di Luigi Asero
Basta con questi parallelismi, l’Italia non è la Francia, gli italiani non sono i francesi e Renzi non è Macron!
Ci eravamo ripromessi di non occuparci più di tanto della questione elezioni in Francia, e invece ci troviamo a leggere una caterva di commenti e opinioni che ci costringe a dire la nostra. Solo per dire a tutti di smetterla di salire sul carro del primo vincitore che passa, perché tanto a noi (italiani e isolani) di cotanta vittoria non ci entra nulla. Se non nuovi guai, al massimo…
Dite che siamo pessimisti? Può darsi, ma possiamo ricordarvi che l’intervento militare in Libia del 2009 è stato orchestrato e fortemente voluto dal suo predecessore Nicholas Sarkozy e che da quell’intervento è nata la fase attuale del “caos Libia” e la (più vicina a noi “questione migranti”?
Possiamo ricordare, sommessamente, a tutti che Macron è parte integrante dell’establishment finanziaria mondiale, dei “signori delle banche” e che la crisi greca è stata voluta proprio da lor signori? E possiamo ricordare a tutti che quel mondo lì è quello che ha provato anche in Italia a portare il medesimo attacco con lo spread salito (governo Berlusconi) oltre i 700 punti? L’Italia ha resistito grazie ai risparmi delle famiglie che, malgrado la crisi, ha tenuto solidi i portafogli delle banche, seppur qualcuna ha fortemente scricchiolato. Ma quanto potrà durare la solidità delle autorità finanziarie italiane in un mondo che da quel 2008 non riesce a uscire dalla crisi e che da quel 2009 deve affrontare una emergenza migranti non stop, proprio da questo tipo di politica provocata?
E che dire delle prossime elezioni legislative francesi, appena in giugno quando Macron potrebbe trovarsi senza una maggioranza in Parlamento? La chiamate “stabilità”? Siete sicuri di ciò?
Ci sarebbe piaciuta la Le Pen? No, nemmeno lei. Ma è una delle poche persone che almeno si oppongono a questa Europa. A questo tipo di gestione della Comunità Europea. E questo non è populismo, checché ne dicano i media di regime.
E Matteo Renzi cosa c’entra? C’entra, c’entra sempre, ormai è come il prezzemolo: sta in tutto. Proprio lui ha osannato alla vittoria di Macron rimpiangendo la sua elezione democratica (ma chi l’ha negata sinora in Italia se non proprio lui e “il suo” Pd?). E, per non rimanere indietro, evidentemente “preso” da questa cosa bella che sarebbero le elezioni ricorda le sue recentissime primarie e il suo quasi “plebiscito”… molto quasi perché nemmeno i suoi lo vogliono stante i voti andati agli sfidanti Orlando e Emiliano!
Bene allora parliamo della “democrazia renziana”, quella che lo porta a parlare di popolo (e ora pure di mamme). Alle primarie del Pd hanno votato un milione e mezzo di persone, mentre per le elezioni politiche della Camera gli aventi diritto sarebbero circa 47 milioni. Un milione e mezzo corrisponderebbe al 3,2% dell’elettorato attivo, tralasciando il fatto che molti di questi voti non sarebbero ammessi perché gli elettori sono stati accettati con criterio differente (minori o non aventi diritto), Renzi ha ottenuto 1.257.ooo preferenze pari al 2,6%. Ben lontano dal 66,06% di Emmanuel Macron su scala nazionale. Allora Renzi di cosa sta parlando? E soprattutto, informatevi e informatelo, Macron è stato eletto Presidente della Repubblica, non Capo del Governo. Semmai Macron nominerà il suo Capo del Governo, secondo dettami del suo establishment. E forse di Angela Merkel, primo esponente europeo che incontra dopo la sua elezione. Un caso?
E poi le fake news le sparano il mondo di internet e la stampa “non allineata”?
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