Lettera di un farmacista rurale

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Pregiatissimo Direttore, voglio raccontare una storia di ordinaria discriminazione a danno dei farmacisti rurali.

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In questi giorni vengono pubblicate le sentenze relative ai ricorsi presentati dai farmacisti rurali siciliani, sull’assegnazione delle maggiorazioni previste dalla Legge  nel Concorso straordinario per l’apertura di nuove farmacie come disposto dal decreto Monti “Salva Italia”.

In Sicilia tali ricorsi sono stati respinti in massa.

Vorrei, se mi concedi lo spazio, porre qualche considerazione.

Da quasi cinquant’anni il legislatore ha assegnato al farmacista rurale ( che opera in condizione di disagio sociale ed economico) un punteggio di favore tale da rendere irraggiungibile ad ogni altra categoria il punteggio legato alla carriera.  Anche i rurali con tredici anni di servizio, mediante un meccanismo di “ maggiorazione”, potevano accedere al citato limite esclusivo.

Tale sistema ha funzionato finché una legge, confezionata in fretta e furia, non ha permesso la somma dei titoli di più candidati in forma associata.

Nasce qui la mostruosità: due candidati senza specifica esperienza nella gestione di una farmacia raggiungono il punteggio professionale massimo, al pari di coloro che da venti o più anni  gestiscono una farmacia di frontiera (i rurali appunto) , che si trovano così  svantaggiati per non aver avuto il tempo di seguire master di varia natura, impegnati invece a fornire un servizio insostituibile alle fasce più deboli della popolazione, cosicché, alla fine, risultano piuttosto in fondo nella graduatoria finale (esattamente il contrario dello spirito originario della Legge).

Il Consiglio di Stato, nella sentenza del 15/12/2015 ha intuito l’iniqua interpretazione della Legge ed  ha ordinato  di attribuire la maggiorazione voluta dalla legge, IN OGNI CASO!

Non so dire sul piano giudiziario se le sentenze del TAR di Palermo siano corrette o no, ma  quello che senza tema di smentita posso affermare, è che in base a tali sentenze, saranno assegnate moltissime farmacie a Colleghi, in larga misura prossimi alla pensione, che hanno svolto la professione di  docenti universitari, o Collaboratori dell’industria o comunque a Colleghi che svolgono attività diverse dal farmacista in farmacia, i quali percepiranno a seguito delle necessarie dimissioni,  una liquidazione principesca ed una farmacia di primaria importanza in omaggio!

E i rurali? Quelli ai sacrifici sono abituati, che restino dove sono da una vita!

Le sentenze, caro Direttore, non si criticano, semmai si impugnano ed in moltissimi certamente lo faremo.   Nel ringraziarTi per l’attenzione ti porgo cordialissimi saluti.

Elio Di Silvestri

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