di Guido Di Stefano
Sono nati per unire e costruire nella giustizia, nella libertà e nella verità; e l’umanità ne ha tratto giovamento. Ma l’immeritato potere oggi come nel passato sempre ha odiato la giustizia, la libertà e la verità, mostrando somma propensione verso le peggiori nequizie, quali distruzione o “seppellimento” del diverso (specie pensiero, cultura, storia), omicidio e idolatria .
I non meritevoli (o abusivi) del potere conquistano in ogni epoca l’appellativo di “sepolcri imbiancati” con la vernice delle lodevoli intenzioni. Hanno condotto, sempre e comunque, un’ esistenza riassumibile come una “offesa all’uomo, alla natura e a Dio”.
Le loro divinità: potere per il potere, oro per l’oro, la menzogna per le tenebre. Ai loro dei hanno sacrificato la giustizia, la fratellanza, la luce dannando l’umanità nel fisico e nell’intelletto.
Forse la furia oscurantista si scatenò tra il quarto e il settimo secolo dell’era volgare “a più mani” e forse anche con il “placet” di diversi (per provenienza e credenza) presunti potenti più o meno (ig)noti: con un mega-computer si potrebbero collegare e riallineare i crimini commessi in quel periodo contro l’umanità (come singoli e come genti) e le sue memorie.
Di certo restano i fatti che sembrano indicare una dolorosa realtà: dopo di allora si sarebbero perse le tracce di ben undici libri (o se volete documenti) dell’antico testamento e due (lettere paoline) del nuovo testamento. Per tutti citiamo il “Libro del giusto”, menzionato da Gesù di Nazareth! Perché? Forse se ne potevano trarre elementi utili ad avvicinare a noi il “vero volto dell’Onnipotente”? O forse veniva “con essi” sancita la perfetta uguaglianza tra gli esseri umani a prescindere da razza, sesso, religione?
Prima di abbandorare il passato vogliamo ricordare che anche i padri del diritto avevano qualche vezzo non molto gradito ai “dominati”: 1) le loro legioni occupavano “militarmente” le province conquistate; 2) i trattati da loro firmati duravano “ad libitum”, cioè per un tempo determinato insindacabilmente dal governo più armato. Di contro i Romani non erano soliti massacrare i civili indifesi e disarmati. Piccoli ma significativi particolari lasciati senza risalto successivamente e soprattutto dal mainstream contemporaneo.
Mentre abbiamo in argomento le parole perdute soffermiamoci un poco su quelle accantonate o non dette dal mainstream d’occidente su alcuni crimini commessi dai civilissimi occidentali contro loro stessi e le loro colonie negli ultimi cento anno o poco più, parzialmente analizzabili o ricostruibili. Pensiamo a alcune follie:
uso di armi chimiche (in Europa e Africa);
uso di arma batteriologica (tale riteniamo la “spagnola” con epicentro in Europa e morti dai 50 ai 100 milioni);
bombardamenti a tappeto su comunità indifese come Dresda (rasa al suolo la città e sterminati più civili che a Hiroshima e Nagasaki);
31 giorni di bombardamenti a tappeto su Randazzo (presidio stimato un semplice plotone);
raso al suolo con bombardamento aereo Montecassino (solo visitato da un pugno di militari che li rifornivano);
bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, anch’esse senza militari;
uranio impoverito nei Balcani;
e ora anche Raqqa rasa al suolo;
non scendiamo nei particolari relativi agli obiettivi civile e sociali polverizzati con il loro contenuto per “semplici sviste e incidenti”.
E il tutto dal mainstream del potere non viene denunciato con parole di condanna ma viene sottaciuto o addirittura viene coperto con la retorica della libertà, della democrazia, della pace, dell’umanità: normalmente sarebbero grandi bandiere ma nel contesto di riferimento sembrano sgualciti e stinti sudari.
Ora dalle parole perdute e/o non dette passiamo all’imperante linguaggio politicamente corretto, specialmente ad opera di italiche congreghe. Parole allontanate dalla originaria etimologia; parole storpiate; grandinate di inglesismi; accettazione acritica di parole e intere espressioni d’America a volte in sostituzione delle corrispondenti italiane, come tali classatei vetuste, discriminatorie, sessiste; parole vuote o aleatorie in sostituzione delle esistenti piene e chiare; termini edulcorati per “migliorare” la cruda realtà; e quanto altro per generare il caos e incrementare la “babele” tra gli umani.
Altrettanto “tragico” è il trattamento dei numeri.
Credevamo che i numeri godessero della stessa solidità e dello stesso rigore propri delle scienze: reali o immaginari, positivi o negativi, interi o decimali, primi o compositi seguivano un tempo regole precise e indeformabili; non si “inventavani calcolavano; non servivano per creare miraggi ma per costruire la realtà. No, prima non esistevano i numeri “fantastici” e come tali asservibili alle taumaturgiche proiezioni e statistiche del regime e del suo mainstrea.
Il 40% di cittadini idonei al lavoro ma disoccupati sarebbe stato trattato come una immensa tragedia da correggere: oggi i disoccupati italiani e siciliani, i giovani che emigrano a centinaia di migliaia non fanno testo, anzi peggio ancora non vengono minimamente considerati come valore aggiunto per l’asfittica economia italica.
Nessuno si straccia le vesti per gli italici e/o i siculi ridotti alla fame e alla disperazione e magari senza una capanna in cui trovare rifugio e calore: sono i nuovi paria del nuovo ordine mondiale, del pensiero unico universale, dei nuovi liberal-chic, radical-chic, neocon, politically-correct, divulgatori di un ecumenismo pregno di razzismo (tragico ricorso storico) contro noi, gli indigeni identitari del XXI secolo.
Però i nuovi arrivi vengono valutati come valore aggiunto, considerato dai soliti “soloni” pari a circa Euro 60.000,00 lordi all’anno: non male per ogni nuovo arrivato (almeno fino a poco meno di due milioni e mezzo di esseri umani) un compenso o un salario di tipo dirigenziale! Almeno questo pensiero abbiamo interpretato in uno dei tanti studi commissionati da chi può e/o dal mainstream.
Chiudiamo con qualche domanda. “I cortigiani di turno hanno leggiucchiato un poco di storia?” “Hanno letto quanto effimera è stata la gloria dei loro trapassati predecessori ?” “Si rendono conto che le loro vittime per il pensiero e per il valore posseduti superano le barriere del tempo e della tirannia?”