di Guido Di Stefano
Riteniamo difficile stabilire l’esatta paternità dell’aforisma nella sua stesura definitiva. Siamo propensi a credere che le sue origini e le sue “trascendenze” siano “mediterranee”, anche perché si perde nella notte dei tempi la sua forma “sincopata” tramandata presso i popoli di Sicilia e traducibile “nessuno può dire di st’acqua non ne bevo”!
No, nessuno può attribuirsi e/o vantare una impossibile superiorità su tutti e su tutto e una inesistente perfezione che lo preservi dall’errore e dall’iniquità: questo è l’universale e intimo insegnamento di “vita” (perché l’acqua è vita) racchiuso in quelle poche parole.
Ignorarlo e/o “offenderlo” è una inconfutabile manifestazione (o meglio ammissione) di arroganza e/o insipienza, separatamente e/o congiuntamente.
In ogni caso confidando in note e oscure insieme reti di complicità rafforzate da una assurda certezza di impunità si segue un percorso rituale: calunnie reiterate, disprezzo esibito, aggressioni verbali, aggressioni economiche (dette sanzioni), aggressioni “per errore”, guerre per procura e/o quantomeno con pochi morti propri (crociate, sante inquisizioni, due guerre mondiali, guerre coloniali o post-coloniali o neo-coloniali, guerre indiane, ecc. “docent”).
Scorriamo qualche “rigo” di storia.
Ci manteniamo nei tempi più prossimi e riflettiamo un poco sulle armi “sanzioni” il cui uso i signori dello “yes” e dello “oui” ritualmente non disdegnano sfoggiando i muscoli della fallita SdN (società delle nazioni) prima e successivamente di ONU, la “ingrassante” NATO (nata nel 1949 per contrastare il “profetizzato” futuro nemico del Patto di Varsavia partorito nel 1955 e già defunto), UE (congrega di fratelli, in disfacimento, dove i maggiori (D und F) tentano di schiacciare i minori (I) come sempre).
Quando Hitler tentò per la prima volta l’annessione “manu armata” dell’Austria tutti gli “imprevidenti” padreterni della S.d.N. “nicchiarono”; si oppose solo il governo italiano inviando truppe al Brennero senza chiedere il parere a nessun onnipotente e senza averne alcun riconoscimento. Quando invece l’italico governo riprese la stolta (dis)avventura coloniale in Africa senza il “placet” degli “onnipotenti” occidentali scattarono “ipso facto” le sanzioni e l’Italia fu spinta nelle braccia dei teutonici. Stranamente, si dice, l’industria meccanica pesante dei “gringos” continuò a produrre in Germania “giocattoloni bellici” per i nazisti.
A cosa sono servite mezzo secolo di sanzioni della grande America contro la piccolissima Cuba? A nulla, se non a soddisfare la vanagloria di qualche “oscuro” sognatore insoddisfatto! E l’ONU era già matura!
Intanto sembra che al di là dell’oceano arroganza e insipienza abbiano scalato le più alte vette dell’altopiano del delirio! Continuano a battere tumultuosamente le strade delle “sanzioni” contro tutto e contro tutti “i liberi”, salvo poi gridare all’ingiustizia se qualcuno con bilanciato garbo risponde: e non si accorgono che quel tutto e tutti (osteggiati e offesi) si sono compattati sì da risultare “vincenti”.
Inoltre hanno superato se stessi (e chiunque altro nel passato tranne forse i maestri delle inquisizioni) legiferando per tutti, popoli, nazioni, stati di tutto il mondo, quasi che il globo intero sia un loro possedimento dove sono ospiti (inferiori) tutti gli altri. Per difendere i loro interessi nazionali nei loro “territori del mondo e dell’universo” quindi emanano leggi e trattati per rendere schiavi i servi (ex alleati?) e brandiscono leggi e diktat per distruggere impunemente gli altri, gli spiriti liberi!
Crediamo che tutte le lezioni cadano nel vuoto perché sono pochi i responsabili che afferrano l’intimo e universale significato semantico ed etimologico del latino “ordo” (ordine) e del biblico “giusto” (Giuseppe “uomo giusto” o i “dieci giusti” inesistenti a Sodoma e Gomorra): eppure dal vero “ordo”, dal vero “giusto” emanano libertà-intelletto-cultura-scienza con coscienza-identità-diversità-rispetto-diversità: in sintesi la civiltà degli esseri liberi in terra e nel creato, espressione dello Spirito Creatore.