Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato un articolo in Primo Piano intitolato “Elezioni, la strategia del caos funziona”. Articolo seguito da molti lettori e fra i commenti uno ci ha colpito in maniera particolare perché ha definito l’articolo “nichilista”. Per quanto possiamo ricordarci, nel corso degli anni e per i tanti articoli, forse troppo in contro tendenza, nessuno aveva definito i nostri editoriali “nichilisti”. Ne abbiamo preso atto e, forse per troppa arroganza, non abbiamo risposto al nostro lettore. Il termine “caos” era riferito alla cronaca di tutti i giorni che sta registrando una confusione non comune all’interno delle aggregazioni politiche in vista delle imminenti elezioni regionali.
Come una recentissima indagine di Demopolis ha evidenziato, se si dovesse andare oggi al voto, su 4 milioni e 600 mila elettori, si recherebbero alle urne soltanto circa 2 milioni di siciliani, cioè meno della metà dei votanti. Quale classe dirigente politica che avrà in mano il futuro della Sicilia può emergere dall’attuale situazione nella quale versano partiti e movimenti che si contenderanno anche la poltrona presidenziale della Regione? È fuor di luogo parlare di strategia del caos? Come definire quanto si sta verificando sotto gli occhi di tutti: le compagini (politiche?) in contrapposizione non riescono ad esprimere al loro interno, per la guida della Regione, il “nome” di un candidato che possa essere “credibile”. A Sinistra come a Destra dirigenti e “militanti” non sanno esprimere una “figura”, un “personaggio” che, quantomeno, possa definirsi “nuovo” e, soprattutto, un programma di “rinnovamento” (o pseudo tale) che possa essere considerato come “svolta”.
Questi interrogativi li abbiamo posti al presidente di Confcommercio Sicilia, dottor Pietro Agen, che così in prima battuta risponde: “… È come se partiti e leader di partiti avessero timore ad affrontare la prossima stagione amministrativa della Regione, e quindi c’è difficoltà a trovare chi vuol esporsi in prima persona, e anche trovando dei nomi rispettabili è altrettanto difficoltoso raggiungere un equilibrio. Questo vale per tutte le compagini politiche, escluso il Movimento 5 Stelle che ha già reso noto il nome del candidato Presidente. Questo stato di cose favorisce inevitabilmente le posizione Grilline…”.
A seguire, l’intervista di Salvo Barbagallo a Pietro Agen.
Riprese video e audio di Domenico Anastasi.