La vendita delle calunnie

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di Agostino Spataro

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Da alcuni anni, sto conducendo (per il mio personale diletto) una ricerca su taluni aspetti della vita intima e politica del cardinale Giulio Raimondo Mazarino, per metà siciliano, a lungo primo ministro del regno di Francia, dopo Richelieu.

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Il Cardinale, autore del famoso “Breviario dei politici”, fu un fine ragionatore politico e un abilissimo stratega della manovra diplomatica, tanto da potere essere annoverato fra i più grandi statisti europei del ‘600.

Curiosando fra i vari tomi (in francese), ogni tanto, si trova una chicca che mi piace segnalare nel caso qualcuno desideri prenderla in considerazione.

Eccovi questa che tratta di un modo, a dir poco originale, con cui Mazarino affrontò, durante il lungo periodo delle due “Fronde”, le famigerate campagne dette “Mazarinate” ossia la diffusione fra i parigini di migliaia di libelli calunniosi (qualcuno veritiero) messi in giro dai suoi tantissimi e potenti nemici.

Il Cardinale ebbe un’idea apparentemente balzana: farli sequestrare e guadagnarci pure.

Così si legge a pagina  81 del libro del grande storico francese i Paul Robiquet, “Le coeur d’une Reine”, (traduzione provvisoria):  “Fra le lettere della Palatina ce n’è una che racconta che Mazarino ordina di raccogliere (sequestrandoli, ndr) il più gran numero possibile degli orribili libri scritti contro di lui, dicendo che voleva farli bruciare. Ma, una volta acquisiti, li fece vendere sottobanco guadagnando dieci mila scudi: “ I Francesi- ripeteva Mazarino – sono persone amabili. Io li lascio cantare e scrivere e loro mi lasciano fare ciò che io voglio” (Lettera del 25 ottobre 1715)

Morte del Card. Mazarino

La “Palatina” era una linguacciuta ma molto informata dei fatti che accadevano a Corte.

Per quanto qualche dubbio permane, bisogna ammettere che siamo davanti a un caso di  realismo politico portato all’estremo, beffardo e utilitaristico, che, forse, potrebbe costituire un suggerimento per alleggerire certe torbide atmosfere politiche attuali ed evitare qualche fastidioso processo nei nostri Tribunali.

 

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