Crocetta tenta di far commissariare la Sicilia?

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di Salvo Barbagallo

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È l’agosto del grande caldo, è l’agosto di ogni possibile sorpresa che sarà tenuta segreta, almeno fino a quando a settembre inoltrato la cosiddetta vita pubblica riprenderà il suo pseudo cammino naturale.

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Incontri, contro incontri, giochi su tavoli doppi e tripli fra leader di partiti e gruppi (più o meno) politici in vista delle imminenti elezioni regionali, tutti in cerca di personaggi presentabili e credibili, sopra tutti e tutto il presidente uscente della Regione Siciliana che si auto-ricandida, nonostante dissensi e critiche feroci provenienti anche da chi lo ha fatto sedere nella poltrona presidenziale.

Alessandro Sallusti sul quotidiano Il Giornale di ieri (8 agosto) ha fatto notare parlando del quadro nazionale nella sua prospettiva: (…) Posso sbagliarmi, ma ho la sensazione che si sia alla vigilia di una vera rivoluzione politica, simile a quella che, nei primi anni Novanta, cambiò radicalmente lo scenario italiano (la morte del Pci, la dissoluzione della Dc, lo sdoganamento di An, la Lega e la nascita di Forza Italia). Siamo sicuri che da qui a un anno il Pd, Forza Italia, ma, più in generale, il centrodestra e il centrosinistra, saranno esattamente quelle cose che vediamo oggi contendersi nei sondaggi lo zero virgola del consenso di metà degli italiani? Che senso avrebbe, per i protagonisti e per il bene degli italiani che – ormai è evidente – attendono qualche cosa di davvero nuovo come un messia? Gli scricchiolii sempre più evidenti su tutti i fronti e le contraddizioni irrisolvibili a bocce ferme dicono che forse ci siamo. Occorre solo aspettare di scavallare le elezioni siciliane di novembre, che un po’ tutti dicono – mentendo sapendo di mentire – non avranno valore e ripercussioni nazionali. Balle. Potrei sbagliarmi, ma la Sicilia sarà l’ultimo test mascherato prima di scoprire le nuove carte. Tutto il resto è solo tattica.

Che in Italia si possa determinare una “vera rivoluzione politica” non ci sarebbe da stupirsi, considerare la Sicilia “l’ultimo test mascherato” è ipotesi più che realistica. La Sicilia da sempre ha costituito un laboratorio alchemico dove potere sperimentare tutti ciò che è possibile sperimentare, dunque, da questo punto di vista, nessuna “novità”.

Anche per questi motivi bisognerebbe seguire (forse) con più attenzione le residue mosse dell’uscente presidente Rosario Crocetta, e comprendere fino in fondo cosa significhi la “scrollata” che ha ricevuto da parte del ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, sulla delicata e controversa questione della gestione dei rifiuti nell’Isola. Il ministro Galletti con la frase nella lettera che ha inviato a Crocetta afferma: Non posso non rilevare e sottoporre alla tua attenzione quanto continuano ad evidenziare i miei uffici in ordine alla sostanziale inadempienza alla gran parte delle prescrizioni da me indicate. Mi vedo costretto a rappresentarti che, se a breve la Regione non riuscirà ad intraprendere percorsi concreti e decisivi verso la soluzione delle problematiche esistenti nell’assetto ordinamentale, organizzativo ed impiantistico, ricondurrò l’azione del Ministero all’ordinario esercizio dei poteri di vigilanza e controllo, propri della consueta attività dello Stato. Come dire che Galletti ha sventolato sotto il naso di Crocetta la possibilità di un commissariamento dell’assessorato regionale competente. Provvedimento mai verificatosi in precedenza, visto che la Sicilia è una Regione a Statuto Speciale.

L’altra faccia della medaglia? E se Rosario Crocetta andasse proprio alla ricerca di commissariamenti nazionali? È ben noto che l’attuale, uscente presidente della Regione è un “Maestro” in materia di commissariamenti: ne ha fatto largo, larghissimo uso di questo strumento micidiale a spese di tanti e tanti Enti pubblici che, alla fine, sono rimasti bloccati nella loro attività. Naturalmente e sempre a discapito della collettività isolana.

Così questa ipotesi peregrina potrebbe essere anche non campata in aria…

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