di Nello Cristaudo
Anche quest’anno ritorna la ormai rinomata manifestazione de “La Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo”, organizzata dalla Parrocchia Santa Maria Assunta, retta da Don Gerry Currò, che anziché andare in scena nel tipico giorno del venerdì santo, sarà realizzata domenica 9 aprile, Festa delle Palme.
Conversando con il reverendo parroco, abbiamo chiesto come mai questa scelta che non rispecchierebbe la tradizione secolare francavillese. Ci ha spiegato che nel giorno del Venerdì Santo bisogna concentrare tutta l’attenzione alla liturgia del mistero salvifico della morte di Cristo che va vissuto in funzione della sua resurrezione. E siccome la liturgia si esprime con simboli e preghiere è bene mettere in risalto il significato intrinseco di quel giorno dedicato alla passione di Cristo.
La manifestazione si snoderà lungo il percorso che parte da Piazza Garibaldi (con la scena introduttiva dell’entrata di Gesù a Gerusalemme) per poi proseguire lungo Via Vittorio Emanuele, Piazza Annunziata, Via Regina Margherita, Via Don Nino Russotti, Via Filippo Romano, Via Liguria, Piazza San Francesco, Via Asiago, Via Visconte Ruffo e Piazza Matrice, il cui panoramico slargo ospiterà la spettacolare e toccante scena finale della Crocifissione.
A differenza delle passate edizioni, dove oltre cinquecento persone, tra protagonisti e comparse, sfilavano per le vie del paese su carri e a piedi stando immobili ed in silenzio, accompagnati dalle note della banda musicale e con una semplice didascalia posta dinnanzi le scene a spiegarne il significato, quest’anno, invece, come nell’ultima edizione, molte scene prenderanno vita in particolari scorci della città, dove verranno recitate e seguite da un gioco di luci e da suggestive musiche. Si tratta, quindi , di uno sforzo notevole , cui vengono sottoposti i “novelli attori” spinti solo da uno spirito di sacrificio non essendo attori navigati, che reciteranno intere parti prese dai Vangeli della Passione di Cristo. Uno spettacolo dove la gente sarà partecipe sentimentalmente e con devozione compenetrandosi nel mistero della morte del Cristo.
Il tema della Passione del Signore, caratterizza questi giorni in preparazione alla pasqua che ritorna prepotentemente ogni anno, ma che possiamo dire di affrontare quotidianamente nella nostra vita. In fondo siamo chiamati a scegliere, con una certa passione, perché dobbiamo metterci il cuore. La Passione di Gesù è l’essenza di tutto il cristianesimo: i Vangeli stessi sono stati scritti, nella maggior parte, per riprendere quell’ultima settimana che ci accingiamo a celebrare che è la più importante di nostro Signore Gesù Cristo, dove lui stesso ci ha messo il cuore e dove si è giocato fino in fondo. Ed anche noi siamo chiamati a giocarci fino in fondo con passione.
Ma che significa la parola passione? Noi associamo almeno quattro realtà al concetto di “passione”: il desiderio sessuale, lo zelo per un qualche compito, un oratorio di J. S. Bach e le sofferenze di Gesù Cristo. Questa parola deriva da un vocabolo latino che significa «sofferenza». È in questo senso che deve intendersi il termine rispetto alle sofferenze e alla morte di Gesù Cristo. Tuttavia, il vocabolo si collega anche ad altre passioni e approfondisce il significato del sesso, ispira la musica e incoraggia le nobili imprese compiute sulla terra. A noi, però qui, basta sapere che per passione propriamente detta si intende la sofferenza di Gesù negli ultimi giorni prima della morte.
La passione di Gesù Cristo fu unica perché egli era più che un semplice essere umano. Nulla di meno, ma anche infinitamente più che un uomo. Come afferma l’antico Simbolo di Nicea, egli era: «Dio da Dio». Questa è la testimonianza di coloro che lo conoscevano e furono da lui ispirati a spiegare chi egli è. L’apostolo Giovanni si riferisce a Cristo chiamandolo «il Verbo» o «la Parola», e scrisse: «Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta […] E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre» (Giovanni 1:1-3,14).
La passione di Gesù Cristo è l’evento più importante della storia umana e la questione personale e politica più esplosiva del ventunesimo secolo. Negare che Cristo fu crocifisso è come negare che ci fu l’Olocausto. Per alcuni, è semplicemente troppo orribile per poterne parlare. Per altri si tratta di un’elaborata cospirazione per costringere al conformismo religioso. Ma dal punto di vista della storia umana quelli che negano questi fatti vivono in un mondo dei sogni. Gesù Cristo soffrì in modo immane, per liberarci dal peccato e ridarci la vita. Possiamo concludere che gli eventi che ricorderemo e celebreremo questa settimana sono il cardine della fede cristiana e contemporaneamente fatti documentati e incarnati nella storia.