Avicii, Tim Bergling muore il 21 aprile del 2018

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di Monica Romano

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Tim Bergling muore il 21 aprile del 2018, poco ci dirà questo nome, ma tanto il suo pseudonimo Avicii, dal sanscrito senza onde. A soli 28 anni è già un grandissimo dj di fama mondiale. “È” l’uso del presente non è un errore, né una svista, perché lascia questo mondo, ma non lascia noi, suoi fan che lo abbiamo ascoltato e continueremo a farlo. Le sue canzoni, indiscussi successi, non smetteranno di suonare, alla radio, nei blog, da dove è cominciata la sua carriera, ma soprattutto nel giradischi che risuona nelle nostre menti, in quello che scandisce le nostre giornate presenti e i ricordi passati. La musica, non so se vi siete mai fermati a riflettervi, accompagna le nostre vite, scandisce nel più bello dei modi, con la sua melodia, i nostri giorni, i nostri mesi, i nostri anni: diviene peculiare di un determinato attimo. È intrinseca alla vita stessa.  È compagna dei momenti belli, compagna di quelli brutti, in solitudine e in compagnia, scandisce e dona pregnanza alla nostra vita. È  compagna fedele che non ti abbandona mai, che è sempre al tuo fianco nei momenti di felicità, in quelli di tristezza, è sempre lì, a vivere con te e a ricordarti ogni singolo attimo: i ricordi vivono in lei. « Ero in sala d’aspetto, era uno di quei periodi in cui viaggiavo di ufficio in ufficio per trovare lavoro e ricordo il momento in cui entrai in quello studio dove non solo trovai il lavoro, ma anche l’amore: risuonava la melodia di Hey Brother. Io all’epoca non ne ero tanto patita, ma mi affascinò questo strano modo di lavorare, di concentrarsi, proprio con Avicii ».

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«Ero fidanzato, a quel tempo il nostro rapporto era in crisi, avevo il terrore di perderla, che trovasse qualcuno più adatto a lei, che le potesse dare quello che io non ero mai stato in grado di donarle, ascoltavo Wake me up e immaginavo. Vedevo lei correre felice mano nella mano con lui, quello giusto, lei correre felice, e io.. io a rincorrerla con la mia vespa anni 80 senza mai riuscire a raggiungerla. La ascoltavo e immaginavo, mi dava conforto in questa mia pazzia. È inevitabile che nei mesi successivi non volli più sentirla, non ci riuscivo. Ma oggi, ci siamo lasciati, la ascolto volentieri, mi fa ripercorrere quei pazzi, ma magici momenti».

«Avevo 18 anni, l’anno della maturità: ansia, panico e grandi aspettative, ma soprattutto unione. Io e i miei amici eravamo tanti corpi ma una sola anima. Ricordo quel viaggio, quel tanto agognato viaggio di maturità e The Nights di Avicii a scandirne gli attimi».

« Mi viene in mente il periodo in cui ci siamo conosciuti, quello in cui lui voleva far colpo su di me. Mi fece vedere casa sua, e ne ricordo un particolare: la sua libreria stracolma di CD. Ne scelse uno tra molti, e fu proprio questa canzone che iniziò a suonare. Volle farsi conoscere così, con una canzone, e Waiting for love fu quella che scelse, Avicii scelse per coronare quello che sarebbe stato grande amore ».

«Quell’anno prendevo la patente e questa canzone mi riporta in auto, in quel momento in cui dissi a mio padre “voglio la musica per rilassarmi”, lui non ne era convinto, credeva mi sconcentrasse, ma io risposi “guidare dovrebbe essere spontaneo, per me non lo è. La musica consente di estrapolarmi da questo mondo e immettermi in uno più bello, più conforme a me, in cui mi dimentico di tutte le insicurezze. E quindi sì, mi sconcentrerei, ma non dalla strada, ma dall’ansia che mi pervade.” Acconsentì, accendemmo la radio e suonarono le note di Broken Arrows, grazie ad Avicii acquisì quella spontaneità, sicurezza che mi mancava ».

«Eravamo un gruppo di amici, uno di quelli a cui piace divertirsi, ma soprattutto stare insieme, a lasciarsi coccolare dalla musica. Grandi fan eravamo, e siamo di Avicii, lo conoscemmo con la canzone These Days, e ce ne innamorammo: divenne la colonna sonora della nostra pazza amicizia».

Nella breve, brevissima vita che hai avuto, avrai avuto modo di fare poca musica rispetto a quanto avresti potuto, ma abbastanza perché tu non smetta mai di essere ascoltato, ricordato.

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