di Salvo Barbagallo
In premessa confessiamo la nostra “assoluta” ignoranza in materia “tecnica”, e confessiamo pure “assoluta” ignoranza sulla valenza (segreta) delle sofisticate attrezzature satellitari (MUOS) installate sul territorio Siciliano (a Niscemi). Per dire, in poche parole, che non sappiamo a cosa serva “veramente” il MUOS di Niscemi, come e perché è stato “necessario” posizionarlo in Sicilia, come e perché gli Stati Uniti d’America abbiano voluto (con determinazione e forza) investire milioni e milioni (forse miliardi?) di dollari per questo impianto nel profondo sud d’Italia, nell’Isola (Sicilia) al centro del Mediterraneo. La nostra “ignoranza” viene sollecitata dal “grande caldo” che ha imperversato e imperversa nell’area a sud del Paese, che ha pochi riscontri “passati” nella misura in cui si è mostrato, si mostra e perdura questo fenomeno climatico.
Non siamo esperti “meteo”, nell’ignoranza sottolineata non comprendiamo perfettamente le spiegazioni che i molti esperti (civili e militari) ci forniscono attraverso i mass media, accostiamo molto arbitrariamente (molto arbitrariamente) e senza alcun supporto di conoscenza tecnica, questa lunga fase climatica che sta investendo il sud, all’inizio e con l’attività (intensa?) dell’impianto MUOS di Niscemi, ponendoci (l’arbitrario) interrogativo se questo impianto possa avere una qualche influenza sull’anomalia metereologica indicata.
Nessuno ci accusi di troppa ignoranza: il nostro status lo abbiamo premesso…in questa nostra riflessione. Però…
Però non abbiamo potuto fare a meno di riferirci agli anni passati, quando i seguaci delle “teorie complottistiche” denunciavano il programma statunitense HAARP, High Frequency Active Auroral Research Program (“programma di ricerca attiva aurorale con alta frequenza”) condotto con impianti USA in Alaska sin dalla fine degli Anni Ottanta. Eminenti personaggi con alta valenza scientifica, in più circostanze hanno affermato che:
*gli scienziati militari degli Stati Uniti stanno lavorando sui sistemi climatici come potenziale arma. I metodi includono l’accrescimento delle tempeste e la deviazione dei fiumi di vapore dell’atmosfera terrestre per produrre siccità o inondazioni mirate” (dichiarazione della scienziata Rosalie Bertell);
*gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica già padroneggiano il know-how necessario per scatenare improvvisi cambiamenti climatici (uragani, siccità) nei primi anni ’80 (…) Queste tecnologie rendono possibile provocare disturbi atmosferici usando onde radar a frequenza estremamente bassa …” (Marc Filterman, ex-ufficiale francese).
Vale la pena ricordare che anche il “Motion for Resolution” del Comitato sottoposto al Parlamento Europeo”, così si espresse il 14 gennaio del 1999: “In virtù del suo esteso impatto sull’ambiente considera HAARP un problema globale e richiede che le sue implicazioni legali, ecologiche ed etiche siano esaminate da una istituzione internazionale indipendente; il Comitato esprime rammarico per il reiterato rifiuto dell’Amministrazione degli Stati Uniti di fornire pubblicamente informazioni sui rischi pubblici ed ambientali del programma H.A.A.R.P…”.
Questo rimando temporale (molto, molto sintetico) per sottolineare che poco (molto, molto poco) sappiamo dell’effettiva capacità del MUOS di Niscemi, e che poco (molto, molto poco) conosciamo della sua reale attività, cioè, a che serve? Andare a ipotizzare che il MUOS di Niscemi possa influire sulle condizioni del clima può essere (sicuramente) azzardato, ma di “fenomeni” strani (interferenze nelle frequenze audio e video, telefoniche, internet, eccetera) in Sicilia si sono già verificate, e nessuno mai ha dato risposte, o risposte adeguate.
A nostro avviso anche il MUOS di Niscemi rientra nella lunga casistica dei “misteri Siciliani”, considerando il fatto che “mistero” sussiste quando avvenimenti (di varia natura e di diverso livello) non hanno una spiegazione plausibile.