di Salvo Barbagallo
Le “Frecce Tricolore” brillano sul cielo di Taormina, ad uso e consumo degli illustri ospiti del G7: è l’orgoglio nazionale che si mostra. Le esibizioni dei piloti italiani impressionano costantemente per la loro perfezione tecnica che in molti ci invidiano. Sotto, nella terra ferma, nella roccaforte “occupata” dai delegati (e mogli o mariti) dei cosiddetti Sette Grandi (e mogli o mariti), e da migliaia di uomini armati (visibili e non visibili), i cittadini taorminesi alla fine la prendono calma. Per gli abitanti della cittadina jonica uno spettacolo in più nell’antico Teatro di origine ellenica, quello che normalmente d’estate ospita artisti più noti e certamente più amati di una Merkel o di un Trump che si esibiscono, insieme agli altri “protagonisti” del vertice, nella foto ufficiale del summit.
Era inevitabile che impressionasse il forte spiegamento di Forze dell’ordine, concentrate non solo a Taormina, non solo a Giardini Naxos, ma anche lungo i percorsi stradali del territorio orientale dell’isola, soprattutto a vigilare su viadotti e cavalcavia. Ne abbiamo già parlato ed abbiamo già espresso la nostra opinione, inutile spendere ulteriori riflessioni e considerazioni sul significato di questa efficientissima “prova militare”: mostrare i muscoli, comunque, fa sempre effetto. Non è sicuramente una reazione al macabro delirio terroristico di Manchester che ha spinto Paolo Gentiloni e il suo Governo a investire per il G7 in uomini, in mezzi e in moneta sonante (tanta e tanta) per mettere insieme l’apparato “difensivo”, né (ma possiamo essere in errore) il timore di gravi incidenti che possono scaturire dalla manifestazione di protesta che si terrà oggi a Giardini Naxos.
A Giardini Naxos dove è stato convogliato un po’ di tutto per non saturare al massimo la città del Vertice. E a Giardini Naxos, poi, sono gli abitanti a stare più preoccupati e a subirne le conseguenze “indirette” proprio a causa del corteo programmato dei “No G7”, i cui partecipanti si lamentano d’essere definiti “antagonisti”, come qualche organizzatore della manifestazione ha fatto rimarcare indispettito. E lo stesso sindaco Pancrazio Lo Turco che dichiara: “Abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che le frange più estremiste non saranno alla manifestazione, ma la paura tra i miei concittadini resta”. A controllare che il tutto vada per il verso giusto c’è il “legal team” di avvocati, fra i quali Goffredo D’Antona, Dario Pruiti, Carmelo Picciotto, Francesco Aurichiella e Pier Paolo Montalto. Goffredo D’Antona ha sottolineato in merito alle garanzie sulla protesta: “Il piano giuridico ha diversi livelli, diversi punti di vista. In teoria in nome della sicurezza si possono fare tante cose, poi bisogna vedere se il problema della sicurezza non sia creato ad hoc proprio per limitare le garanzie personali. È evidente quello che sta succedendo: Taormina e Giardini sono città militarizzate. Capisco i problemi, ma allora questi eventi andrebbero fatti in luoghi più sicuri, ad esempio una nave da crociera. Tutto deve essere contemperato e qui non vedo nessuna contemplazione di interessi (…) Al corteo ci saranno partiti politici, ambientalisti, associazioni antimafie, studenti. Tacciarlo come il corteo degli antagonisti non è solo sminuente o limitativo, ma non opportuno. Perché nell’immaginario collettivo oggi il termine antagonista suscita (non so perché) timore (…)”.
Nel corteo saranno infiltrati Black bloc provenienti presumibilmente dall’estero? Difficile prevederlo. Il corteo dovrebbe avviarsi oggi pomeriggio alle ore 15, punto di raccolta dei manifestanti il parcheggio Salluzzo tra l’uscita dello svincolo autostradale di Giardini Naxos e la strada statale 114. Ed è in quest’area che i pullman provenienti da nord e sud sosteranno. Il corteo proseguirà lungo la statale 114 per poi attraversare via Dalmazia e quindi immettersi sul lungomare e proseguire fino alla piazza dove si trova il Municipio. Il lungomare è stato reso agibile togliendo anche le fioriere che delimitano lo spazio di bar e ristoranti. Locali che i commercianti preferiscono lasciare chiusi, sperando che non accada il peggio.