Presentata l’Ass. Nazionale Vittime Aste e Prezzo Vile – “ La politica non può lasciarci nell’incaglio bancario”

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di Tania Dipietro

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Siamo a Vittoria in provincia di Ragusa, un paese del comprensorio ibleo che in seguito ai recenti e drammatici  episodi di sfratto e pignoramento di abitazioni private ha visto nascere già da qualche settimana l’ “Associazione Nazionale Vittime Aste e Prezzo Vile”. Con un comunicato stampa, tuttavia, il presidente Fabrizio Licitra ha posticipato la presentazione ufficiale della neo associazione dopo il 6 Marzo 2018 al fine di evitare ogni forma di strumentalizzazione politica.

Per Davide Ravalli (uno dei soci fondatori) decidere di tenere la prima conferenza per presentare l’Associazione proprio il 21 Marzo, in occasione del primo giorno di primavera, equivale ad inaugurare una nuova stagione di profondo mutamento nella coscienza popolare che mira al coinvolgimento di tutt’Italia: È duplice l’obiettivo che questa associazione si pone. In primis prevenire le aste giudiziarie tramite un valido supporto informativo,  in secondo luogo sostenere le famiglie che ne sono già vittima.”

Presenti alla Conferenza anche l’assessore ai Servizi Sociali di Vittoria Daniele Barrano, il consigliere comunale Salvatore Di Falco e Don Beniamino Sacco, parroco della chiesa “Santo Spirito” di Vittoria nonché insigne religioso protagonista di diverse proteste sociali contro la malavita locale. L’intera conferenza è stata trasmessa in diretta dall’emittente radiofonica Radio Sole Vittoria che ha messo a disposizione i propri microfoni per consentire anche a  chi non era presente di ascoltare in tempo reale le argomentazioni discusse nella Sala “Emanuele Giudice” all’interno del Chiostro delle Grazie.

Ma da cosa nasce la volontà di creare questo tipo di associazione? È stato lo stesso presidente Fabrizio Licitra a parlarne, protagonista già nel giugno 2017 di un prolungato sciopero della fame volto a sensibilizzare le istituzioni sulla crisi agricola e sul problema delle aste giudiziarie:Un mio post provocatorio ha riscosso così tanti consensi e condivisioni da spingermi a voler creare un’associazione che ci permetta di intervenire ed essere solidali con chi sta vivendo il dramma di perdere tuttodice Fabrizio. Il post a cui egli si riferisce era stato concepito in seguito allo sfratto della famiglia Trigona-Genovesi che ha visto vendere all’asta la propria abitazione. In occasione di questa angosciosa vicenda Fabrizio Licitra scriveva testuali parole provocatorie ai suoi concittadini “Non so di preciso quanti abitanti siamo a Vittoria (circa 60.000), basterebbe 1 euro a testa per ridare dignità a questa famiglia e chiedere a chi l’ha acquistata di restituire la casa.”  Moltissimi vittoriesi manifestarono così il loro sostegno e il desiderio di aiutare la famiglia vittima dello sfratto con una gara di solidarietà, fornendo beni di prima necessità ai coniugi che hanno dovuto lasciare la loro abitazione senza poter portare nulla con se.  Nasce quindi l’idea di un’associazione che tenti di “scardinare un po’ il sistema”, afferma Licitra, che ricorda al pubblico presente come la raccolta fondi finalizzata al riacquisto di casa Trigona sia ancora in atto.

In seguito alla realizzazione di questo progetto associativo il presidente veniva contattato da diverse regioni d’Italia; pervenivano da uno studio associato di Milano le prime offerte di supporto legale a titolo gratuito, dal Veneto il presidente regionale di Confedercontribuenti, Alfredo Bellucco, chiedeva collaborazione per creare una rete unita tra le associazioni volta a promuovere un dialogo propositivo con le istituzioni.

