di Guido Di Stefano
Oriente, occidente, settentrione, meridione, est, ovest, nord, sud: termini ricorrenti nel linguaggio corrente (per induzione) e soprattutto nel sempre più invadente e impositivo “slang politically correct” dove i termini occidente-settentrione-ovest, nord pretendono di indicare le aree dei buoni, giusti, perfetti, positivi sempre e comunque: i migliori anzi i santi insomma; mentre gli altri termini cioè oriente, meridione, est, sudvengono pronunciati dagli “invasati uni-pensanti” per individuare le genti aprioristicamente classate come malvage, ingiuste, imperfette, negative sempre e comunque: pessime e demoniache in breve. Non li chiamiamo razzisti ma semplicemente “ignavi”, nell’accezione più vincolante.
Atteso che in tutto il mondo qualcuno si trova sempre a occidente e/o a nord di qualche altro ed essendo evidente che in ogni caso non si fa riferimento alle coordinate geografiche (ovvero reticolo dei meridiani e dei paralleli) è evidente che i parametri di riferimento sono molto oscillanti e variabili per ragioni “comportamentali” e per manifeste tendenze alla “sudditanza” senza se e senza ma; parametri che vengono opportunamente adattati per le false e inique accuse di “volontà aggressiva”, perché così sono definiti l’aspirazione alla propria identità e il rifiuto del “nuovo ordine mondiale occidentale e del correlato pensiero unico”.
Così tanto per comprendere meglio, esemplifichiamo.
Nel secolo scorso “l’oriente nemico” iniziava ben prima di Berlino (in parte buona e in parte cattiva) mentre ora inizia oltre le repubbliche baltiche (buone) con l’eccezione della “minacciosa” enclave dello “Oblast di Kaliningrad”. Se ci spostiamo a sud attualmente l’oriente aggressivo inizia ora oltre l’Ucraina (ex Unione Sovietica) a eccezione della Crimea, “colpevole” di avere abbracciato Mosca.
Non diversa è la sorte dei popoli del sud o meridionali, che risentono molto del linguaggio politicamente corretto dei politici e del mainstream del potere e del pensiero unico. Recentemente nella mittel-Europa si sono levate voci contro la “godereccia prodigalità” dei popoli a sud (di Berlino?) e imperanti di indicare come gente del sud gli autori di tanti reati. Sembra che nel contempo o subito dopo i tribunali del liberal-progressisti del nord hanno cominciato a giudicare (o privilegiare?) alcuni reati “migranti” sulla base della cultura propria degli ospiti in contrasto con le vigenti norme statali e al buon senso comune. Sorvoliamo sulle dichiarazioni (non sappiamo dire se avventate o provocatorie) di qualche capo occidentale che ha praticamente indirizzato al suo popolo l’invito ad adeguarsi ad alcune (o tutte le) usanze degli ospiti: insomma non si parla più di accoglienza libera ma di adeguamento d’imperio alle altrui culture.
Ovviamente tanta comprensione non si applica agli abitatori di Sicilia essendo l’isola conquistata e occupata con le armi da oltre un secolo e mezzo. A questo si aggiunga che all’umiliazione e alla perenne fustigazione della Sicilia collaborano all’unisono diversi poteri romani e diversi figli (?) “in carriera” di detta nobile patria. Un esempio economico-finanziario? Al centro nord sono spariti tanti bei miliardi dei cittadini risparmiatori senza “eccesivi clamori e criminalizzazioni territoriali”; in Sicilia ogni Euro circolante favorisce la “mafia”. Questo si dice in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni modo. Ma se siamo così depravati e “onerosi” perché non sgomberano tutti e ci “abbandonano” al nostro destino di indipendenza?
Così è stato da secoli o millenni; così è; così sarà. Però c’è oggi un’aggravavante: con tutte le armi (atomiche, batteriologiche, chimiche, ecc.) abbondantemente prodotte e “pubblicizzate” dall’occidente pochi aspiranti martiri possono sterminarci e/o sottometterci come schiavi (tanto qualche popolo nostro amico professa questo credo).
Parlando di aggressioni varie ci limiteremo all’ultimo millennio per evidenziare al meglio (per quanto ci è possibilei ruoli. Nelle nostre memorie troviamo nel libro degli aggrediti “verbalmente” gli ortodossi d’oriente, a differenza di altri che almeno qualche “deciso” appunto lo meritavano. Tra gli aggrediti militarmente troviamo ancora l’oriente russo con la campagna di Napoleone, con la guerra di Crimea (l’occidente a favore degli Ottomani), con il “coinvolgimento” in due guerre mondiali veramente devastanti. Tra gli aggressori non troviamo Russi, Iraniani, Siriani, Libici, Afghani, Coreani, Cinesi ecc. Mentre ad aggredire l’occidente scopriamo l’impero ottomano, “benedetto” allora dal regno di Francia; e ora i leader del nuovo ordine mondiale benedicono gli eredi dell’impero ottomano (NATO, UE?) confidando in una “passiva” e improbabile accettazione di “ordini superiori” e di pensiero unico.
Non credete anche voi che sia ora di smetterla con ogni ambiguità e di restaurare il rispetto delle identità dei popoli e di ogni singolo essere umano? Popoli e singoli per quanto umili possano essere, avendo un’anima viva, sono senz’altro più ricchi e potenti di tanti signori dell’oro e del potere!
Chi vivrà, vedrà: così si dice. Ma riteniamo più probabile che assisteremo all’ennesimo passaggio del pianeta della transizione di cui nei miti mesopotamici piuttosto che alla “vanagloriosa” realizzazione della nuova torre di Babele: lingue differenti “viaggiano” già dalla base al vertice e viceversa.