Sigonella, mondo alieno nel cuore della Sicilia

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Di Salvo Barbagallo

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Ci sono parti (spezzoni?) di territorio siciliano che costituiscono mondi “a parte”, da considerare quasi “alieni” alla realtà dell’Isola e della sua collettività. Sono queste “parti” di territorio le basi militari, che dovrebbero essere assolutamente “italiane” ma che, nella maggior parte dei casi, costituiscono “autonome” installazioni statunitensi, ovviamente dichiarate “ospiti” in qualità di Paese “alleato” (?) d’Italia.

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Mondi a parte dei quali i titolari “veri” del territorio, cioè i Siciliani, ignorano nelle attività interne ed esterne sia perché non ci sono contatti diretti (o indiretti?), sia per mancanza di adeguata informazione. Di Sigonella “made in Usa”, per esempio, si apprende solo quando qualche sparuto numero di marines (grazie a compiacenti rapporti “diplomatici” locali) provvede a far pulizia di rifiuti in giardini pubblici urbani. Se si vuol sapere qualcosa in più bisogna andare a spulciare le riviste militari specializzate (cartacee oppure online), ma i Siciliani non hanno questa “voglia” di conoscere, o non hanno voglio di sprecare tempo in questioni che ritengono non di loro interesse.

Così apprendiamo (con nostro ritardo) da Aviation Report che il 10 luglio scorso l’Italia ha ricostituito a Sigonella il 61° Gruppo Volo dell’Aeronautica Militare che sarà dotato di velivoli a pilotaggio remoto MQ1-C (Predator A+) con il fine di consolidare e rafforzare la presenza e l’attività di sorveglianza  dei velivoli a pilotaggio remoto (APR) nell’ambito del concorso al dispositivo di sicurezza nazionale, specialmente per quanto riguarda il Mediterraneo, e che il velivolo a pilotaggio remoto UAV Predator ha già effettuato da Sigonella più di 1.000 ore volate in attività varie e in particolare nell’ambito della missione “Mare Sicuro”.

Evviva, evviva, c’è sicuramente da dire: anche l’Italia a Sigonella ha i suoi “Predator, come se già (sempre a Sigonella) non bastasse la presenza dei Predator e dei Global Hakws statunitensi. Non c’è che dire: la Sicilia è ben fortificata e di conseguenza anche i Siciliani, che ora sanno che i Predator made in Italy hanno già effettuato da Sigonella più di 1.000 ore volate in attività varie… Quali attività? Non è dato sapere: si pretenderebbe troppo.

Così apprendiamo (con nostro ritardo) da Aviation Report che il 10 maggio scorso che il Captain Christopher Dennis, Comandante della Naval Air Station (NAS) della Marina Statunitense di stanza nella parte ovest del sedime della base dell’Aeronautica Militare (AM) di Sigonella, ha passato il comando al collega Captain Brent Trickel, e infine (notizia più recente) apprendiamo che Il 3 agosto scorso, il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Settimo Caputo, è stato in visita a Sigonella per valutare le capacità operative degli Enti dislocati sul sedime dell’Aeroporto Siciliano (…) Il Comandante del 41° Stormo Antisom e dell’Aeroporto, Colonnello Federico Fedele, ha tenuto una presentazione sulle attività del Base Aerea, citando i progetti in atto e quelli futuri, soprattutto in considerazione dell’ importanza strategica che Sigonella riveste negli scenari operativi internazionali per la presenza tra gli altri degli USA, della componente NATO-AGS, dei velivoli a pilotaggio remoto (APR) (…) Significative le parole del generale Caputo: “Sigonella….una realtà operativa diversificata e complessa…”.

Predator a Sigonella al rientro da una missione

“Sigonella, una realtà operativa, diversificata e complessa” che non oseremmo definire “estranea” alla vita di una collettività “pacifica”, quella “Siciliana”, che crede ancora nei principi della Costituzione Italiana che “rifiuta” la guerra in ogni sua forma. Una collettività che, purtroppo, non “vede” e non “conosce” adeguatamente le attività che le forze armate straniere (quelle a Stelle Strisce e…anche quelle appartenenti ai Paesi Nato, “alleati” ma pur sempre “stranieri”) che occupano il territorio effettuano, grazie ad accordi (in gran parte ancora “segreti”) che i governanti passati, presenti (e forse futuri) hanno sottoscritto a danno di tutti.

Dell’attività della base “aliena” di Sigonella “qualcosa” si apprende, ma nessuno ha mai detto quale è veramente la funzione del micidiale impianto del Muos di Niscemi….

Nelle foto il “Predator” Made in Italy nel corso della cerimonia di “presentazione”, e il generale Caputo che ha visionato il velivolo P-72A del 41° Stormo, già operativo da diversi mesi, che a breve sostituirà il BR-1150 Atlantic che andrà in pensione dopo ben 45 anni di attività.

 

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