di Salvo Barbagallo
Non c’è che dire, e i fatti sono sotto gli occhi di tutti: prima le blandizie seguite dalle promesse impossibili, poi le violenze quindi i cortei “pacifisti” antifascisti, ora le mani avanti perché se dopo il voto non ci sarà una maggioranza “qualificata” si ritorni alle urne. Non c’è che dire: bisognerà vedere quale altra “sperimentazione” scaturirà in quest’ultima manciata di giorni che precedono il 4 marzo, data fatidica per la chiamata elettorale al rinnovo del Parlamento nazionale.
Può accadere di tutto, può non accadere nulla, ma pochi conosceranno i giochi che si si sono svolti e stanno svolgendosi ancora dietro le quinte delle “contrapposte” coalizioni che ambiscono a conquistare il “potere” governativo: al cittadino comune non è dato e non sarà dato “sapere” quali misteriose alchimie hanno in mente di preparare per fare quadrare i conti delle poltrone al Parlamento da “affidare” ai “fedelissimi” di una e dall’altra parte in campo.
C’è, in ogni modo – e riteniamo che sia un elemento importante, da attenzionare – l’apparente disinteresse verso il possibile incremento dell’astensionismo: è come se non interessasse nessuno dei gruppi “politici” in contesa (anche questa solo apparente?) fra di loro. Il che fa ipotizzare che un eventuale e forte astensionismo, in fondo, torni utile nell’attuale situazione. Meno votanti, più facili le (sud)divisioni, le “spartizioni”… del risultato elettorale.
Indubbiamente è tangibile il malumore che pervade le collettività da un capo all’altro del Paese, anche perché sono visibili le lotte all’interno delle diverse aggregazioni “partitiche”. Non solo malumore, ma anche sconcerto nel vedere una cosiddetta classe politica dilaniarsi come mai è accaduto in precedenza. Scetticismo, pertanto, sul “dopo” elezioni, sulla formazione di Governo che possa essere in grado di “ridare” serenità a tutti, che possa “offrire” una prospettiva nel contemporaneo. Nella campagna elettorale agli sgoccioli, urlata principalmente attraverso i mass media televisivi, nessun programma è emerso, nessuna “progettualità” scandita in termini temporali di realizzazione concreta.
Certo, ora come ora, tutti (o quasi) sono convinti di avere in tasca la “vittoria”, la sopraffazione degli altri, anche se qualche sporadica voce (chissà se strumentale?) ha già sostenuto che si potrebbe tornare a votare: una “provocazione”?, una “minaccia”?, un “richiamo” al buon senso? Un voler “preannunciare” che questa consultazione potrebbe cadere nel vuoto? Troppo presto per cercare di individuare quale percorso sarà imboccato da chi avrà la meglio dal 5 marzo prossimo. Troppe incognite sul tappeto, troppi pseudo “pericoli” fatti intravedere: indubbiamente – e abbiamo espresso chiaramente questa “opinione” in precedenza – tanti “alibi” sono stati posto sul palcoscenico nazionale: dal fantasma del neofascismo, alle violenze criminali. Si, è vero. “soffia il vento”! È il “vento” delle incertezze, è il “vento” che è soffiato in anni passati, dove l’oscurità appariva impenetrabile. Purtroppo per i “manovratori” di Casa nostra non mancano le incertezze e le insicurezze che stanno dietro l’angolo, in Europa e nell’area del Mediterraneo: quelle incertezze e quelle insicurezze che possono determinare collassi imprevedibili (e forse non controllabili) negli attuali e instabili equilibri internazionali. Problemi, quest’ultimi, che la cosiddetta classe politica nazionale (di qualsiasi “colore” sia) non sembra porsi, così come è affaccendata negli scontri di bottega.