“Viaggiando….viaggiando” insieme ai ragazzi della seconda B a Francavilla di Sicilia

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di Nello Cristaudo

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Si è svolta al cineteatro comunale “Arturo Ferrara” di Francavilla di Sicilia, la rappresentazione teatrale “Viaggiando….viaggiando”, messa in scena dai ragazzi della classe 2^ B  della scuola  secondario di primo grado dell’Istituto Comprensivo di Francavilla di Sicilia, capitanati dall’insegnante Anna Amico, in collaborazione con i colleghi Giovanna Spadaro, Emanuele Paparo e la vice preside Rosanna Ricciardi.

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La simpatica kermesse, metteva in evidenza  un viaggio immaginario effettuato dai ragazzi che, presi dai compiti loro lasciati dall’insegnante di lettere inerenti la geografia, cliccano un tasto su una tastiera del pc, si tuffavano nel mondo di  internet, per ritrovarsi in contatto con le arti, le tradizioni, la cultura,  le musiche e i monumenti degli stati cui vorrebbero recarsi per poterli visitare.

Come dicevamo, i protagonisti di questo spettacolo musicale, sono stati i ragazzi della classe 2^B dell’istituto comprensivo di Francavilla, magistralmente diretto dalla Dirigente Scolastica Angela Mancuso,  che si sono impegnati solamente nel’ultimo mese a realizzare il tutto. Come ha dichiarato la Professoressa Anna Amico, nel presentare il lavoro, : ” l’obiettivo di questo spettacolo non è quello di impressionare, di competere o vincere premi di alcun tipo, bensì qualcosa di molto più prezioso: favorire la crescita degli alunni nei vari aspetti della loro personalità. Stasera avrete l’opportunità – ha continuato l’insegnante –  di vedere non attori, cantanti, ballerini, ma i vostri figli: ragazzi che si sono impegnati costantemente e soprattutto insieme per potervi regalare due ore di pausa dalla normale routine della vita. Spesso si pensa che recite, musical, attività di questo genere siano adatte a ragazzini più piccoli, che una volta usciti dalle scuole elementari non siano più necessarie, vengono viste quasi come una perdita di tempo, tempo sottratto magari allo studio”.

Proseguendo nella presentazione la prof ha affermato: “La scuola non è solo insegnare contenuti, ma è anche educare alla vita. I ragazzi non devono solo studiare la lezione per il giorno dopo o per il compito in classe, ma devono crescere affrontando le loro esitazioni, le loro paure, quali ad esempio quelle di poter salire su un palco di fronte ad un pubblico. Non tralasciando inoltre il fatto che tutto ciò permette ai ragazzi di sviluppare le proprie capacità espressive,  corporee e vocali. Ho sempre sostenuto che bisogna essere prima educatori e poi docenti”. Ben riuscito anche il fattore di interdisciplinarietà attraverso la fase teatrale, dove è stato possibile individuare filoni di lavoro i cui temi possono essere sviluppati in ambiti diversi.

È evidente come l’impiego della recitazione  nella scuola rappresenta uno degli strumenti privilegiati della pedagogia. Il significato del lavorare insieme nel teatro,  precede di millenni la nostra pedagogia: tutte le comunità sociali importanti hanno sempre avuto la recitazione e il teatro come momento fondamentale della vita comunitaria.  Ancora molto tempo prima la stessa cosa è accaduta nel mondo greco, dove in fondo la preparazione del teatro costituiva una grande parte della vita sociale: tragedie e commedie venivano presentate in un arco di tempo e premiate; tutta la comunità della “polis” (della città) si preparava a questo evento. Il teatro di per sé costituisce un momento fondamentale della vita di una comunità.

Si potrebbe anche dire che, dove si riesce a fare teatro, si immette nella vita della comunità un elemento aggregante, un elemento di risveglio della coscienza  sociale. Quindi non solo una comunità tende a produrre teatro, ma il teatro agisce beneficamente sulla formazione della comunità. Questo vale molto in generale, in particolare poi, nel caso delle recite, dell’uso pedagogico delle recite e del teatro, ancor di più.

Per i ragazzi sappiamo che ha un’enorme importanza  la rappresentazione teatrale, sia che la vivano da semplici spettatori, sia ancor più che vengano coinvolti come attori nella rappresentazione. Questo coinvolgimento ha un’infinità di aspetti e di valori. Si vive la partecipazione ad un evento festivo e alla creazione di un’opera che deve presentarsi senza smagliature, completa, una sorta di imitazione della realtà, di mimesi della realtà.

Inoltre, vi è un altro elemento che interviene quando si fa teatro e che mi piace sottolineare:  è il fatto che, trattandosi di un’operazione a più voci, di un’operazione che richiede organizzazione, che richiede la capacità di tessere, di riunire insieme tanti diversi aspetti, dai costumi al trucco, al canto, al ritmo del passo, all’organizzazione dello scenario, ecc…ecc… rappresenta in modo molto chiaro l’idea che non si può fare nulla senza la cooperazione di altri, senza il rispetto del contributo che ognuno può dare in quella situazione, compreso, al limite, il suggeritore, compreso chi fa della musica, chi canta, chi organizza i vestiti…insomma,  si esperimenta in piccolo che cosa vuol dire creare insieme. Diciamo che nel teatro si sperimenta (si può sperimentare) l’elemento della socialità: è un’educazione alla vita sociale. E se questo vale per i bambini e per i ragazzi, vale anche per gli adulti. È significativo, infine, che in una comunità scolastica è presente sia la funzione pedagogica, per cui il teatro è una parte integrante del piano di studi ed è un momento fondamentale lungo l’arco della scuola, sia la possibilità di fare qualche cosa da parte degli adulti per gli allievi, per i ragazzi. Quando gli adulti producono qualche cosa che poi offrono in dono ai loro figli,  anche questo rappresenta certamente un grande momento dal punto di vista della vita di quella comunità.

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