di Carlo Barbagallo
Meno di due settimane addietro (il 20 maggio) scrivevamo sulla delicata questione del trasporto ferroviario in Sicilia, (quasi) una telenovela che viene ammannita ai Siciliani da anni e anni e che autori e registi anticipano da sempre il “lieto fine”. Ma la telenovela continua, puntata dietro puntata: qualche personaggio, di tanto in tanto scompare, qualche altro protagonista si vede incanutire, ma la “promessa” è sempre un annunciato lieto fine.
Per restare nell’attualità l’ultimo annuncio di “lieto fine” per le Ferrovie in Sicilia, lo ha portato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio (giunto nell’Isola, a Palermo, dal Continente, ma lui viaggia in aereo e non con i treni). Graziano Delrio è “di casa” in Sicilia, le sue trasferte, una volta a Catania, un’altra altrove e così via, vengono utilizzate quasi costantemente dai politici locali in vista di una qualche competizione elettorale. Ed è il caso dell’ultima visita: è noto che nel capoluogo siciliano si corre principalmente per la sindacatura della città. Per il ministro delle Infrastrutture non è difficile parlare in prospettiva, e quindi aggiornare il piano di interventi sulle disastrate ferrovie che dovrebbero assicurare collegamenti veloci fra le varie provincie.
A Palermo Delrio ha annunciato che la velocizzazione avverrà (prima o poi?), grazie ai nuovi fondi concessi a Rfi. Si finanzieranno (?) in maniera definitiva completamenti di tratte importanti, il raddoppio della linea Catania-Messina e (sulla linea Castelbuono) la Palermo-Messina; il ripristino della Palermo-Trapani e la velocizzazione della Catania-Siracusa fino ad Augusta. Sulla “velocizzazione” della Catania-Siracusa, Graziano Delrio non si è dilungato, ha evitato di scivolare sulla cosiddetta buccia di banana, perché con motivazione “lavori in corso” è stata già annunciata proprio la chiusura della tratta Catania-Siracusa-Catania dal prossimo 18 giugno al 10 settembre.
Graziano Delrio parla di fondi per ben 9,9 miliardi di euro che andranno a incrementare il contratto di programma Rfi 2017-2021 (che già consisteva in 18 miliardi di euro). Il “supporter” isolano del ministro alle Infrastrutture, l’assessore regionale ai Trasporti Giovanni Pistorio, dichiara: Ho chiesto al ministro che i finanziamenti si concentrino soprattutto sulla Palermo-Catania. Per completarla tutta servono sei miliardi e l’obiettivo è farlo entro il 2030, ma intanto abbiamo proposto un primo step da ultimare entro il 2024. Il progetto è arrivare a collegare le due città in un’ora e 54 minuti tra sette anni. Vogliamo tenere in esercizio il binario esistente e nel frattempo realizzare il secondo binario veloce entro il 2024, in modo da non chiudere la tratta. E solo dopo intervenire su quello esistente per velocizzarlo, così entro il 2030 avremo il raddoppio. Come si può notare l’assessore regionale ai Trasporti mostra d’avere le idee molto chiare, così come altrettanto chiari appaiono i programmi: è tutto, come sempre, declinato al futuro. Poi, che importanza ha se nel contempo viene “chiusa” per mesi una tratta ferroviaria importante, come quella di Catania-Siracusa? Oppure, non si tiene nel debito conto che si è ancora alla fase progettuale per la Catenanuova-Raddusa (450 milioni finanziati), anche se nell’attesa (?) la Regione ha chiesto di intervenire sulla tratta già esistente fino a Enna per velocizzarla. Con questi rapidi interventi si punta a ridurre il tempo totale di percorrenza tra Palermo e Catania di una decina di minuti…Tutto dire.
Indubbiamente è ampia la carrellata di progetti e iniziative finanziate che il ministro Delrio ha avuto modo di presentare nel corso della sua trasferta siciliana mentre, accompagnato dal sottosegretario Davide Faraone e dall’assessore regionale Giovanni Pistorio, ha visitato i cantieri ferroviari di Palermo, anello e passante, incontrando, ovviamente, anche il sindaco Leoluca Orlando (in campagna elettorale)…