dura prova dai provvedimenti della Regione Siciliana in materia di salute pubblica. L’obiettivo della rete ospedaliera dell’emergenza-urgenza è quello di ridurre, nella fase acuta, la mortalità o gli esiti invalidanti nella popolazione che ricorre alle cure sanitarie attraverso il 118 o i pronto soccorso. Le reti tempo dipendenti (infarto miocardico acuto, ictus, trauma, trasporto materno assistito e trasporto neonatale) costituiscono il modello esplicativo del sistema dell’emergenza nel quale il percorso assistenziale del nuovo piano dovrebbe superare le vecchie ed inefficaci logiche organizzative del singolo ospedale, integrando invece la rete dei servizi dell’emergenza con gli stessi ospedali che insieme diventano patrimonio comune della rete assistenziale.
Per scongiurare questa nefanda scelta inerente il depotenziamento del 118, messa in atto da chi seduto a tavolino dimostra di non conoscere il territorio, nei prossimi giorni si terrà presso l’Ordine dei Medici di Messina una riunione operativa con i sindaci della provincia ed i medici per evidenziare l’infelice scelta operata sui 118 messinesi e cercare di rimodularla in ragione delle esigenze del territorio. Si tenga presente, inoltre, che l’istituzione del Sistema 118 nel nostro Paese ha dato un forte impulso alla diffusione della cultura dell’Urgenza – Emergenza, nell’ambito del servizio sanitario pubblico, modificando la tradizionale offerta di prestazioni. Ci auguriamo che chi di competenza possa ritornare sui suoi passi venendo incontro alle necessità ed ai bisogni sanitari dei cittadini di un territorio tanto martoriato come quello della provincia di Messina.