Parole magiche sotto elezioni: fascismo e massoneria

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di Salvo Barbagallo

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La parola “mafia” è emarginata nel contesto dell’attenzione generale, non fa più paura perché le Forze dell’ordine continuano la loro infaticabile opera di smantellamento della struttura criminale. Allora cosa può colpire maggiormente l’elettorato in questa competizione per il rinnovo del Parlamento nazionale? Due termini espliciti possono suscitare interesse: fascismo e massoneria. Il fascismo perché è lo spauracchio di sempre, quello che ricorda (non certo ai giovani) un periodo nefasto per il nostro Paese; la massoneria perché ricorda (non certo ai giovani) i misteri della P2 e gli intrighi (mai completamente svelati, chissà per quale ragione) che dalla ben nota (lo era anche ai tempi in cui era considerata “coperta”) loggia di Licio Gelli si diramavano in tutta Italia. Su chi segue le informazioni dei principali mass media (carta stampata o mezzo televisivo) le lunghe ombre del passato vengono rinverdite e prendono vita grazie a questo o quel “nome” più o meno conosciuto che è sceso in campo da “candidato” a una poltrona rappresentativa della collettività nazionale di oggi. La nostra opinione (ed è solo “opinione” e non “giudizio”) è che possiamo trovarci di fronte a manovre che (volontariamente o involontariamente?…) mirano a distogliere l’attenzione dai problemi reali che questa competizione elettorale sta ponendo (in una condizione di grande conflittualità e confusione) alle coalizioni che si stanno contendendo il futuro Governo, grazie anche al nuovo “sistema” di voto.

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Di certo in questa sede non intendiamo entrare nel merito di ciò che può rappresentare il neofascismo (?) attuale, o la massoneria nostrana dei giorni che attraversiamo, ma vorremmo comprendere i meccanismi che vengono messi in moto per mostrare “timori” o “pericoli” per il Paese derivanti dalle “entità” neofascismo e massoneria e comprendere contemporaneamente le “vere” motivazioni che spingono autorevoli protagonisti della scena italica a gridare “al lupo, al lupo”. Vorremmo comprendere ma non andiamo oltre in quanto finiremmo per esprimere “giudizi” e non più “opinioni”. Ci limitiamo pertanto a porre alcuni interrogativi:

  1. perché non si segnalano gli “eventuali” pericoli derivanti dagli incontrollati e facinorosi gruppi “sociali” che non sono etichettati “neofascisti”, ma che nella sostanza potrebbero essere ricondotti alle nefaste “filosofie” staliniste?
  2. perché non si vuol attenzionare nel modo più adeguato i possibili pericoli derivanti dalle forti penetrazioni migratorie straniere nel tessuto sociale nazionale, là dove la cronaca quotidiana segnala episodi non certo rassicuranti?
  3. perché non si mettono in evidenza (alla gogna?…) chiaramente i personaggi (presenti anche nelle liste elettorali) riconducibili ai gruppi di potere acclarato, come il Bilderberg, o all’Opus Dei, o alle tante associazioni pseudo filantropiche?

Il paradosso è che se si dovesse seguire la linea del “mettere al bando” probabilmente si finirebbe con l’adottare lo stesso modo di agire che si condanna, finendo con il criminalizzare tutto e tutti.

Tornando, in conclusione, al vero fascismo, al vero stalinismo, alla vera Santa Inquisizione…

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One Thought to “Parole magiche sotto elezioni: fascismo e massoneria”

  1. Francesco

    Complimenti Dott.Barbagallo. Lei è l’unico che ha non solo centrato il problema storico della nostra nazione, ma ha anche avuto il coraggio di scriverlo con tutto quello che ne consegue. La nostra nazione è da anni in mano a Lobby sinistrorse che passano inosservate, etichettando come negative le sole manifestazioni di ideologia diverse dalla loro. Esiste il reato di apologia del Fascismo ma l’apologia del comunismo (equivalente se non peggiore) non è mai stata perseguita

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