Giorni e mesi trascorrono inesorabilmente, ma la “svolta” non c’è e la Sicilia resta ferma nel suo mancato sviluppo, con la disoccupazione e la sottoccupazione che crescono esponenzialmente, con un futuro che si mostra sempre più incerto. È un “piangersi addosso”? “No”, sostiene il presidente di Confcommercio Sicilia, Pietro Agen: “Si tratta solamente che i Siciliani si sono rassegnati e che affrontano il loro quotidiano per come viene”. Che la “politica” oggi non sia all’altezza della situazione, che non è in grado (forse solo per “competenza”) i problemi che pesano attualmente sull’Isola, lo sanno tutti, “ma pochi reagiscono”, afferma ancora Pietro Agen. E pur tuttavia i Siciliani lo hanno nelle loro mani, il loro destino: “È sufficiente che esprimano la loro volontà di cambiamento quando sono chiamati alle urne. Se per pigrizia non si va a votare, non può cambiare nulla”. Ovviamente perché tutto resta in mano a quel cinquanta per cento che si reca alle urne, a quel 50 per cento che è suddiviso nelle varie segreterie politiche. La “soluzione” è alla portata di tutti: basta un “segno” sulla scheda elettorale, e lo stato delle cose può essere drasticamente ribaltato.
A seguire, l’intervista di Salvo Barbagallo a Pietro Agen
Riprese video di Domenico Anastasi