Anche Maurizio Ciaculli, altro socio fondatore, è intervenuto durante la presentazione riferendo alcuni dati preoccupanti: si parlerebbe infatti di 374.000 famiglie vittime di aste giudiziarie nel nostro Paese, ma Vittoria deterrebbe il primato nazionale con 1.900 aste pendenti.  Ciaculli oltre ad essere socio è anche un imprenditore agricolo vittoriese noto per aver denunciato nel 2012 le intimidazioni mafiose subite ed aver portato in tribunale alcuni dirigenti di gruppi importanti della GDO (grande distribuzione organizzata) con l’accusa di aver venduto merce contraffatta. Egli è stato chiaro riguardo le sue convinzioni “I debiti vanno pagati, ma la politica deve metterci in grado di farlo e non lasciarci nell’incaglio bancario. Molti non hanno nemmeno i soldi per fare opposizione ad un decreto ingiuntivo che inevitabilmente così si trasforma in esecutivo”.  Sotto pesante accusa per Ciaculli la discrezionalità dei Giudici nel valutare le linee guida previste nell’art 164 bis contenuto nelle Disposizioni di Attuazione del Codice di Procedura Civile e che dispone quanto segue : “quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo, è disposta la chiusura anticipata del processo esecutivo.” Tale norma introduce per la prima volta nel nostro ordinamento la possibilità di estinguere la procedura esecutiva immobiliare per infruttuosità della vendita, ovvero nel caso in cui i continui ribassi ad ogni udienza del prezzo d’asta dell’immobile non consentano più di soddisfare i creditori ma favoriscano solo i terzi offerenti che consci di tale possibilità prevista per legge lasciano deserte diverse udienze di vendita per poter acquistare infine il bene a prezzi molto al di sotto di quelli di mercato. Il problema nasce quando questo “ meccanismo del continuo ribasso”, valutabile solo su discrezione del Giudice, conduce ad un valore di realizzo del bene così basso da danneggiare sia il creditore pignoratizio che il debitore esecutato in quanto non consente a vendita avvenuta di coprire la totalità o buona parte del debito.  E’ quindi dal potere decisionale del Giudice, che interpreta una norma formulata in maniera alquanto generica, che dipende di volta in volta la prosecuzione o meno dell’asta ed i conseguenti ribassi del prezzo di vendita.

Hanno successivamente preso la parola  la segretaria dell’associazione Pinuccia Ciciulla e la tesoriera Monica Musumarra, entrambe hanno sottolineato l’impossibilità di restare indifferenti di fronte ad una realtà a noi così vicina che sta mettendo in ginocchio sempre più nuclei familiari. Anche Giovanna Scrofani, altra socia fondatrice che dal 2014 si occupa di valutare  anomalie bancarie ed eventuale applicazione di tassi di interesse illegali, ha mostrato un’accentuata sensibilità verso tale problematica sociale rea di non garantire alcun rispetto ne dignità alle famiglie che troppo spesso vedono le loro case vendute al ribasso anche del 70%.

In conclusione il commercialista Luca Genovesi, anch’egli tra i soci fondatori, ha fornito delucidazioni tecniche spiegando che questa organizzazione no profit è nata come associazione di promozione sociale meglio inquadrata nelle categoria delle associazioni di tutela dei diritti civili poiché si occupa di una tematica che coinvolge ormai l’intera comunità e che necessita di essere affrontata in modo diverso, indirizzando il cittadino verso lo “sportello informativo gratuito” istituito con lo scopo di fornire un valido sostegno informativo e legale.

È stata sicuramente opinione comune tra i partecipanti che il percorso intrapreso per riuscire ad evitare il dramma del pignoramento e della conseguente vendita all’asta della propria abitazione è senza dubbio ancora lungo e difficile. Ad ogni modo è stato sicuramente  di buon auspicio il paragone fatto dal consigliere Di Falco che ha umoristicamente evidenziato come l’entità di questa lotta contro un sistema malfunzionante e poco attento alle esigenze delle persone sembri ricordare una storia dell’Antico Testamento, quella di “Davide e Golia”. E ricordando la vittoria inattesa che Davide riportò contro ogni pronostico sul gigante filisteo, vogliamo augurare a chi combatte in prima linea di compiere ogni giorno un piccolo passo in più verso il cambiamento di un sistema logoro, che ignora l’esistenza di persone e famiglie dietro al calcolato valore numerico di 74.000 aste giudiziarie pendenti.

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