12 ottobre 1492: iniziò la fine di popoli e nazioni del Nuovo Mondo

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di Guido Di Stefano

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Ci hanno insegnato che l’America fu scoperta da Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492: nulla di più discutibile come prima scoperta, senza nulla volere togliere ai meriti del navigatore ed esploratore genovese; inoppugnabile se al termine scoperta sovrapponiamo la corretta dicitura e cioè “inizio di conquista-predazione-occupazione-genocidi-fine di culture”. Con ciò non vogliamo colpevolizzare l’ammiraglio delle tre caravelle.

Prima di lui avevano toccato il suolo d’America i Vichinghi nei dintorni dell’anno 1000 dell’era  volgare. Ma altre voci giungono dal passato.

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A profonde riflessioni spingono le tracce di “cocaina” (o si dice alcaloide  della pianta di coca sud-americana) rinvenute nelle mummie dell’antico Egitto. Verosimilmente molte delle conoscenze egizie erano note anche a re Salomone, sicché ci sorge il dubbio che la sua “flotta d’occidente” raggiungesse le Americhe in cerca di oro e/o altro. A proposito: sembra che le vele delle navi “risaltassero” per le strisce rosse e bianche!

Il fenicio Annone avrebbe toccato il suolo degli attuali USA nel 500 avanti Cristo. Forse anche i Romani “blandamente” avevano contezza delle terre lontane, come sembrano dimostrare alcuni mosaici.

Studiosi inglesi hanno “ipotizzato” un soggiorno in America da parte del principe Madoc Gwynned nel dodicesimo secolo dell’era volgare. Ipotesi che verrebbe in parte confermata da qualche particolare “scolpito” in una antica chiesa templare scozzese e anche altrove. A proposito le insegne templari erano caratterizzate dalla croce rossa a otto punte su campo bianco.

E non mancano altre notizie di viaggi verso il nuovo mondo (e relative descrizioni) ben prima della pubblicizzata “scoperta”.

Prima però non si partiva per conquistare nuove terre, massacrare e depredare: ma per conoscere, commerciare, trattare (quando i trattati anche verbali avevano un valore e impegnavano l’onore).

E poi dovrebbe fare riflettere l’accattivante (o “furba”?) “segnaletica” composta sulle caravelle e cioè croce rossa a otto punte su campo bianco! Forse per annunciare “Siamo i fratelli di ieri e torniamo in pace”?

Comunque c’era già  decisive differenza tra “ieri” e l’oggi colombiano: le armi da fuoco e lo spudorato sperpero delle ricchezze pubbliche sperperate per i mantenimento di eserciti (mercenari) utili solo a diffondere morte e distruzione finalizzate al soddisfacimento dei “monarchi” europei, a volte definiti impropriamente grandi.

Si “fidarono” incautamente gli “amerindi” e mal gliene incolse. Gli imperi allora esistenti furono travolti con l’inganno e con le guerre; le “nazioni” non centralizzate furono annientate progressivamente, sempre con lo stesso copione. Anzi spesso furono vittime anche di “attacchi” batteriologici non dichiarati: raffreddori o influenze (casuali) e vaiolo (tramite coperte infette) diedero il loro contributo. Non scendiamo nei particolari di tutti i personaggi disadattati, insoddisfatti, scomodi, affamati e perseguitati sospinti verso il nuovo continente, quasi fosse la nuova terra promessa.

Fu proprio l’inizio delle grandi esplorazioni e della creazione dei grandi imperi coloniali a opera delle “potenze” europee: tutti i potenti (a qualsiasi titolo) si accanirono contro gli autoctoni in forza delle armi e della crudeltà e in nome di una presunta perfezione religiosa e culturale. I cosiddetti indigene spesso non vennero trattati da Uomini ma come bestie da ammaestrare e esporre alla pubblica derisione.

Con una unica ed eterna costante: chi ordinava e “lucrava” su massacri e caos se ne stava a godere i lussi conseguenti nei comodi palazzi europei, ben lontano dalle terre usurpate e insanguinate.  Quante vittime innocenti, con l’unica colpa di essere i padroni di ricchezze inutilizzate! Quante civiltà cancellate! Quanta storia falsata!

Americhe, Africa, Oceania, Asia (grandi porzioni): tutto il mondo ha sperimentato la saggezza e l’illuminazione a “matrice e direzione” della peggiore Europa.

Ed ora nei nostri tempi contemporanei sembra proprio che saggi e illuminati (ormai a direzione americana?) abbiano individuato la nuova terra promessa  nella vecchia Europa, dove non mancano le correnti di pensiero orientate verso il caos e l’appiattimento generale su un pensiero unico tendente al nulla!  Ma chi prenderà  in consegna le nuove terre in corso di spopolamento? Chi dovrebbe sostituire gli attuali pastori recalcitranti? Ma possono dirigere i travagliati popoli umani quei “cloni” che non conoscono i travagli umani, che di umano  hanno  solo le fattezze esterne? Qualcuno pensa mai che “il politicamente corretto” (dire e agire)  si presenta come l’indoratura di un mistificatorio placebo?

Che speranze ci portano le scoperte e invenzioni di questa moderna scienza senza coscienza che ha già generato armi di distruzione di massa capaci di distruggere e cancellare dieci volte la vita sul nostro pianeta? Questa “scienza” che illude tante piccole comparse fino a spingerle a invocare lo scontro armato contro nemici immaginari?  Questa scienza di cui tutte le comparse sono così piene da non avere capito che pochi folli nascosti nelle loro comode fortezze del potere possono trascinare alla distruzione totale pressoché istantanea? Ma i signori auto-esaltati hanno mai pensato che sette miliardi di umani all’occorrenza non sono affatto in condizione di attuare l’evacuazione “immediata” di sette milioni di persone?

Chi ci salverà?

 

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