di Giuseppe Stefano Proiti
“Faremo alzare i giovani dal divano per studiare, formarsi, fare esperienze e vivere a pieno come protagonisti del loro stesso futuro. Nel cuore della Sicilia, in rappresentanza di una parte importante di quel sud Italia dal ricco potenziale umano inespresso, in cerca di riscatto e occasioni, siamo promotori del Rinascimento Digitale, per trasformare il nostro territorio nella patria dell’innovazione digitale. Noi, Rete Ribelle, abbiamo fatto una precisa scelta di vita: non andremo via dalla Sicilia, resteremo qui finché non la miglioreremo con una nuova visione civica e politica, grazie allo sfruttamento pervasivo delle tecnologie digitali. Da questo giorno partirà un messaggio di cambiamento sociale per il quale dovremo essere intransigenti, assolutamente concentrati e motivati per portare avanti la bellezza di questa istanza”.
Parla a nome degli attivisti, il Cyber-Giurista Angelo Alù, presidente dell’associazione Generazione Ypsilon e fondatore del sito Dirittodiaccesso.eu.
Il giovane Alù, in effetti, non ha tutti i torti. Basti guardare la certificazione Istat per accorgersi del solito deludente primato italiano, del dato allarmante – richiamando il libro di Michele Serra – della generazione de Gli sdraiati, i cosiddetti “Neet” (acronimo di Not in Education, not in Employement or Training, ovvero quelli che non studiano, non lavorano, e non sono impegnati in alcun percorso formativo).
Sono 2,2 milioni, il 24,3% in Italia, contro una media europea del 14%. “Cifre così rilevanti, si legge ne Il Fatto Quotidiano, indicano che il fenomeno va ben oltre gli effetti della crisi economica mondiale, ma risiede in cause strutturali, ossia nell’assetto economico, a cominciare dal mercato del lavoro e dalle politiche di sviluppo, anche digitale, e nell’assetto sociale, in cui hanno un peso determinante il ruolo giocato dalle famiglie”.
È questo il nodo critico: si dovrebbe poter riconoscere il merito effettivo anche al figlio dello spazzino, del contadino, del barbiere. Viviamo in una società dalla ripartizione rigida, ovattata in un classismo che non concede opportunità per tutti, che non da spazio al valore quando il “portatore” è fuori dalla “cerchia”, e come un cane che si morde la coda, questo ha nel tempo creato una involuzione a tutti i livelli.
Occorre dunque “flessibilità”, allargamento della sfera di interazione, ai fini della creazione di un tessuto sociale elastico, particolarmente ricettìzio di nuovi orizzonti creativi, di nuove realtà pragmatiche, della grandezza di idee capaci di generare un significativo progresso economico, sociale, culturale.
E Internet, quel “mondo” che per antonomasia annulla le distanze, è il terreno più fertile in cui si può espandere a macchia d’olio questo tipo di pensiero. Si pensi all’avvento dei giornali online, alla possibilità di stipulare contratti telematici, alla digitalizzazione dei processi. Tutti esempi di una rivoluzione a favore della libertà di espressione, dell’immediatezza dell’informazione, del superamento dello spazio e del tempo.
Il progetto “Rete Ribelle” è un mix creativo di arte, cultura, attivismo civico, diretto a realizzare un modello sociale di condivisione collaborativa delle competenze digitali. “Fare rete” è la parola d’ordine dei nativi digitali, chiamati ad assumere un ruolo attivo per promuovere un diritto di accesso aperto e sicuro a tutti. “Rete Ribelle” nasce con questo alto scopo: cambiare il mondo attraverso l’uso libero, intelligente e consapevole di internet. Il “potere” che vi si può creare è immane: si è stati persino in grado di rovesciare anche dei governi. Da Bill Gates a Steve Jobs, da Julian Paul Assange a Lina Ben Mehnni (grande esempio ancora in Tunisia), ma anche Yoani Sanchez, Richard Stallman, Daniele Trinchero, fino ad arrivare ad Aaron Swartz, un ragazzo andato incontro ad un tragico destino proprio a causa della sua forte passione per la libertà.
Sono persone che hanno utilizzato internet come strumento di democrazia. E il mondo in realtà è cambiato grazie a degli “anticonformisti folli” come loro, i quali hanno attuato una vera e propria ribellione al sistema vigente, lasciando un’impronta indelebile nella storia dell’umanità.
Il progetto sarà presentato in anteprima nazionale oggi 19 settembre 2017, a partire dalle ore 13.30, in occasione della giornata celebrativa del 25° Anniversario di Internet Society (ISOC), l’organizzazione internazionale di supporto a Internet, fondata da chi ha creato la Rete, per approfondire i temi più rilevanti della futura governance di Internet.
ISOC ha scelto Catania (nella sede dell’Aula Magna – Rettorato, Università degli Studi di Catania, Piazza Università, n. 2.) come unica tappa italiana dell’evento mondiale promosso dalla comunità globale per festeggiare un’edizione speciale di Inter Community 2017, che vede coinvolte più di 50 sedi di Internet Society distribuite nel mondo, simultaneamente in connessione con l’evento centrale che si terrà a Los Angeles, in California.
Oltre ad essere membro del comitato organizzativo dell’iniziativa insieme ai grandi “pionieri” della Rete, l’avvocato Angelo Alù amplierà il dibattito curando la sessione “Giovani e Internet”. Valuterà, anche sulla base del questionario “Youth and the Internet Survey” – diffuso da Internet Society a livello globale – come i giovani oggi percepiscono Internet per rafforzare i benefici su cui si basa il percorso evolutivo della Rete.
La seconda parte della giornata si svolgerà, dalle 18:30, al Teatro Sipario Blu (via Macallé, 3) con la trattazione dei temi del Workshop “Hacktivism e il ruolo dell’ “Hacker Civico”.
L’iniziativa prevede, grazie al supporto tecnico e artistico (testo e regia) di Roberto Disma, Direttore di Teatro alla Lettera, la messa in scena – alle ore 20.00 – di uno spettacolo teatrale inedito, interpretato da giovani studenti e ispirato alle storie visionarie dei succitati “eroi ribelli” che hanno perseguito gli ideali dell’innovazione e del rinnovamento.
E così … la rete umana “Ypsilon” prende forma … anche attraverso la forma delle forme:
La forma delle forme, il teatro: la sola dove la vita possa trasmettersi per vie dirette e precise.
(Italo Svevo)