di Salvo Barbagallo
Probabilmente (dopo troppo tempo) si è compreso che c’è chi ha giocato con i sentimenti e le emozioni della gente in merito al delicato problema dei migranti e del consequenziale problema dell’accoglienza.
Probabilmente la misura è risultata colma, se il Governo italiano si è visto costretto ad emanare delle “regole” nel tentativo di normalizzare l’equivoca attività di “salvataggio” di molte ONG che con le loro navi “prelevavano” i migranti che a loro venivano “consegnati” direttamente dai trafficanti di esseri umani. Probabilmente solo ora si incomincia a comprendere il difficile lavoro svolto da diverse Procure della Sicilia, tacciate inizialmente di “mancanza di umanità”, di essere prive dei comuni sentimenti di “solidarietà”. Probabilmente soltanto adesso si inquadrano meglio i consistenti “affari” di quanti hanno speculato (e speculano ancora?) sui centri d’accoglienza sparsi su tutto il territorio nazionale. In quanti hanno giostrato sui sentimenti e sulle emozioni? Molti politici lo hanno fatto (consapevolmente, o no, il risultato non cambia) e nei giorni nostri preferiscono tacere a fronte dei risultati delle inchieste degli investigatori e delle Procure: di fronte ai fatti documentati, di fronte all’evidenza, in fondo, c’è poco da ribattere.
Le competenti autorità hanno comunicato il “forte” calo del flusso migratorio proveniente dalla Libia in quest’ultimo periodo, cioè da quando sono state stabilite le “regole”: c’è da stupirsi? E pur tuttavia ancora in molti osteggiano l’applicazione delle “regole”, giustificando con questioni di “sicurezza” la decisione di diverse Organizzazioni cosiddette umanitarie dalle acque (sotto costa libica) dove normalmente operavano.
A nostro avviso costituisce solo una “pausa” la diminuzione degli sbarchi di migranti: il flusso riprenderà appena l’attenzione pubblica scemerà. Ma nel contempo ha preso il via un altro aspetto della questione migranti, che sicuramente sarà messo a fuoco maggiormente dalle competenti autorità: gli sbarchi che vengono definiti “fantasma”.
Venerdì scorso (18 agosto) un barcone lungo 11 metri e carico di migranti è approdato nel tratto di costa fra Siculiana Marina e Torre Salsa, in provincia di Agrigento: gli sconosciuti si sono dati alla fuga, ma una quarantina di persone è stata rintracciata e catturata dalle forze dell’ordine. Si trattava di maghrebini provenienti dalla Tunisia. Il giorno prima altri due sbarchi “fantasma”: uno nella zona di Siculiana, l’altro nella zona di Punta Grande, tra Realmonte e Porto Empedocle, dove è stata trovata una barca di sette metri con motore fuoribordo. Nessuna traccia degli occupanti dei quali è ignoto il numero e, ovviamente, l’identità. A detta degli abitanti dei luoghi dove sono avvenuti questi sbarchi, gli episodi si susseguono da tempo e se ne viene a conoscenza solo con il ritrovamento dei natanti che vengono abbandonati sulle spiagge.
Per la natura piuttosto fatiscente delle barcacce ritrovate abbandonate dovrebbe essere poco credibile la circostanza che abbiano potuto effettuare indenni e “solitari” un tratto di mare di oltre trecento chilometri, più verosimile che siano stati aiutati da qualche nave che poi li ha “accompagnati” sino alle coste della Sicilia.
Per gli sconosciuti che sono approdati e che si sono dileguati in Sicilia si deve parlare di “migranti”, oppure bisogna tornare al termine “clandestini”, termine che sembra essere stato cancellato dai vocabolari italiani perché considerato “non umanitario”?…
E se fra questi “migranti/clandestini/fuggitivi” ci fossero dei foreign fighters dell’Isis?…
(Le foto sono pubblicate da Grandangolo, Giornale di Agrigento)